Effetti della crisi del settore tecnologico statunitense sugli espatriati

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Scritto da Asaël Häzaq il 07 febbraio, 2023
Dopo il boom di assunzioni nel settore tecnologico americano che ha caratterizzato la prima fase del COVID, l'incertezza ha preso il sopravvento. Le massicce ondate di licenziamenti che si sono susseguite in tutto il mondo hanno lasciato migliaia di lavoratori sotto shock. La situazione è particolarmente critica negli Stati Uniti, dove gli stranieri sono costretti a trovare rapidamente un lavoro. Qual è la causa di questa inversione di rotta? Qual è il futuro del settore tecnologico statunitense e quali sono le conseguenze per i lavoratori stranieri?

2023: un altro anno nero per la Tech?

Il 2022 segna un punto di svolta nel mondo della tecnologia. Dopo le massicce assunzioni registrate durante il Covid, i giganti delle nuove tecnologie stanno licenziando in massa. Amazon ha tagliato 18.000 posti di lavoro. Microsoft ha annunciato il licenziamento di 10.000 dipendenti. Meta, in perdita dopo il cambio di nome e di strategia (l'azienda sta investendo molto nella realtà virtuale), ne ha messi alla porta 11.000. In totale sono stati tagliati 130.000 posti di lavoro, di cui quasi 100.000 negli Stati Uniti. Si tratta di un duro colpo per migliaia di professionisti, che si aggiunge alla crisi economica globale. Negli USA sono già stati annunciati 134.000 nuovi tagli per quest'anno.

Dobbiamo paragonare il 2022 allo scoppio della bolla di internet negli anni 2000? Gli analisti sono prudenti. Nonostante il forte aumento dei licenziamenti, il settore tecnologico continua ad assumere, sia negli Stati Uniti che a livello globale. In America, il settore tecnologico è al secondo posto tra quelli che hanno licenziato di meno negli ultimi 20 anni. Tuttavia, è chiaro che l'entusiasmo degli anni passati è finito. La Banca Mondiale, che annuncia una recessione nel corso del 2023, invita alla cautela. Gli Stati Uniti sperano di evitarla grazie alla crescita del 2,1% nel 2022, al basso livello di disoccupazione (3,5%) e al calo del tasso di inflazione. Ma alcuni economisti ritengono che l'economia statunitense rallenterà quest'anno.

Posti di lavoro colpiti da licenziamenti

Molti posti di lavoro sono potenzialmente a rischio, con differenze che dipendono dalle aziende e dalla loro strategia. Molte si sono lanciate nella corsa all'intelligenza artificiale, una garanzia per i professionisti del settore di mantenere il posto di lavoro. Altri, che pensavano di essere al sicuro in settori come la comunicazione, la finanza o l'e-commerce, hanno visto le loro certezze sgretolarsi. 

Google non fa trasparire troppi dettagli, l'unica certezza è che lo scorso 20 gennaio, Sundar Pichai, il CEO di Google e Alphabet, ha messo alla porta 12.000 dipendenti in tutto il mondo. Stando a quanto riferito, i licenziamenti interessano l'azienda Alphabet nella tua totalità, vale a dire tutti i servizi, i prodotti, gli impiegati indipendemente dal livello, e tutte le sedi. Gli unici posti di lavoro che restano confermati sono quelli in ambito dell'Intelligenza Artificiale (IA) e le alte cariche.

Il nuovo capo di Twitter, Elon Musk, ha tagliato quasi la metà del suo staff. Certi gruppi di lavoro sono stati eliminati quasi completamente, in particolare nei dipartimenti di comunicazione, marketing, diritti umani e diversità. Amazon ha intenzione di iniziare tagliando i dipendenti dei negozi fisici. Saranno i primi, insieme ai dipendenti che si occupano dei dispositivi elettronici del marchio, a essere colpiti dal piano di licenziamenti. L'azienda ha inoltre congelato le assunzioni negli uffici. Microsoft invece sta licenziando un numero leggermente inferiore di dipendenti rispetto ai suoi concorrenti. I tagli ai posti di lavoro riguardano principalmente l'ufficio legale, il reparto Xbox e il centro di esperienza dei prodotti (product experience center). 

Perchè questa ondata di licenziamenti?

In sostanza, il mondo della tecnologia ha la reputazione di essere a volte instabile e non sempre redditizio. Le ragioni stanno nella sua intricata interconnessione con altri operatori del mercato. Il periodo attuale è comunque senza precedenti. La pandemia, soprattutto durante i lockdown, ha portato a nuovi comportamenti. Le persone hanno trascorso più tempo in casa, il lavoro a distanza era la nuova norma e la maggior parte dei negozi era chiusa. Questa situazione ha portato a un boom di richieste in vari settori, soprattutto nell'ambito degli ordini online, delle consegne a domicilio, delle applicazioni per il gaming, dei videogiochi, dello streaming, ecc. Ovunque nel mondo si è osservato lo stesso fenomeno. Durante il confinamento, la gente ha comprato nuovi desktop per il computer e si è abbonata a varie piattaforma online (per fare sport, seguire lezioni di cucina ecc...). 

Per soddisfare la domanda, le aziende tech hanno assunto in massa, forse troppo, per loro stessa ammissione. Pensavano che il cambio nei consumi sarebbe continuato nel tempo, ma con la riapertura delle frontiere e il ritorno alla normalità, le abitudini sono tornate quelle del passato. Da qui il calo della domanda, che a sua volta ha minato il fatturato dei giganti del settore tecnologico. Così è iniziata l'ondata di licenziamenti. 

È inoltre importante ricordare che questi licenziamenti avvengono nel contesto di una crisi globale. Il 2022 è stato anche l'anno della guerra in Ucraina e dell'inflazione. Piuttosto che di una "crisi tecnologica", alcuni economisti preferiscono parlare di un "crollo della crescita". Altri sottolineano il ruolo degli azionisti. Di fronte alle perdite, gli azionisti dei colossi del settore tecnologico si aspettano una reazione veloce ossia il licenziamento di parte del personale. Questa situazione si è verificata soprattutto negli Stati, dove la legge autorizza i licenziamenti quasi "immediati". I tagli hanno colpito migliaia di professionisti con visto H-1B.

Le conseguenze dei licenziamenti nel settore Tech per i titolari di un visto H-1B

L'ondata di licenziamenti nel settore della tecnologia sta colpendo migliaia di stranieri in possesso di un visto H-1B, che è la via preferenziale alla Green Card (carta di soggiorno permanente). Questa tipologia di visto di lavoro è destinata a stranieri qualificati come ingegneri, esperti informatici, ricercatori, ecc. 

Per ottenere il visto H-1B, i professionisti stranieri devono essere sponsorizzati da un datore di lavoro e possono restare sul territorio fintanto che il rapporto lavorativo con l'azienda resta valido. Se perdono il lavoro, rischiano di perdere il visto e di dover lasciare il paese. Questo è purtroppo il caso di tanti espatriati che di recente sono stati licenziati. Molti di loro si sono ritrovati improvvisamente disoccupati, con un lasso di tempo troppo corto per trovare un altro lavoro. Il governo americano concede loro solo 60 giorni per trovare un nuovo impiego o per cambiare categoria di visto. Se non ci riescono, devono fare le valigie.

Eppure, i talenti stranieri rappresentano il 20-30% della forza lavoro delle aziende tech americane; le stesse che, in alcuni casi, sono state fondate da immigrati che sono arrivati con un visto H-1B. Anche se il settore tech continua ad assumere, gli economisti ritengono che solo una parte dei talenti stranieri troverà lavoro. Il contesto è cambiato. Nel 2021 era molto più facile trovare un lavoro in tempi così brevi. 

Gli espatriati che sono stati licenziati, se non riescono a trovare un altro impiego, hanno poche alternative per rimanere sul suolo americano. Possono richiedere un visto per studenti, o una green card, o creare una propria attività. Si tratta però di procedure molto costose che non sempre hanno un esito positivo. Alcuni suggeriscono di rivedere il limite di 60 giorni, considerato troppo corto per trovare un lavoro, soprattutto in tempi di crisi.

Chicago, il nuovo polo tecnologico

E se Chicago avesse la soluzione? La città conta sugli immigrati qualificati per diventare il nuovo Eldorado americano dell'innovazione e della tecnologia. La città punta in alto e opera in stretta collaborazione con le imprese. Più di 35 aziende di Chicago dichiarano di voler assumere titolari di visto H-1B. Si tratta di un'opportunità per reclutare talenti internazionali e per dare una spinta all'economia locale; pare che in Illinois siano disponibili più di 400.000 posti di lavoro. 

Sia la città che le aziende si stanno impegnando per far passare il messaggio che: "Chicago ha bisogno di talenti". "Chicago è innovativa". "Chicago è vibrante, accogliente e dinamica". "Chicago è il nuovo polo tecnologico". Ma Chicago non ha intenzione di investire solo nella tecnologia. Riconoscendo che la diversificazione è la chiave per un'economia fiorente, la città vuole posizionarsi anche in altri settori come l'industria, la manifattura, la finanza, l'assistenza sanitaria, le energie rinnovabili e l'alimentare. Un equilibrio che le permetterà di resistere meglio in tempi di crisi. 

Link utili in inglese

Go Tech Chicago

US Citizenship and Immigration and Services

H-1B visa process