Fulvio è un ex funzionario delle Agenzie esecutive delle Nazioni Unite. Ha lavorato per 35 anni nell'ambito della cooperazione allo sviluppo nel settore agricoltura. Nel corso della sua carriera ha vissuto in molti paesi di Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina.
"E' stata un'esperienza arricchente non solo dal punto di vista professionale ma anche sotto l'aspetto umano" - racconta Fulvio, che ora risiede a Buenos Aires, in Argentina, assieme alla moglie Linda.
Parlaci di te: chi sei e da dove vieni?
Mi chiamo Fulvio, vengo dall'Italia, ultimo domicilio Roma e Milano.
Dove sei espatriato?
Mi sono trasferito a Buenos Aires all'inizio del 2015.
Hai vissuto/viaggiato anche in altri Paesi esteri?
Sono stato un funzionario delle Agenzie esecutive delle Nazioni Unite, per cui ho viaggiato e vissuto in molti paesi di Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina, durante 35 anni di lavoro nella cooperazione allo sviluppo dei Paesi del Sud del mondo.
Qual' è quello che ti ha maggiormente colpito e perché?
In Africa mi sono trovato particolarmente bene in Etiopia, mentre tutto il Sud-Est Asiatico è stato una bella e lunga esperienza di vita.
Ho sviluppato una notevole capacità di adattamento per cui le difficoltà di tipo pratico non rappresentano un problema particolare. Quello che conta molto è la capacità o la possibilità di interagire con la gente del posto e stabilire rapporti di amicizia.
Questo mi ha reso il vivere fuori più che accettabile, se non addirittura esaltante e arricchente sul piano dei valori umani, del vedere e capire, del sentire e condividere.
Quali sono i motivi principali che ti hanno convinto a stabilirti in Argentina?
L'esperienza di lavoro fatta negli anni 90 in America Latina, dove coordinavo le attività in 16 paesi, mi ha fatto apprezzare le molte affinità che ci sono tra latini.
L'Argentina in particolare è un paese che ti abbraccia e ti affascina con i suoi infiniti orizzonti, le mille risorse e una natura meravigliosamente variata.
E' un vero paese dell'accoglienza dove dagli inizi dell'800 convivono popolazioni delle più diverse origini etniche e radici culturali.
La gente è molto accogliente, disponibile, educata e affettuosa. Inoltre, ci sono i cugini di mia moglie Linda che ci hanno molto aiutati all'inizio con consigli sulle scelte da fare e con le pratiche burocratiche e amministrative. Cosa non facile quando ci si trasferisce in un altro paese.
Qual è stata la prima sensazione provata toccando suolo argentino?
Sono arrivato per la prima volta, in un viaggio esplorativo, nel 2010 e la sensazione dopo 15 giorni di soggiorno e viaggi al nord è stata di un paese grande e accogliente.
Per certi aspetti direi che è un paese facile e stimolante.
Quanto tempo ci è voluto per ambientarti a Buenos Aires?
Non ho avuto bisogno di ambientarmi. Se non si hanno particolari esigenze e si sa guardare al positivo accettando i piccoli problemi quotidiani, si può vivere bene senza particolari stress.
C è molta curiosità, interesse e disponibilità verso gli italiani che scelgono di vivere qui.
Di cosa ti occupavi prima della pensione?
Cooperazione allo sviluppo con Agenzie operative delle Nazioni Unite nel settore agricoltura.
Che tipo di visto possiedi?
Residenza temporanea.
Qual è l'iter da seguire per ottenere questo tipo di visto?
Si richiede la residenza temporanea presso il Consolato Italiano a Roma presentando una serie di documenti di cui alcuni con apostille, e tradotti in spagnolo, e una giustificazione per l' immigrazione: contratto di lavoro, progetto di investimento, studio o stato di pensionato.
Una volta entrati nel paese si chiede il rinnovo ogni anno fino a 3 anni complessivi, presentando il certificato penale argentino, che adesso si può richiedere e avere online senza fare grandi file agli uffici comunali.
Alla fine del terzo anno, volendo, si può richiedere la residenza permanente.
Durante la residenza temporanea non ci si può allontanare dal paese per più di 6 mesi complessivi all'anno.
Con il DNI, anche temporaneo (doc. nacional de identidad) si può entrare nei paesi del Mercosur.
Quanto ti costa al mese vivere a Buenos Aires?
Avendo casa di proprietà e un auto, in due spendiamo circa 1.500 euro mensili, compresi i viaggi nel paese o nei paesi limitrofi.
Quali sono i settori lavorativi più comuni ricoperti da espatriati a Buenos Aires?
Dipende dalla nazionalità. Molti cittadini del MercoSur (una sottospecie di UE) fanno ogni tipo di lavoro, soprattutto commercio, servizi domestici, artigianato.
Gli Europei, o hanno progetti di investimento o insegnano nelle Università pubbliche o private, o sono comandati in Sud America dalle imprese straniere che operano qui (tipo Tenaris, E&Y).
Con laurea e specializzazione si trova lavoro presso strutture private e pubbliche.
Qui come negli USA ti valutano più per ciò che sai fare che per il pezzo di carta che presenti. Le università fanno contratti da visiting professor e pagano una miseria. Ho avuto varie offerte sempre rifiutate.
Comunque ho visto che giovani italiani con laurea in specifici settori (giurisprudenza, scienze politiche, finanza, medicina, economia, geologia) trovano facilmente impiego presso società straniere.
Gli stipendi non sono male e permettono di vivere decentemente.
Se si vuole guadagnare bene, bisogna inventarsi imprenditori di se stessi e siccome l'Argentina si sta aprendo al resto del mondo sviluppato, potrebbe essere un buon momento per inserirsi con attività di nuova generazione.
Gli Argentini, a causa dell'andamento ondivago della loro economia, con la quale convivono da sempre, a prescindere dalla loro qualifica si adattano a fare i lavori che offre il mercato. Questo rende il mercato del lavoro molto flessibile e dinamico.
Com'è una tua giornata tipo?
Ginnastica, passeggiate a piedi o in bici nei grandi parchi di Palermo, quartiere di oltre un milione di abitanti, e una vasta scelta di eventi culturali che offre Buenos Aires: musei, gallerie, concerti di classica o jazz, visite guidate, eventi cinematografici tipo il BAFICI, festival del cinema indipendente che durante 10 giorni e proietta oltre 300 film che forse non vedremmo mai.
Nei fine settimana faccio gite “fuori porta “con gli amici. Mi piace cucinare, cucina fusion Italo-asiatica-argentina, e ho molti clienti “non paganti”.
Quali sono i tuoi hobby e le tue passioni?
Viaggi, fotografia, musica jazz e classica, rilettura dei grandi classici.
Volontariato nelle aree del Nord dove ci sono comunità che vivono in estrema indigenza. Mia moglie ed io siamo interessati particolarmente alle comunità Guaranì (nativi indiani) nella regione di Misiones. (Cascate di Iguazù).
Quando ne ho l'opportunità faccio degustazione di vini. In Italia avevo fatto i 3 corsi da sommelier e partecipavo a degustazioni importanti.
Quali sono gli operatori locali per la telefonia mobile?
Movistar, Personal, Claro, altri in arrivo. Non sono eccezionali ma il paese è grandissimo e non sempre si ha copertura viaggiando nella pampa o nella Patagonia “sconfinate”.
Cosa ne pensi del livello di sicurezza personale a Buenos Aires?
Punto caldo della questione.
Purtroppo i giornali, come da noi, tendono ad enfatizzare troppo la cronaca nera. Direi che il grado di sicurezza dipende dai barrios in cui si vive o che si frequentano.
Nunez, Belgrano, Palermo, Barrio Norte, Recoleta, Villa Urquiza, sono tra i quartieri residenziali di livello medio alto dove c'è abbastanza sorveglianza da parte della Polizia Federale, e sono piuttosto tranquilli. Altri quartieri, più periferici, soprattutto alcune villas, sono obiettivamente pericolosi e non è consigliabile andarci soprattutto di notte.
Il rischio di aggressione fisica o armata per furto cellulare, borsa, fotocamera o auto è abbastanza alto. Buenos Aires ha il primato dei furti di cellulari: 5000 al giorno ma è anche vero che ci sono 14 milioni di persone che camminano tutto il tempo col telefono in mano.
Come espatriato, in che misura puoi avvalerti del sistema sanitario pubblico?
Qui vige il sistema all'americana.
Il contratto di lavoro comprende anche la copertura sanitaria presso cliniche private convenzionate con l'azienda.
Non avendo io un contratto di lavoro non ho una copertura sanitaria. Però, come in Italia, per le emergenze c'è l'assistenza sanitaria gratuita presso l'Ospedale Italiano, che dicono sia di buon livello.
Io ho una copertura sanitaria privata stipulata in Italia. Se dovessi farla qui mi costerebbe oltre 1000 euro/mese e avendo oltre 65 anni è anche difficile che la accettino.
Quali sono le caratteristiche climatiche di Buenos Aires?
Comparabile a Roma. In estate (dicembre -febbraio) le temperature arrivano fino a 38 gradi e l'umidità può arrivare facilmente al 95%. In inverno difficilmente si hanno meno di 6-7 gradi di notte. L estate comincia a Novembre e dura fino a metà Aprile. Non male direi.
Che consigli puoi dare ai futuri espatriati per affrontare al meglio un trasferimento in Argentina?
Valutare bene le possibilità o le offerte di lavoro. Leggere bene le condizioni del contratto, anche e soprattutto le note a pie di pagina (letras chicas).
Se entrano senza contratto di lavoro è importante che abbiano una solida assicurazione sanitaria. Nella ricerca dell'alloggio, valutare bene i diversi quartieri (barrios), la presenza di buoni servizi di trasporto, negozi e supermercati, offerta educativa per i figli.
Spostarsi in auto verso il centro città è problematico sia per il traffico sempre molto intenso sia per la disponibilità di parcheggi. I quartieri che ho menzionato sopra sono ben serviti da autobus e metropolitane.
L' ideale è arrivare con un contratto di lavoro stipulato con una impresa italiana/europea che opera in Argentina. Avere entrate in Euro o USD protegge dall'inflazione che ancora oggi supera di fatto il 20% annuo.
Cosa ti piace di più e cosa apprezzi meno della tua esperienza da expat in Argentina?
Amo i grandi spazi della capitale, piazze, giardini parchi, l'architettura francese stile haussmannien e decorazioni liberty nouvelle vague, che rende Buenos Aires una città senza tempo, e la vita frenetica ma non stressante, le grandi estensioni fuori dalla capitale, una natura esplosiva e incredibile.I colori dell'autunno e della primavera valgono il viaggio.
Sfrutto al massimo l'offerta culturale di qualità che offre la capitale.
Apprezzo la filosofia argentina del vivere serenamente e allegramente nonostante tutto.
Di fronte a un buon asado (BBQ) e un buon vino rosso, condivisi in allegria con amici vecchi e nuovi, tutti i problemi si dimenticano…. almeno fino al giorno dopo.
Mi pesa il fatto che qui ancora è tutto un pò “molto” approssimativo. Il concetto di qualità è inesistente nei servizi come nei prodotti commerciali e alimentari.
I tanto decantati vini malbec argentini non sfuggono a questo gap. Parola di sommelier!
Il paese, la cui politica di sviluppo e produzione industriale è stata per oltre dieci anni ispirata a un sistema protezionista di tipo autarchico (niente esce e niente entra) non osa ancora aprirsi al mercato globale in quanto la produzione nazionale non sosterrebbe l'impatto con qualità e i prezzi competitivi offerti dalla concorrenza mondiale.
L'ultimo G20, organizzato per la prima volta in Argentina, non ha portato a grandi risultati purtroppo.
Se dovessero arrivare un Ikea, un Decathlon o un Roy Merlin, le imprese locali chiuderebbero. Il governo attuale spinge gli industriali a investire sulla ricerca e sul miglioramento della qualità dei prodotti ma fino ad ora con scarsi risultati. In generale, manca negli imprenditori una visione a lungo termine, si vive alla giornata non sapendo cosa succederà domani.
Non dimentichiamo però che nei decenni passati l'Argentina ha vissuto prima gli anni della dittatura militare (1976-1983), e poi il tracollo economico da ricercarsi negli undici anni di presidenza di Carlos Saoúl Menem, alla guida del paese dal 1989 al 1999, con una folle politica di privatizzazione selvaggia, dove imprese straniere hanno saccheggiato tutte le migliori risorse mettendo in ginocchio il paese.
Da diversi mesi l'Argentina sta accogliendo migliaia di venezuelani che fuggono da un paese in rovina, tra questi molti professionisti con notevoli competenze.
Oggi, si registra un crescente interesse verso l'Argentina con l'arrivo di giovani europei. Questa nuova ondata di migrazione rappresenta anche un segnale di fiducia in un grande paese e nella sua gente generosa e accogliente.