Il visto Hallyu per gli appassionati della cultura K
Quella che fino a pochi anni fa era considerata una moda passeggera, oggi è una tendenza di portata mondiale. Nel 2020, la Corea del Sud è riuscita a esportare oltre 10 miliardi di dollari di produzioni legate alla cultura K: film, serie (K-dramas, serie televisive coreane) e musica, tra cui il famoso K-pop o pop coreano.
L'"hallyu", conosciuto anche come Korean Wave (onda coreana), è frutto di una strategia avviata dalle autorità coreane negli anni '90, in un periodo di crisi economica. All'inizio del 2022, il governo ha fatto un ulteriore passo avanti per promuovere il soft power coreano annunciando l'introduzione di un nuovo visto per gli amanti della cultura coreana. Inizialmente, la dicitura "visto Hallyu" è stata tradotta in "visto per i fan del K-pop", ma in realtà si rivolge a tutti gli appassionati di questa cultura. Per ottenere il visto Hallyu, gli stranieri devono iscriversi a una scuola d'arte, che si tratti di danza, musica o qualsiasi altra forma artistica.
Fino a questo momento, gli stranieri che volevano perfezionarsi come artisti in Corea del Sud non avevano troppa scelta in fatto di visto. Potevano chiedere quello turistico, che però è troppo breve (90 giorni al massimo) o quello per studenti, vincolato all'iscrizione presso un'università locale o una scuola di lingue. Il più adatto era l'E-6 (visto per cultura e intrattenimento) con lo svantaggio di essere difficile da ottenere perché presupponeva un contratto con un'agenzia coreana di animazione e intrattenimento. Tutti questi visti sono molto costosi, e non soddisfavano completamente le esigenze dei richiedenti.
Il visto Hallyu consente agli stranieri di ricevere una formazione in una scuola abilitata. Il Ministero coreano della Cultura, dello Sport e del Turismo fa sapere che i richiedenti devono iscriversi presso un istituto riconosciuto dal governo.
La Corea del Sud avrà presto il suo visto per nomadi digitali
Il governo coreano sta anche valutando l'introduzione di un visto per nomadi digitali. In seguito alla pandemia del Covid, l'interesse per questo nuovo tipo di visto è cresciuto e i Paesi che lo concedono sono sempre più numerosi. La Corea del Sud vuole fare altrettanto, dimostrando così di aver preso atto delle nuove forme di organizzazione del lavoro e delle nuove aspettative dei lavoratori. I lockdown durante la pandemia hanno innescato un boom del lavoro a distanza. Sempre più lavoratori desiderano conciliare i loro obiettivi professionali con le esigenze personali.
Le grandi aziende offrono ai loro dipendenti la possibilità di operare da casa, sia sul territorio nazionale che all'estero. Per distinguersi dalla massa, la Corea del Sud ha già creato nuovi poli tecnologici, investendo molto su Busan, una città balneare molto popolare tra i turisti. Dal 6 febbraio è stato aperto un hub presso l'elegante e moderno Hotel Asti, non lontano dalla stazione ferroviaria. La Corea del Sud intende sfruttare la sua immagine high-tech per attirare i nomadi digitali.
Corea del Sud: la nuova regina del soft power?
Ingegneri, informatici, designer, cantanti, artisti, ballerini, scrittori... Il visto per nomadi digitali sta attirando sempre più professionisti. La Corea del Sud punta sull'influenza della sua cultura: musica, cinema, serie tv, cibo, bellezza, moda... L'industria coreana ha una risonanza mondiale. I cantanti coreani ne sono i più grandi ambasciatori. La presenza di stranieri nelle band coreane aumenta il desiderio degli artisti di sfondare in questo Paese. Il visto hallyu e quello per nomadi digitali hanno obiettivi simili: attirare più stranieri, per imporsi sulla scena culturale ed economica internazionale.
Chi può fare domanda per il visto hallyu e quali sono le condizioni da soddisfare? Al momento chi ha meno di 30 anni, ma gli aspiranti artisti chiedono di non porre limiti di età.
Secondo loro, il vincolo dell'età (sul modello del Working Holiday Visa, per esempio) esclude in partenza tanti candidati, aspetto controproducente per un Paese che vuole attrarre un maggior numero di stranieri. Sottolineano inoltre il fatto di disporre di più mezzi finanziari rispetto a candidati più giovani. Il problema non si pone per il visto per nomadi digitali, dove l'unico requisito da soddisfare è il reddito. Come altre nazioni che offrono visti per nomadi digitali, la Corea del Sud impone che il richiedente abbia un reddito mensile sufficiente per mantenersi.
Per il momento, le informazioni a disposizione del pubblico per ottenere il visto Hallyu sono poche. Il Ministero della Cultura comunicherà maggiori dettagli il mese prossimo.
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