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Sogni di studiare all'estero, ma il fatto che nel tuo Paese ci siano università eccellenti ti frena? È un dubbio legittimo. In presenza di buoni corsi universitari a livello locale, spesso meno costosi, l'idea di studiare all'estero può sembrare azzardata. Eppure, al di là dell'aspetto puramente accademico, studiare all'estero apre orizzonti unici che le istituzioni locali, a volte, non riescono ad eguagliare.
Studiare all'estero: a volte è più economico di quanto si pensi
Anche se si tende a pensare che studiare all'estero sia prerogativa dei più agiati, per alcuni studenti potrebbe valere il contrario. Nei Paesi in cui le tasse universitarie sono molto alte, studiare altrove potrebbe essere una soluzione più vantaggiosa, sia per il portafoglio che per l'esperienza. Come riporta Study International, negli Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Canada e Hong Kong, le tasse universitarie possono raggiungere i 90.000 dollari all'anno, senza contare spese aggiuntive come vitto, alloggio, libri...
Le nazioni sopra citate ospitano alcune delle università più prestigiose del mondo: le istituzioni americane occupano da sole 197 dei primi 500 posti della classifica QS World University Rankings 2025. Le università del Regno Unito seguono con 97 posizioni, mentre Australia e Canada si aggiudicano rispettivamente 27 e 28 posti. Queste eccellenze accademiche hanno però un prezzo elevato. Per molti studenti locali, l'accesso a queste istituzioni di fama mondiale significa indebitarsi non appena maggiorenni. Negli Stati Uniti, ad esempio, il debito medio degli studenti universitari è di quasi 38.000 dollari.
A fronte di rette universitarie esorbitanti nei loro Paesi d'origine, molti studenti optano per destinazioni più abbordabili. Prendiamo, ad esempio, la Germania, dove l'accesso all'istruzione superiore pubblica è gratuito per tutti, compresi gli studenti stranieri. In Francia, le tasse di iscrizione alle università pubbliche per gli studenti non europei variano tra i 3.000 e i 4.000 euro all'anno, un importo relativamente ragionevole rispetto alle tasse applicate altrove. Per gli studenti internazionali di dottorato, la Francia rimane una scelta eccellente, con tasse universitarie annuali inferiori a 400 euro.
Tra le prime 500 università della classifica QS World University Rankings 2025 ci sono 23 istituzioni tedesche e 9 francesi come l'Università Tecnica di Monaco, l'Università di Stoccarda e la Libera Università di Berlino in Germania, nonché la Sorbona, Sciences Po e l'Université Grenoble Alpes in Francia. L'unico ostacolo che gli studenti internazionali possono incontrare è la conoscenza del tedesco o del francese a un livello intermedio avanzato (B2). In definitiva, conviene investire del tempo per imparare una nuova lingua piuttosto che indebitarsi a vita.
Per gli studenti che desiderano studiare, a prezzi accessibili, in Paesi anglofoni, l'Irlanda, il Sudafrica e l'India offrono opzioni interessanti. In Irlanda, le tasse universitarie per gli studenti internazionali variano da 11.000 a 29.000 euro, molto più basse rispetto all'Australia e gli Stati Uniti. Inoltre, quasi dieci università irlandesi, tra cui il Trinity College di Dublino e l'Università di Galway, figurano tra le prime 500 della classifica QS.
È ora di sfatare il mito secondo cui le nazioni del Sud del mondo non hanno grandi università. Prendiamo ad esempio l'Università di Città del Capo (UCT), la migliore istituzione africana, che si trova al 171° posto nella classifica mondiale. La UCT offre programmi di fama internazionale in medicina, salute pubblica, malattie infettive, scienze ambientali, educazione e antropologia. Gli studenti internazionali di questo istituto pagano tra i 4.000 e i 6.000 dollari di tasse universitarie all'anno.
In India, l'Indian Institutes of Technology (IIT), un prestigioso istituto dove ha studiato Sundar Pichai, CEO di Google, costa tra i 2.500 a 7.000 dollari all'anno. Studiando in Sudafrica, in India o in altre destinazioni anglofone dell'Africa e dell'Asia, gli studenti e le loro famiglie possono risparmiare in modo sostanziale, anche se il loro Paese di origine vanta università rinomate.
Diventare bilingue e sviluppare connessioni internazionali
Studiare all'estero non significa solo avere una laurea in mano: è un'opportunità unica per acquisire competenze interdisciplinari concrete e durature. Infatti, è difficile raggiungere una padronanza quasi totale di una lingua, e comprenderne appieno le sfumature, senza vivere in loco.
A livello globale, molti studenti stranieri sono cinesi. Questo è in parte dovuto al fatto che, per oltre il 40% di loro, migliorare le competenze linguistiche, in particolare in inglese, è cruciale. Nonostante la presenza di importanti università in Cina, come l'Università Tsinghua e l'Università di Pechino, classificate rispettivamente al 12° e al 13° posto nel mondo, solo il 5% circa della popolazione con un alto livello di istruzione parla correntemente l'inglese. Nelle principali città l'inglese è parlato a un livello intermedio (B1-B2) mentre la conoscenza avanzata (C1-C2) è poco diffusa.
Secondo l'Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato, il 2024 ha osservato una tendenza in crescita: un numero sempre maggiore di studenti cinesi, che si laureano all'estero, tornano a lavorare in patria. Le competenze linguistiche avanzate in inglese, e la padronanza di altre lingue che questi studenti hanno sviluppato durante i 2 o 4 anni di studio all'estero, costituiscono una marcia in più per distinguersi nel sempre più competitivo mercato del lavoro cinese.
I laureati che hanno acquisito competenze linguistiche all'estero sono particolarmente ricercati in settori come il commercio internazionale, le vendite e il marketing, la diplomazia e l'istruzione. Il loro profilo è particolarmente apprezzato dalle filiali locali delle multinazionali. Ma al di là delle lingue, l'immersione in una cultura straniera permette di sviluppare una capacità unica di gestire clienti internazionali. Hanno una migliore comprensione delle sfumature comportamentali, delle abitudini, dei codici di conversazione informale e delle aspettative: competenze essenziali in un mondo degli affari sempre più globalizzato.
Il mercato del lavoro globale è stato particolarmente teso negli ultimi anni. Secondo Aerotek, nel 2023 e nel 2024, il 70% degli americani ha faticato a trovare un impiego rispetto al passato. In questo contesto, i laureati di domani, devono costruire una solida rete di contatti. Una raccomandazione può fare la differenza tra più di 100 candidati per lo stesso lavoro. Gli studenti che hanno studiato all'estero hanno un vantaggio: hanno due reti di contatti, una nel loro Paese d'origine e una in quello dove hanno studiato.
Sviluppare una prospettiva internazionale su questioni globali come il cambio climatico, l'IA e i conflitti geopolitici
Sfide come l'adattamento ai cambiamenti climatici, l'attuazione di politiche sostenibili, la gestione delle tensioni geopolitiche, la conservazione del patrimonio culturale o l'integrazione dell'intelligenza artificiale sul posto di lavoro, richiedono competenze che trascendono i confini. Quelli che sapranno combinare le conoscenze acquisite a livello locale con una visione globale saranno i leader di domani.
Studiare all'estero ti prepara a dare un contributo attivo per fronteggiare le criticità internazionali. Prendiamo l'esempio di un giovane sudafricano che sceglie di studiare scienze ambientali in Nuova Zelanda. Approfondendo le iniziative neozelandesi in materia di energia verde, sarà poi in grado di adattare e implementare strategie simili in Sudafrica.
La Commissione Europea è convinta dell'importanza di formare laureati con una visione globale. Come riporta The PIE News, a metà del 2024 l'UE ha lanciato un'iniziativa chiamata "Europe on the Move", che mira a incoraggiare almeno il 23% degli studenti europei a studiare, fare uno stage o lavorare, all'estero. Studiare in un altro Paese dell'UE, spiega il report, non rafforza solo i valori europei, ma facilita anche le transizioni ecologiche e digitali, dato che gli studenti, tornando a casa propria, applicano le strategie apprese all'estero.