Essere un'expat transgender nel Regno Unito: il punto di vista di Jo

Interviste agli espatriati
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Scritto da Ester Rodrigues il 08 luglio, 2022 - Modificato 11 luglio, 2022
Jo Krishnakumar è una femminista transgender indiana e una dottoranda che si batte per promuovere l'uguaglianza di genere in India e nel Regno Unito. Ci porta all'interno del suo mondo e ci parla del suo espatrio. 

Ci può parlare un po' di te? 

Mi chiamo Jo Krishnakumar. Sono indiana e attualmente vivo a Londra. Sto facendo un dottorato in antropologia e sociologia all'Università SOAS e sto scrivendo la tesi. Collaboro inoltre con il National Network of Sex Workers in India. Porto avanti anche dei progetti miei tra cui Transform, che è un sito web dove parlo delle discriminazioni a cui sono sottoposte le persone trans in India, e Almaarii, che è un progetto etnografico che analizza gli stereotipi che ruotano intorno alla comunità queer. Mi identifico come una persona trans-queer e sono particolarmente interessata all'analisi del mondo che mi circonda dal punto di vista del transfemminismo, che è la comunità nella quale mi identifico. 

Perché il Regno Unito?

Mi sono trasferita qui perché ho avuto una buona offerta dalla Scuola di studi orientali e africani del SAOS. Mi piace studiare in questa università perchè mi dà varie opportunità. La scelta è ricaduta su Londra perchè ci vive anche la mia compagna. Crescendo, ho vissuto in vari Paesi esteri e ho sempre voluto studiare fuori dall'India

Quali sono gli aspetti più difficili di vivere nel Regno Unito? 

Il problema principale è che, essendo una studentessa, non ho molta disponibilità finanziaria. Londra è una città costosa e ho difficoltà a trovare lavoro. Con il mio visto per studenti posso lavorare 20 ore a settimana, e posso accedere solo a determinati settori. Non posso lavorare in proprio, ad esempio, e questo non mi aiuta perché adoro lavorare su più progetti contemporaneamente.

Mi piace impegnarmi su progetti a breve termine, è l'attività che preferisco, ma nel Regno Unito non posso farlo quanto vorrei. I dottorandi e gli accademici percepiscono stipendi bassi rispetto all'impegno profuso. Per guadagnare bene bisogna raggiungere alti livelli. Questo, per me, è l'ostacolo maggiore che sto fronteggiando. 

Un'altra cosa impegnativa è stata di dover creare da zero la mia cerchia di amicizie. Ho lasciato l'India assieme alla mia compagna quindi, all'inizio, non ero del tutto sola ma non è stato semplice trovare una comunità dove integrarmi. Parlo di un gruppo di persone con la stessa identità di genere. Trovare una comunità queer o trans qui a Londra, capirne i meccanismi e riuscire a inserirsi, è stato davvero complicato, un vero e proprio shock culturale.

Ti piace vivere nel Regno Unito? 

Ho la mia indipendenza e mi piace molto vivere nel Regno Unito. Sono felice dello spazio che sono riuscita a ritagliare per me stessa e per il benessere psico-fisico che ho raggiunto. Mi sento bene, ma lo stato d'animo che provo è indipendente dal luogo. Qualsiasi altro posto sarebbe potuto andare perchè per me casa è dove c'è il cuore. Parole molto smielate, ma che mi rispecchiano.

Ciò che apprezzo della vita nel Regno Unito è la sua vicinanza al resto dell'Europa, e ci sono tante cose da vedere anche all'interno del Paese stesso. Finora non ho potuto girare quanto avrei volut,o ma per fortuna il Regno Unito è cosmopolita, ho conosciuto persone di varie nazionalità e assaggiato cucine di tutto il mondo. Grazie a tutto questo, ho l'impressione di avere viaggiato pur non essendomi spostata. 

Ti consideri una femminista? Esiste secondo te una correlazione tra il movimento femminista inglese e quello in India?

Sono una transfemminista. Il Regno Unito e l'India hanno una storia comune molto profonda, quindi è impossibile che il movimento non si intersechi. Ma l'India, sotto certi aspetti, subisce ancora gli effetti del colonialismo, malgrado siano passati tanti anni dall'indipendenza. Il razzismo è un fenomeno tuttora presente. Gli inglesi guardano a Paesi come India, Pakistan o Bangladesh non gli occhi dei colonizzatori. Quindi, le femministe devono prima decolonizzare il femminismo, in modo da poter essere alla pari con le femministe indiane. Le femministe trans stanno facendo un lavoro straordinario così come le femministe queer. A mio parere, le femministe del Regno Unito devono uscire dal retaggio del colonialismo prima che si possa iniziare a collaborare; non dico che non ci stiano lavorando, ma si può fare di meglio.

Quali sono i suoi progetti per il futuro? 

Devo finire il mio dottorato, e vorrei restare a vivere nel Regno Unito perché sto costruendo la mia carriera qui. Ma se, per qualche motivo, il lavoro mi dovesse portare altrove, allora mi trasferirò. Non voglio restare per forza legata a un Paese specifico, anche se mi rendo conto che per tante persone questo aspetto è importante.

C'è un consiglio che vuoi dare a chi progetta di trasferirsi nel Regno Unito?

Il mio consiglio alle minoranze di genere è: potete farcela! Suona come un cliché, ma quello che voglio dire è che potete fare quello che volete. Se volete girare il mondo, non c'è bisogno che chiediate il permesso di farlo! Focalizzatevi su quello che volete veramente. Non abbiate paura di vivere la vita che sognate. Può sembrare complicato all'inizio ma datevi la possibilità di fare questa esperienza. 

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