Trasferirsi all'estero come lavoratore dipendente offre molti vantaggi. Puoi infatti mantenere l'impiego e allo stesso tempo vivere un'esperienza in un Paese straniero. Ma quali sono le opzioni per realizzare questo progetto? Il datore di lavoro può rifiutare la tua richiesta? Scopriamolo insieme.
Lavorare a distanza dall'estero
Il lavoro a distanza ha trasformato le aziende e questa tendenza è destinata a rimanere. Un numero sempre maggiore di imprese sta adottando il lavoro a distanza dall'estero per fidelizzare i dipendenti. Si tratta di una delle opzioni migliori per trasferirsi all'estero mantenendo il proprio lavoro. Le multinazionali guidano questo cambiamento, ridefinendo il concetto di "ufficio". Il lavoro a distanza si allinea alla tendenza della "workation", che sta guadagnando popolarità. Dopo la pandemia, i datori di lavoro prendono sempre più in considerazione la salute mentale dei propri dipendenti. Questo concetto si sta estendendo anche alle imprese medie e alle startup. Il datore di lavoro, però, può rifiutare una richiesta di lavoro a distanza dall'estero, anche se offre questa possibilità. In tal caso, deve motivare il rifiuto.
Ottenere un distacco
Il distacco è un'opzione per espatriare pur rimanendo impiegati. I lavoratori restano legati all'azienda e beneficiano della sicurezza del posto di lavoro. Il Paese di origine li copre dal punto di vista sanitario. L'incarico è predefinito, compresa la sua durata: il distacco implica un incarico breve, da pochi mesi a uno o due anni. Le opportunità in questo senso, non sono disponibili solo presso le grandi aziende ma anche nelle piccole e medie imprese (PMI).
Le strutture attive in un settore molto specifico (ad esempio la produzione di componenti per un polo industriale estero) possono approfittare degli incarichi di distacco per rafforzare la loro presenza nel Paese straniero.
Chiedere un trasferimento internazionale
Questa opzione è fattibile solo se l'azienda ha uffici all'estero. I professionisti che beneficiano del trasferimento internazionale cambiano luogo di lavoro pur rimanendo alle dipendenze della stessa azienda. Il dipendente può richiedere il trasferimento o il datore di lavoro può proporlo. In genere, le motivazioni sono diverse a seconda di chi presenta la richiesta. I dipendenti spesso chiedono un trasferimento per avanzare di carriera o per motivi personali (ad esempio, per seguire il coniuge). I datori di lavoro possono richiedere un trasferimento per aiutare un dipendente a fare carriera o per motivi economici. Per i trasferimenti disposti dal datore di lavoro è necessario il consenso del dipendente.
Negoziare un contratto di espatrio
Vuoi lavorare con un contratto locale pur mantenendo un legame con la tua azienda? Nonostante i famosi "pacchetti d'oro" non siano più di moda, i contratti di espatrio rimangono una buona opzione per i dipendenti in cerca di nuove esperienze. È importante ricordare che il contratto di espatrio è negoziabile. Il dipendente deve prendersi del tempo per esaminarlo e proporre delle condizioni in base alla sua situazione e alla potenziale perdita di reddito (se, ad esempio, il costo della vita nella destinazione di trasferimento è più alto). Durante il contratto di espatrio, il dipendente lavora con un contratto locale ed è coperto dall'assicurazione sanitaria locale. Al ritorno nella nazione d'origine, il dipendente viene reintegrato nell'azienda. Da notare che l'espatrio, in senso stretto, sospende il contratto originale ma non lo risolve.
Partecipare a un programma di mobilità internazionale interna
La tua azienda ha un programma di mobilità internazionale interna? Le multinazionali offrono spesso programmi di questo tipo, ma anche le aziende più piccole potrebbero averne. Più che le dimensioni dell'azienda, si tratta delle sue attività e dei suoi obiettivi principali. Una PMI che realizza una parte significativa del proprio fatturato con clienti stranieri ha tutto l'interesse a rafforzare la propria presenza in quei Paesi. Se non esiste un programma di mobilità, il dipendente può proporlo al datore di lavoro. Un programma del genere potrebbe favorire la crescita e l'espansione del mercato aziendale. In ogni caso, il datore di lavoro ha l'ultima parola nell'accettare o rifiutare la proposta.
Richiedere un trasferimento all'estero
Un'altra possibilità prevede che sia tu a metterti in moto, trovando una posizione presso la filiale estera dell'azienda per cui lavori. Questa opzione comporta la risoluzione del contratto originale per stipularne uno con la filiale estera dell'azienda. In questo caso, più che un espatrio, si tratta di un trasferimento a lungo termine.
Considerazioni importanti per trasferirsi all'estero mantenendo il posto di lavoro
È fondamentale conoscere le leggi sul lavoro sia del Paese d'origine che di quello ospitante. La tutela dei dipendenti e gli obblighi del datore di lavoro possono variare in modo significativo.
Un'azienda che invia i dipendenti per un incarico all'estero deve farsi carico del loro soggiorno, che è strettamente legato al lavoro. Deve tenere informati i dipendenti sulla situazione del Paese, compresi rischi potenziali (epidemie, problemi sanitari, di sicurezza, ecc.). Potrebbe tuttavia non farsi carico di spese come i trasporti (noleggio auto, altri spostamenti ecc...). Può scegliere di pagare direttamente le spese (alloggio, genere alimentari...) o di rimborsarle in un secondo momento.