Molti pensionati scelgono di trasferirsi in destinazioni dove il costo della vita è inferiore rispetto a quello del Paese d'origine. Spesso le loro pensioni non sono all'altezza delle aspettative e questo spinge alcuni a continuare a lavorare, per necessità o per scelta personale. Vivere all'estero, però, è soggetto a regole specifiche legate ai visti, che non sempre permettono al pensionato di svolgere un'attività professionale. Analizziamo la questione.
I “visti per pensionati” sono compatibili con il lavoro?
A meno che tu non sia un cittadino dell'UE, che beneficia della libera circolazione all'interno dell'Unione, in genere ti servono un visto e un permesso di soggiorno per andare in pensione all'estero. Le nazioni che offrono visti specifici per pensionati sono una trentina tra cui Italia, Grecia, Portogallo, Spagna, Costa Rica, Messico, Argentina, Brasile, Malesia, Thailandia, Dubai e Mauritius.
Per ottenere il visto per pensionamento è necessario soddisfare alcune condizioni, come ad esempio avere un reddito adeguato (stabilito dai rispettivi governi) e stipulare un'assicurazione sanitaria. Nella maggior parte dei casi non puoi svolgere un'attività professionale! Questo perché, in genere, gli Stati preferiscono ospitare pensionati che portano reddito senza interferire con il mercato del lavoro locale. Quali sono, quindi, le opzioni disponibili se vuoi continuare a lavorare per aumentare il tuo reddito?
Una soluzione possibile è quella di richiedere la residenza permanente dopo aver vissuto sul territorio per alcuni anni. In Costa Rica, ad esempio, un visto per pensionati può essere convertito in un permesso di residenza permanente dopo tre anni, consentendoti di lavorare. Le condizioni specifiche variano da uno Stato all'altro e spesso richiedono un periodo di transizione durante il quale non puoi lavorare.
Tra le altre opzioni c'è quella di chiedere un permesso di soggiorno piuttosto che un visto per pensionati. Se vuoi avviare un'attività imprenditoriale, o investire sul territorio, valuta il visto per investitori, detto anche visto d'oro (golden visa). Questo visto consente agli stranieri di età superiore ai 18 anni (di solito senza altre restrizioni di età) di ottenere un permesso di soggiorno e talvolta anche la cittadinanza investendo nel Paese. Gli investimenti possono includere l'acquisto di immobili, l'investimento in titoli di Stato o l'avvio di un'attività commerciale.
Il visto spagnolo per investitori, ad esempio, prevede condizioni specifiche per l'avvio di un'attività: bisogna creare posti di lavoro, avere un impatto positivo sull'economia o contribuire in ambito scientifico/tecnologico.
Se non vuoi investire, ma dedicarti a un'attività professionale più convenzionale come la consulenza, considera i visti per lavoro a distanza o per nomadi digitali. Tra le destinazioni che offrono questi visti ci sono Estonia, Panama, Spagna, Thailandia, Messico e Costa Rica. Il visto per nomadi digitali dell'Estonia, ad esempio, è pensato per chi ha un'attività che opera indipendentemente dal luogo di residenza, con attività svolte da remoto. Bisogna avere principalmente clienti al di fuori dell'Estonia e aver percepito un reddito di 3.504 euro al mese (al lordo delle tasse) negli ultimi sei mesi.
Come descritto, le condizioni possono variare in modo significativo. In generale, è più facile ottenere un visto per lavoro a distanza che non impatta il mercato locale, a meno che tu non stia contribuendo direttamente all'economia attraverso la creazione di posti di lavoro. Per essere impiegato a livello locale, dovrai probabilmente aspettare di ottenere un permesso di soggiorno a lungo termine. Ogni nazione ha le sue regole specifiche, quindi consulta il sito ufficiale dell'immigrazione per verificare attentamente i requisiti, oppure chiedi consiglio a un esperto del settore.
Altri consigli per ottimizzare la tua pensione all'estero
Se proseguire la carriera professionale ti sembra troppo complesso, considera la possibilità di sfruttare il tuo status di pensionato dal punto di vista fiscale.
In primo luogo, ti consigliamo di andare in pensione in un Paese che abbia stipulato trattati fiscali con quello d'origine. Questi trattati evitano la doppia imposizione fiscale. Trovi maggiori informazioni sul sito dell'agenzia delle entrate della tua nazione d'origine. Dovrebbe esserci una sezione dedicata ai “trattati fiscali internazionali” che fornisce i dettagli necessari.
Cerca informazioni sulle politiche fiscali del tuo nuovo Paese di residenza e assicurati di capire dove, e come, pagherai le tasse. Le formalità dipendono dalle condizioni stabilite dai governi e dai trattati fiscali in essere. Alcuni Stati, come Mauritius (per i visti di pensionamento), non tassano i fondi trasferiti sull'isola. Devi però dichiarare le tue fonti di reddito, compresa la pensione, nel Paese d'origine.
Al contrario, alcuni governi tassano i redditi provenienti dall'estero. Potrebbe convenire pagare le tasse nel Paese ospitante se ha aliquote fiscali più vantaggiose rispetto a quello d'origine, o se non impone tasse sul patrimonio. Valuta la tua situazione in base alla destinazione e alle normative vigenti.
Considera anche le spese di conversione della valuta. I tassi di cambio possono fluttuare in modo significativo e ciò potrebbe ridurre il valore della tua pensione. Puoi utilizzare una banca internazionale con filiali sia nel Paese d'origine, che in quello di espatrio, per facilitare i trasferimenti di fondi e ridurre al minimo le spese di cambio. È possibile aprire un conto multivaluta? Ciò ti aiuterebbe a gestire in modo efficace le diverse valute, riducendo le commissioni sulle transazioni.