Trasferirsi a Casablanca

L'espatriato del mese
  • Trasferirsi a Casablanca
Scritto da Expat.com team il 01 luglio, 2016
Più che come un blog, è nato come un flusso di coscienza, ci trovate le sensazioni, le foto, le esperienze e quello che imparo giorno dopo giorno in quest'avventura da expat a Casablanca.

Ciao Clara, raccontaci un po'di te, chi sei e da dove vieni?

Ciao! Ho 35 anni e sono napoletana; dal 2006 mi sono trasferita a Roma per lavoro, lì ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito.
Ci siamo sposati nel 2010 e nel 2014 è nata Sofia, ce la siamo presa comoda perché volevamo goderci per un po' la vita di coppia, viaggiare e mettere sulla giusta carreggiata le nostre carriere. 

So che ti sei trasferita assieme al marito e la vostra bimba, in che città del Marocco vivete?

Nel maggio 2015 ci siamo trasferiti a Casablanca, che non è esattamente la città più bella o più tranquilla del Marocco, ma è di sicuro quella di maggior respiro internazionale. Ci vive una folta comunità di expat e si trovano più o meno tutti i prodotti di consumo europei.

Quali sono stati i motivi del trasferimento?

Il nostro trasferimento è stata un'opportunità che abbiamo colto, il classico treno.
La società per cui lavora mio marito aveva intenzione di aprire una sede qui a Casablanca e gli ha chiesto di occuparsene. Ovviamente ci abbiamo riflettuto a lungo, beh in realtà non cosi a lungo…siamo entrambi piuttosto curiosi e irrequieti di natura e siamo partiti con la nostra bimba di appena 8 mesi.

Hai mai avuto delle paure e incertezze prima della partenza?

Beh qualche incertezza c'è stata e di diversa natura.
La prima preoccupazione era ovviamente la bimba: io avevo paura soprattutto per i controlli medici, le vaccinazioni, virus locali; poi il mio lavoro, ma fortunatamente ho ottenuto un'aspettativa per ricongiungimento familiare.
Per il resto avevamo voglia di allontanarci un po' dall'Italia e di vivere una nuova avventura.

Quali sono state le difficoltà iniziali?

Fondamentalmente le diversità culturali: riuscire a comprendersi e non tanto da un punto di vista linguistico.
Devo dire che i Marocchini sono un popolo molto ospitale e accogliente, non troppo lontani dalle mie origini napoletane.
Un'altra cosa importante all'inizio è costruirsi una rete sociale di supporto reciproco, ma anche questo è stato molto veloce e naturale.

Ci tengo a sottolineare che è tutta una questione di atteggiamento e di positività, se ci si trasferisce in un altro paese bisogna avere un atteggiamento aperto e umile verso chi ci ospita.
Se si dimostra rispetto, si viene rispettati e diventa tutto più semplice e piacevole.
Finora noi abbiamo incontrato solo persone disponibili che ci hanno aiutato e non si sono mai approfittati della nostra fiducia.

Sei una blogger, come si chiama il tuo blog e quando hai cominciato a scriverlo?

Beh non mi definirei propriamente una blogger. Quando é iniziata quest' avventura da expat ho sentito il bisogno di metabolizzare la mia esperienza cristallizzando delle sensazioni, momenti di riflessioni, punti di vista.
E' stata un'esigenza interiore prima di essere una volontà di condividere.
Così è nato il mio blog trasferirsiacasablanca.wordpress.com - Da casa a Casa.
In francese spesso Casablanca viene abbreviato con Casa, da qui il sottotitolo.  

Di cosa ti piace scrivere nel tuo blog?

Mi piace fissare dei momenti, parlare delle cose che imparo giorno dopo giorno, descrivere i posti, i luoghi e i locali che frequento.

Il blog ti è stato utile per allacciare rapporti di amicizia (virtuali o reali) con altri espatriati?

No, in realtà, questa è la prima occasione in cui ho pensato di promuoverlo.

Di cosa ti occupi attualmente? 

Essendo in aspettativa e adesso di nuovo in maternità, non ho ancora cercato un'occupazione remunerata.
Collaboro, a titolo gratuito, con un'associazione culturale italiana nell'organizzazione di spettacoli volti a diffondere la nostra cultura.

Che cosa facevi in Italia, prima di trasferirti?

Lavoravo in una grande multinazionale della consulenza. Sono un avvocato ed ho sempre lavorato nel settore della consulenza alla pubblica amministrazione.

Cosa ne pensi del livello di sicurezza a Casablanca? 

Ovviamente, come in tutte le città, dipende un po' dalle zone e dai quartieri che si frequentano. Certo non andrei a fare una passeggiata di notte nella medina, ma non abbiamo mai avuto problemi di nessun tipo.
Mi è anche capitato di rincasare tardi la notte da sola e non ho mai percepito alcuna sensazione di insicurezza, certo, ripeto, è necessario essere attenti e non assumere comportamenti rischiosi.

Siete riusciti ad integrarvi nella comunità locale?

Onestamente le nostre frequentazioni sono più nel giro degli expat, perché ovviamente cerchiamo lo stesso tipo di locali, supermercati, scuole e quindi alla fine ci si ritrova sempre tra stranieri. Allo stesso tempo sento di essere integrata nella comunità locale, nella misura in cui non mi sento “estranea” e non li sento “estranei” e inizio a dire anche qualche parolina di arabo.

Ci sono molti Italiani residenti a Casablanca?

Non tantissimi, anche se siamo in continuo aumento. Di certo la comunità più numerosa è quella francese, seguita da quella spagnola.

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