Tassa sul reddito, tasse sugli utili, tasse di successione... si tratta di imposte che tutti conosciamo, perché esistono in quasi tutti i Paesi. Ma avete mai sentito parlare delle tasse comunali per il possesso di un cane in Svizzera, delle agevolazioni fiscali per la donazione di carne di cervo in Sud Carolina o della tassa ecclesiastica in Germania? Di seguito vi parliamo di alcune tasse inusuali che si devono pagare nel mondo e che interessano anche gli espatriati.
La Svizzera e la Germania hanno una tassa sui cani
In alcuni Paesi, chi ha un cane deve pagare una licenza, ma in Svizzera e in Germania bisogna pagare due volte: prima per registrare il proprio cane e poi versando una tassa comunale annuale per il possesso dell'animale.
L'importo esatto di questa tassa dipende dal comune di residenza e dalle dimensioni, dal peso e dalla razza del cane. I cani guida e i cani da soccorso sono esenti o pagano un'imposta ridotta. La tassa sui cani viene utilizzata per migliorare i servizi pubblici di cui gli animali usufruiscono, tra cui parchi, altri spazi dove possono correre e per sovvenzionare lo smaltimento degli escrementi (sistema dei bidoni Robidog in Svizzera, ad esempio).
L'equivalente svizzero dei comuni sono i "cantoni" e nel Paese ce ne sono 26 in totale. Entro 10 giorni dal trasferimento in Svizzera, gli espatriati devono portare il loro cane da un veterinario che provvede a microchippare l'animale e a registrarlo in un database centrale, il database AMICUS. Si tratta di una procedura obbligatoria, non facoltativa. In seguito, chi possiede un cane deve pagare una tassa annuale che varia tra i 40 e i 150 franchi svizzeri (45-170 dollari).
In Germania, la tassa sui cani esiste fin dal XIX secolo, quando rientrava nella strategia di salute pubblica per prevenire la rabbia. L'importo della tassa che un espatriato deve pagare varia in base a diversi fattori, in genere la spesa va da 70 a 1.000 euro per cane. Nelle grandi città è più alta: a Berlino, si pagano in media 140€ di tasse per il primo cane, e 180€ per il secondo e il terzo. A Wuppertal, che si trova a ovest del Paese, si pagano 160€. Le razze considerate pericolose, come il bull terrier o l'alano, sono soggette a tasse più alte, che possono raggiungere i 1.000€.
In molti Stati europei è obbligatorio pagare una tassa ecclesiastica
Questa tassazione è facoltativa per la popolazione nel suo complesso, ma è obbligatoria quando un residente è ufficialmente affiliato a una chiesa specifica. Si tratta di un sistema fiscale utilizzato in Germania, Austria, Svezia, Finlandia, Danimarca e nella maggior parte dei cantoni svizzeri.
Chi sceglie di non pagare questa tassa non ha alternativa se non quella di disaffiliarsi ufficialmente dalla propria chiesa. In Germania, ad esempio, un numero crescente di persone ha deciso di abbandonare la Chiesa cattolica o varie chiese protestanti per evitare di pagare l'imposta ecclesiastica, conosciuta come "Kirchensteuer". La procedura prevede la cancellazione presso un ente governativo, come un tribunale, presentando la carta d'identità o il passaporto (per gli espatriati) e compilando un modulo.
La percentuale d'imposta varia notevolmente da Paese a Paese. In Austria, rappresenta solo l'1,1% del reddito imponibile annuale di una persona fisica. In Germania, equivale all'8-9% dell'imposta sul reddito (non sul reddito lordo), con lievi variazioni a seconda dello Stato federale. In teoria, tutte le istituzioni religiose in Austria e Germania, comprese quelle di altre fedi come l'ebraismo o l'induismo, hanno il diritto di imporre una tassa religiosa ai loro membri, ma in pratica sono soprattutto le chiese cristiane a farlo.
In Svezia, l'imposta sul culto varia a seconda delle parrocchie, ma in genere si aggira tra lo 0,8 e l'1,5% del reddito imponibile. In Svizzera si aggira intorno al 18-21%, con la chiesa cattolica che applica una tassa maggiore rispetto alle chiese protestanti. In Danimarca, l'aliquota dipende dal bilancio della parrocchia e dalla situazione economica generale, ma la media è dello 0,87% del reddito individuale.
La Svezia può tassare i nomi "strani" dei neonati
Se nella maggior parte dei Paesi i genitori possono scegliere il nome dei figli non è così dappertutto perchè alcune nazioni hanno un registro di nomi approvati tra cui scegliere, con qualche eccezione per gli espatriati. In Svezia però, pur essendoci un elenco di nomi approvati, l'Agenzia delle Entrate svedese ha il diritto di imporre una tassa ai genitori che scelgono nomi insoliti!
L'Agenzia delle Entrate svedese è l'ente governativo incaricato di approvare i nomi dei neonati. Ha il diritto di imporre una tassa di 5.000 corone (quasi 800 dollari!) se il nome è ritenuto ambiguo, offensivo o difficile da pronunciare. Questa tassa è a metà tra una tassa e una multa. In passato, nomi come "Ikea" e "Allah" sono stati tassati e rifiutati perché fuorvianti e potenzialmente offensivi dal punto di vista religioso.
La Svezia non concede la cittadinanza per nascita a un bambino che non abbia almeno un genitore con cittadinanza svedese. Un bambino nato in Svezia da due espatriati, che non hanno acquisito la cittadinanza, riceve un permesso di soggiorno dall'Agenzia per la Migrazione. Due svedesi che vivono all'estero, e che vogliono registrare il loro neonato in patria, possono essere tassati dall'Agenzia delle Entrate svedese se scelgono un nome troppo strano.
Lo Stato indiano del Kerala tassa alcuni prodotti/cibi
Sigarette, alcolici e bevande zuccherate sono tassate in molti Paesi del mondo per scoraggiarne il consumo. Nel 2016, per combattere l'obesità e le malattie correlate, anche lo stato indiano del Kerala ha imposto un'accisa del 14,5% sulla vendita di alimenti considerati "cibo spazzatura" nei fast food, nelle caffetterie e nei ristoranti in franchising. Quando questa legge è stata promulgata, il tasso di obesità del Kerala era tra i più alti dell'India.
Il cibo tassato in Kerala include (ma non si limita a) hamburger, pizze, tacos e ciambelle fritte. Non sono soggetti a questa tassa il cibo di strada e le pietanze servite nei piccoli ristoranti a conduzione familiare, perché non fanno parte di un franchising. Quindi, per gli espatriati in loco, costa molto meno acquistare un hamburger da un ristorante indipendente piuttosto che da Burger King o KFC. Non è chiaro se questa politica sia stata efficace, perché, nel 2021, ossia cinque anni dopo l'entrata in vigore della tassa, la percentuale di obesità degli abitanti del Kerala toccava il 40%. Secondo alcuni, la tassa non è abbastanza capillare, perché il cibo spazzatura si può acquistare in tanti altri posti oltre che nei fast food.
Anche la Danimarca, nel 2011 e nel 2012, applicava una tassa di 16 corone (circa 2,50 dollari) su olio da cucina, carne e latticini. Nell'arco di un anno, i modelli di consumo locali cambiarono così tanto che legge fu rapidamente eliminata, dato l'impatto economico sulle industrie produttrici.
Gli Stati Uniti offrono agevolazioni fiscali sulle lezioni di clarinetto, la carne di cervo e gli abiti da sposa
Gli Stati Uniti hanno la reputazione di essere un Paese in cui è facile intentare una causa, ma forse dovrebbero essere conosciuti anche per le loro agevolazioni fiscali. Ogni Stato ha le sue, tra le più diverse e insolite.
Se stai per sposarti, potresti ottenere dei crediti d'imposta dall'IRS per alcune spese relative al matrimonio, soprattutto se fai delle donazioni. Dopo il matrimonio, se doni il tuo abito da sposa e quello delle damigelle a un ente di beneficenza come Brides for a Cause e Brides Against Breast Cancer, otterrai una detrazione fiscale sul costo totale degli abiti. Lo stesso vale se doni il cibo avanzato dal banchetto di nozze alla mensa dei poveri, o se regali gli addobbi ai charity shop.
Se il luogo dove si svolge il matrimonio è classificato come patrimonio naturale o culturale (un parco nazionale, ad esempio) o se paghi una tassa alla chiesa per la celebrazione della cerimonia (o a qualsiasi altra istituzione religiosa registrata, come una moschea o una sinagoga), la spesa è considerata una donazione ed è quindi detraibile.
Esistono delle agevolazioni ancora più particolari. Negli anni '60, i genitori di un bambino hanno dichiarato le lezioni di clarinetto come spese mediche, perché un ortodontista le aveva prescritte per correggere la sua dentatura irregolare. Da allora, le lezioni di musica a scopo medico o terapeutico (per bambini con esigenze speciali) sono detraibili.
Alle Hawaii, la riforestazione è un affare serio. Chi ha un albero raro, o molto longevo, in giardino, ha diritto ad un'esenzione fiscale pari a 3.000 dollari ogni 3 anni.
In Carolina del Sud la caccia è molto diffusa. Secondo la legge in vigore, chiunque abbia a che fare con la carne (cacciatori, macellai, ecc.) ha diritto a uno sgravio fiscale di 75 dollari se dona carne di cervo a enti di beneficenza che distribuiscono cibo ai bisognosi. Inoltre, se sei un espatriato e ti sposi in questo Stato, hai diritto a una detrazione fiscale di 50 dollari se fai un corso prematrimoniale.
Esenzioni fiscali per gli artisti in Irlanda
Buone notizie per gli scrittori e i pittori stranieri che si trasferiscono in Irlanda! Il reddito derivante dalla vendita di libri, opere teatrali, dipinti, composizioni musicali, sculture, quadri e fotografie è esente da imposte, fino a un massimo di 50.000 euro. Può trattarsi anche di un'attività secondaria purchè sia fonte di reddito.
I criteri per la detrazione impongono che le opere siano originali, creative e che abbiano un valore culturale e/o artistico. Questo esclude i libri di testo, le opere realizzate a scopo commerciale, come la pubblicità o la propaganda politica, e i libri di saggistica.