Diego è nato e cresciuto in provincia di Verona. Un paio d'anni fa ha lasciato l'Italia per trasferirsi negli Stati Uniti. E' un ingegnere elettronico e lavora ad Atlanta, in Georgia.
Raccontaci di te, da dove vieni e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?
Mi chiamo Diego ed ho 29 anni, vengo da Tregnago, un piccolo paese immerso nelle colline non lontano da Verona.
Ho lasciato il paese poco più di due anni fa, all'inizio dell'estate del 2019 .
Da dove nasce la decisione di trasferirti negli Stati Uniti?
Già dal 2013 pianificavo ameno una volta ogni 3 anni di fare viaggio per visitare il mondo che mi circonda, sono quindi partito per la mia prima avventura in Australia, dove ho iniziato a capire come il mondo giri diversamente al di fuori dellItalia e dell'Europa.
Nel 2016 sono partito per la seconda avventura in Cambogia dove ho visto uno stile di vita completamente diverso.
Chiamalo destino ma nell'Ottobre del 2018, a ridosso della pianificazione del nuovo viaggio, ho ricevuto una telefonata da un amico/collega che non sentivo da diversi anni, da quando si era trasferito negli States. Tra ricordi passati e aggiornamenti sui recenti avvenimenti, mi ha comunicato di una posizione libera presso la sede americana dell'azienda per la quale lavoravo.
Dopo diversi colloqui sono riuscito ad ottenere una posizione temporanea nella sede italiana con la previsione di trasferimento nel 2019.
In che città vivi ed in base a che criteri l'hai scelta?
La scelta principale viene dalla posizione della sede dell'azienda, attualmente vivo a Woodstock (Georgia).
Lho trovata la miglior scelta perché in 10 minuti sono al lavoro, in mezz'ora posso raggiungere il centro di Atlanta (traffico permettendo!), si trova a 5 minuti dal lago ed è immersa nella natura.
Di cosa ti occupi e che effetti ha avuto la pandemia sulla tua attività professionale?
Provengo da una posizione di disegnatore progettista e programmatore di robot per lautomazione industriale, attualmente fornisco assistenza tecnica come electrical engineer per il funzionamento di grossi macchinari industriali per la stampa.
Trattandosi principalmente di stampe per imballaggi per il settore alimentare non si è sentita molto la pandemia a livello lavorativo, in ogni caso la zona non è mai stata veramente in crisi sanitaria per cui, al di fuori di trovare negozi aperti ad orari ridotti e l'obbligo di mascherina, non si è mai sentito veramente il problema.
Attualmente sento il problema per il travel ban che continua tutt'oggi rendendo difficile tornare in Italia per una visita ai genitori.
L'anno scorso hai assisto al cambio di presidenza tra Trump a Biden. Come espatriato, hai già riscontrato qualche beneficio o differenza tra i due governi?
La speranza era di una maggior flessibilità e facilità nei processi di ottenimento della tanto desiderata green card ma probabilmente, determinato anche dalla pandemia, ad oggi non si notano differenze di alcun tipo.
Sei riuscito a costruire una rete di amicizie in loco e come hai fatto a conoscere nuova gente?
Le amicizie come ero abituato in Italia sembrano più difficili da instaurare qui, molte delle nuove amicizie fatte le definirei one shot, grandi amici per una sera poi spariscono.
Gli unici collegamenti più a lungo termine sono con altri italiani e ispanici. Ti basta trovare un italiano su un gruppo Facebook e poi alle serate un collegamento tira l`altro.
Immagino che ci siano degli aspetti della vita in questo paese (positivi e negativi) che hai scoperto solo vivendoci. Quali sono?
Già da subito ho potuto riscontrare una maggior leggerezza di vita, vivi e lascia vivere, questo porta a non esser mai giudicato.
La burocrazia è decisamente più snella e semplice, patente fatta (teoria e pratica) in meno di una settimana con soli 35$, la patente arriva per posta!
Poi è un paese meritocratico. Ti dai da fare? Farai sicuramente carriera. Sei un fannullone? Possono licenziarti senza troppa fatica.
Tra gli aspetti negativi c'è al primo posto la distanza dall'Italia e dai genitori. In tempo di COVID, è un un anno e mezzo che non torno, e la distanza si fa sentire.
Ovviamente manca il buon cibo italiano, qui il miglior ristorante italiano è casa propria o a casa di altri italiani.
A distanza di qualche tempo dal trasferimento, sei soddisfatto della scelta presa?
Si, non escludo l'idea in futuro di tornare per gustarmi la pensione nel mio paese natale. Nonostante le scelte di vita che ho dovuto fare continuo ad amare l'Italia.
Credo che l'Italia a malincuore abbia ancora troppi difetti per viverci. Consiglio sempre a chiunque di fare almeno un'esperienza all'estero per rendersi conto di assurdità diventate normali per chi vive in Italia.
A distanza di due anni dal mio arrivo sto considerando inoltre di ricominciare gli studi che, per quanto costosi, aiutano a costruire una più solida carriera.