I vaccini attualmente disponibili per il COVID-19 sono quattro (Pfizer-BioNTech, Moderna, Sputnik V, e Sinopharm) e tutti ci chiediamo quando torneremo a viaggiare o a partecipare ad eventi pubblici. Da qualche tempo sentiamo parlare di passaporto sanitario ma di cosa si tratta e ci permetterà davvero di tornare ad una nuova normalità?
Cos'è un passaporto sanitario?
Un passaporto sanitario è un documento da presentare come parte delle formalità d'ingresso in determinati paesi, e certifica che una persona si è sottoposta ad uno specifico tipo di vaccino, indicandone data e luogo di somministrazione. Se, ad esempio, hai viaggiato in alcuni paesi dell'Africa o del Sud America, sai che per entrare devi presentare un certificato internazionale di vaccinazione, che attesta che ti sei vaccinato contro la febbre gialla. In risposta ad un aumento esponenziale della mobilità e dei commerci internazionali, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, in accordo con 196 paesi, ha introdotto nel 2005 il Certificato Internazionale di Vaccinazione o Profilassi.
Nel caso del coronavirus, un passaporto sanitario potrebbe attestare che il suo titolare è stato vaccinato, che ha fatto un test PCR con risultato negativo al Covid-19 oppure che è guarito dalla malattia. Con molta probabilità il passaporto sarà disponibile in formato digitale. Questo aspetto lo rende più difficile da perdere o falsificare ma solleva questioni riguardanti la privacy e lo sfruttamento dei dati.
Perché emettere un passaporto sanitario per il Covid-19
Un passaporto sanitario può rilanciare il settore dei viaggi e restituirci un barlume di normalità, dopo mesi trascorsi in isolamento. Ricordate i concerti e le partite di calcio a cui assistevate, l'ufficio affollato (che vi distraeva dal lavoro!), le cene tra amici nel vostro ristorante preferito? I sostenitori del passaporto sanitario per il Covid-19 ritengono che torneremo a vivere a svolgere tutte queste attività sociali dopo che le persone si saranno vaccinate. Inoltre, un passaporto sanitario potrebbe essere il metodo più efficace di gestire la mobilità internazionale durante questa pandemia.
I contro del passaporto sanitario anti Covid
Il passaporto sanitario anti Covid-19 solleva, di contro, varie problematiche. Quelli tra noi che utilizzano account di social media ed applicazioni per telefoni cellulari hanno familiarità con la la questione della privacy e dello sfruttamento dei dati. Oltre a ciò, questo vaccino porta a galla conflitti di natura etica e legale. Il British Medical Journal evidenzia che i paesi più ricchi, quelli con meno del 15% della popolazione mondiale, sono entrati in possesso del 51% delle dosi di vaccini contro il Covid-19. Facendo due semplici calcoli, risulta evidente che il restante 85% della popolazione mondiale deve condividere i restanti vaccini.
L'esempio del Regno Unito
Attualmente, il Servizio Sanitario Nazionale britannico (NHS) rilascia un documento sanitario a tutti i residenti che sono stati vaccinati. Ha lo stesso formato della carta d'identità ed indica il tipo di vaccino inoculato, il numero di lotto e le date di somministrazione. I dati vengono anche registrati su un database digitale del NHS. Il Regno Unito sta attualmente lavorando ad un'applicazione mobile gratuita che verrà utilizzata da coloro che sono stati vaccinati per entrare in pub, ristoranti, stadi di calcio, ecc... Se questo progetto pilota avrà successo, potrebbe aprire le porte al passaporto sanitario.
Passaporto di immunità
Nel settembre 2020, l'Ungheria è stato il primo paese ad introdurre il controverso passaporto di immunità. Si tratta di un certificato che attesta la guarigione di un soggetto dal coronavirus, e registra i risultati dei test (uno positivo e l'altro negativo) per il COVID-19 effettuati in un arco temporale di sei mesi. Anche Cile e Islanda si sono dimostrate a favore di questo documento, nonostante l'OMS ne sconsigliasse l'utilizzo. Non ci sono prove scientifiche che le persone che sono guarite dal Covid-19 non possano essere nuovamente infettate. Quindi, un passaporto sanitario basato sul presupposto che il risultato di un test garantisca l'immunità, potrebbe peggiore una situazione già gravemente compromessa.
Trasporto aereo
L'International Air Transport Association (IATA) ha annunciato che l'applicazione contactless Travel Pass sarà disponibile a partire da marzo, ed interesserà 290 compagnie aeree del mondo ed i loro clienti. Al momento dell'acquisto del biglietto aereo, i viaggiatori potranno registrare sulla app il risultato di test e vaccini, in linea con i requisiti di ingresso dei vari paesi. Nel contempo, il Commons Project, che è un fondo pubblico senza scopo di lucro istituito per creare piattaforme e servizi per migliorare la vita delle persone, il Forum economico mondiale ed un'ampia coalizione di partner pubblici e privati, stanno collaborando per lanciare il CommonPass, una piattaforma dove le persone possono inserire documenti che attestano il loro stato di salute in relazione al coronavirus (dichiarazioni sanitarie/test PCR/vaccinazioni).
Lufthansa, United Airlines, Virgin Atlantic, Swiss International Airlines e JetBlue saranno le prime compagnie aeree a richiedere i dati sanitari dei passeggeri attraverso il CommonPass. Lo scopo è quello di facilitare la mobilità internazionale e snellire le procedure di ingresso.