Il programma "Pensionamento a Dubai" è stato lanciato dal governo emiratino più di un anno fa. Si rivolge a professionisti stranieri che hanno lavorato sul territorio e che desiderano restarci dopo la pensione. Questo programma rientra in una nuova strategia, messa a punto dagli Emirati Arabi Uniti, per soddisfare le esigenze degli espatriati. Soluzioni simili sono attualmente proposte anche da Argentina, Tailandia e Messico.
Godersi la pensione negli Emirati Arabi Uniti
Il Paese ha approfittato dell'Expo 2020, esposizione a livello universale iniziata in ottobre 2021, per annunciare nuove misure relative ai visti per gli espatriati in pensione. Obiettivo: incoraggiarli a rimanere sul territorio a fine carriera. Le condizioni possibili sono tre: possedere una o più proprietà immobiliari per un valore totale di almeno 1 milione di AED (circa 237.000 €), disporre di un capitale di almeno 1 milione di AED o di un reddito annuo di minimo 180.000 AED (circa 42.820 €). Con questa mossa gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di portare avanti un programma, lanciato nel 2018, che concede un visto di 5 anni (rinnovabile) ai professionisti stranieri con più di 55 anni. Il Paese ha da tempo messo in atto una politica volta ad attirare talenti internazionali sul territorio. Nel settembre dell'anno scorso hanno iniziato a emettere il visto verde, che consente agli stranieri qualificati di venire a lavorare senza uno sponsor. Il visto per i pensionati va nella stessa direzione: rendere la procedura più snella per consentire alla categoria di restare nel paese a conclusione del percorso lavorativo.
Il Direttore generale dell'ente turistico di Dubai, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, ha deciso di sperimentare questo progetto pilota. Vetrina degli Emirati, Dubai è la città più prospera, più dinamica e più popolare tra gli espatriati. "Godere del pensionamento a Dubai consentirà agli espatriati e ai pensionati internazionali di trarre vantaggio dalla sua politica porte aperte, dalla tolleranza verso lo straniero che si respira e dall'eccezionale qualità della vita che la città può offrire. Inoltre, questa destinazione è in rapida crescita ed è la più culturalmente diversificata al mondo", afferma Helal Saeed Almarri.
Altri visti per pensionati nel mondo
Non solo Emirati maanche altre nazioni offrono dei visti di residenza ai pensionati espatriati.
A Panama, il visa jubilados (o visa pensionado) concede agli stranieri il permesso di residenza. Per ottenerlo, nessuna restrizione sull'età ma condizioni legate al reddito: guadagnare almeno 1.000$ al mese o detenere un capitale immobiliare di 100.000$ minimo. Il Messico promuove il Mexico Pensionado Visa, accessibile dopo aver richiesto la residenza permanente. E' molto popolare soprattutto tra gli espatriati americani. Per beneficiarne, il candidato deve dimostrare un'entrata mensile (stipendio, investimenti, ecc.), negli ultimi 12 mesi, di almeno 181.338 CAD oppure di aver incassato una pensione mensile a partire da 4.533 CAD (circa 220$) nei sei mesi precedenti la domanda. Il visto di pensionamento argentino richiede solo un capitale iniziale di 30.000 pesos argentini (circa 300$). Le autorità chiedono anche la prova di un reddito fisso (investimenti, reddito immobiliare, stipendi, pensione) di almeno 6.000$ all'anno.
Thanakorn Wangboonkongchana, il portavoce del governo thailandese, ha svelato il nuovo piano che mira ad attirare un milione di espatriati entro il 2026: ricchi investitori, lavoratori, nomadi digitali, dirigenti d'azienda... e pensionati. Per questi ultimi (che devono avere almeno 50 anni), la procedura da seguire è semplice: devono richiedere un visto O-A (visto a lungo termine) e dimostrare di percepire un reddito mensile di almeno 65.000 baht (circa 1985$) o di avere un saldo di 800.000 baht in conto corrente (circa 24.400$).
In Malesia, il governo ha lanciato il "Malaysia My Second Home", un programma che consente agli stranieri - a determinate condizioni - di rimanere il più a lungo possibile sul territorio. Gli stranieri fino a 50 anni devono avere un capitale di almeno 300.000 ringgit (circa 72.000$) e devono mantenere un saldo minimo in conto corrente di almeno 150.000 ringgit (36.100$), a partire dal secondo anno di residenza come pensionati. I proprietari di un immobile in Malesia, che abbia un valore di almeno 1.000.000 ringgit, possono beneficiare di una riduzione sul capitale richiesto: 150.000 ringgit anziché 300.000. Gli stranieri che hanno più di 50 anni, hanno due opzioni: avere un capitale di 150.000 ringgit o percepire una pensione di almeno 10.000 ringgit al mese. A partire dal secondo anno di residenza, devono assicurare e mantenere un reddito annuale di almeno 100.000 ringgit.
Attirare gli espatriati benestanti
Ancora una volta, il Covid-19 sta accelerando i processi decisionali dei vari Paesi. Gli Emirati Arabi Uniti, pur non essendo stati risparmiati dalla crisi, ci tengono a rassicurare gli stranieri sulla loro apertura culturale, incoraggiandoli a restare sul loro territorio. Gli espatriati rappresentano attualmente il 90% della popolazione, la maggior parte dei quali si è trasferita per lavoro. Oltre alle varie possibilità legate all'impiego, la nazione vuole guadagnare terreno all'interno di una certa classe di pensionati come imprenditori, dirigenti, uomini e donne d'affari, investitori... Anche se ufficialmente si parla di "porte aperte per tutti", gli Emirati portano avanti una politica ben precisa: attrarre pensionati benestanti e/o profili ad alto potenziale.
Stesso discorso per la Thailandia, dove però gli espatriati in loco non celano il loro scontento faccia ad alcune politiche sull'immigrazione. Lamentano il fatto che il governo non tuteli i loro diritti a fronte della crisi economica e che le attuali condizioni in cui versa il paese siano sottaciute. Il problema principale che affligge invece gli Emirati Arabi sono i diritti umani. Lo scorso settembre, hanno respinto una risoluzione del Parlamento europeo che condannava la situazione dei diritti umani nel Paese. In una dichiarazione, Saeed Al Habsi, a capo del Dipartimento per i diritti umani presso il Ministero emiratino degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha affermato che gli europei hanno "totalmente trascurato tutte le conquiste in materia di diritti umani degli Emirati Arabi Uniti". Il Parlamento europeo resta fermo sulle sue convinzioni e invita le aziende internazionali a non sostenere l'Expo 2020. L'appello non è stato ascoltato: L'Oréal, Swatch, Canon, Nissan, UPS... le grandi aziende parteciperanno all'esposizione.
Snellendo le pratiche per l'ottenimento di un visto di pensionamento, questi Paesi vogliono garantirsi il sostegno di quella parte di popolazione che può permettersi di spendere e che ha un reddito stabile. Per loro rappresentano il tramite verso la ripresa economica (vedi la Thailandia), o l'ingresso di capitale sotto forma di investimenti a lungo termine.