La scorsa settimana Mercer ha pubblicato il suo rapporto annuale sul costo della vita per gli espatriati. L'edizione di quest'anno era particolarmente attesa, considerato che la pandemia di Covid ha gravemente compromesso l'economia globale. A ciò si aggiunge l'aumento dell'inflazione, la crisi petrolifera, la guerra in Ucraina e l'instabilità politica. Dove dovrebbero trasferirsi gli espatriati e che parametri dovrebbero considerare per scegliere la destinazione più adatta?
Hong Kong è di nuovo la città più cara del mondo
Nel 2022 Hong Kong è tornata a essere la città più costosa del mondo, come nel 2020, precedendo di poco Ashgabat, in Turkmenistan, che era sul podio nel 2021. Il posizionamento di Hong Kong desta stupore, se si considera che ha chiuso le frontiere fin dai primi giorni della pandemia, provocando l'esodo degli espatriati, già preoccupati per le crisi sociali in atto dal 2019 e per la progressiva influenza di Pechino. Malgrado queste problematiche, l'inflazione si è attestata intorno all'1,3% in aprile e al 3% in maggio di quest'anno.
L'apprezzamento del dollaro statunitense (USD) sul dollaro di Hong Kong (HDK) ha causato un'impennata dei prezzi. Nel 2005 era stato fissato un intervallo da non superare: 7.75-7.85 HDK per 1 USD. Dall'inizio del 2022 il tasso di cambio del dollaro si è impennato e si sta avvicinando al limite. I prezzi di frutta e verdura continuano a salire e quelli degli immobili sono alle stelle (171.500 HDK, ossia quasi 22.000 USD al m²). Nel frattempo, il costo del carburante ha raggiunto i 21 HDK (2.65 dollari al litro).
Le città più del mondo nel 2022
Se la Svizzera è una delle destinazioni più appetibili, le sue città sono anche tra le più costose. Zurigo, Ginevra, Basilea e Berna sono rispettivamente al 2°, 3°, 4° e 5° posto della classifica Mercer, proprio come nel 2021. I prezzi degli immobili raggiungono gli 11.800 franchi svizzeri (CHF) al m², pari a 12.260 dollari USA. La benzina costa quasi 2 franchi svizzeri (1,92 USD) al litro. L'elevato costo della vita in Svizzera va però di pari passo con gli stipendi, che sono più alti rispetto alla media europea, e con una buona qualità della vita per gli espatriati in termini di servizi, infrastrutture, spazi verdi, ecc...
Sorprende Tokyo, che è balzata dal 9° posto del 2019, che occupava da due anni, al 2° posto. Dubai, che nel 2019 si era classificata al 21° posto, quest'anno è scesa al 31°. Copenaghen, ventesima nel 2019, si avvicina alla top 10 (11°) delle città più costose. Parigi è balzata dal 47° al 35° posto dopo la pandemia di Covid e l'inflazione del 2022. A Dubai, per la prima volta da maggio del 2015, i prezzi sono aumentati del 4,6% (aprile 2022). In Francia, a giugno, è stato registrato un aumento del 5,8%. In Giappone, l'inflazione ha raggiunto l'1,9%. Alcune aziende stanno addirittura riducendo il contenuto dei loro prodotti (un biscotto in meno per pacchetto, 900 ml di bevanda al posto di un litro, ecc...). Che impatto hanno questi cambiamenti sugli espatriati?
Hong Kong non attira più gli espatriati
L'inflazione globale solleva un paradosso. Le città più colpite non sono necessariamente le più care. A Madrid, l'inflazione è superiore al 10%, ma la città si posiziona al 90° posto della classifica Mercer. È chiaro quindi che l'inflazione non è l'unico criterio considerato. Molti altri fattori entrano in gioco tra cui gli stipendi e il potere d'acquisto, la qualità della vita, il rispetto per l'ambiente, la politica ecologica, l'istruzione, il progresso sociale, l'ambiente di vita, la pulizia, lo stress, la tassazione, le politiche pubbliche, il contesto geopolitico... Per gli espatriati, tutti questi aspetti sono importanti.
L'esodo degli espatriati da Hong Kong è dovuto più alla situazione socio-politica che all'aumento del costo della vita. Dopo le proteste pro-democrazia del 2019 e la minaccia cinese, gli espatriati sono sempre meno propensi a rimanere. Secondo la CNBC, nel 2020 se ne sono andati 93.000 stranieri, di cui quasi 25.000 durante la pandemia. Nell'aprile 2022, sono partiti altri 71.000 espatriati.
Le città costose sono un deterrente per gli espatriati?
No, perchè le città costose possono dare tante opportunità agli espatriati, la maggior parte dei quali è soddisfatta del dinamismo economico che offrono. La Svizzera, ad esempio, si sta riprendendo rapidamente, con un aumento dell'occupazione del 47% nel 1° trimestre del 2022 rispetto al 2021. La manodopera qualificata è molto richiesta in settori come l'informatica, l'industria, l'amministrazione, l'ingegneria, la sanità e la finanza. L'inflazione (prevista al 2,9% su base annua) è scesa all'1,8%.
La minaccia della lobby delle armi e la recente battuta d'arresto nei diritti delle donne pesano sull'immagine degli Stati Uniti, ma non provocano una fuga di massa degli espatriati. Al contrario. Alcuni vogliono "cambiare le cose dall'interno". Altri sperano in un risveglio della democrazia. Per quanto riguarda l'economia, a detta di John Williams, presidente della filiale di New York della FED (banca centrale statunitense), gli Stati Uniti non sono entrati in recessione, ma stanno attraversando un periodo di "rallentamento". Nel frattempo, i settori sotto pressione sono alla ricerca di talenti internazionali: ingegneria, informatica, sviluppo sostenibile, industria, sanità, ecc.
I motivi trainanti di un espatrio
Meglio lasciar perdere Zurigo per paura dell'alto costo della vita? No, certo che no. Sia gli espatriati, che le persone che stanno per trasferirsi, non basano la loro scelta solo sull'aspetto finanziario. Ovviamente il potere di acquisto è un fattore importante (voglia di guadagnare di più) ma non è l'unico criterio da considerare.
La scelta della destinazione di espatrio è personale, c'è chi aspira a trasferirsi in una città che offra delle buone infrastrutture e dinamismo economico... chi invece è alla ricerca di un posto tranquillo, dove la vita scorre più lenta. In linea di massima però, lo stipendio resta un aspetto trainante ed è per questo che le città che offrono salari elevati, pur essendo care, restano sulla cresta dell'onda.