![jeunes stagiaires](https://www.expat.com/images/upload/7/0/0/9/1654261412-jeune-stagiaires-news_item_slider-t1654261412.jpg)
Negli ultimi due anni la pandemia di Covid ha messo uno stop forzato agli stage e ai tirocini all'estero ma ora, con la riapertura delle frontiere, i giovani stanno tornando a muoversi. L'anno scorso circa 5.600.000 studenti sono riusciti a partire, coronando il sogno di fare esperienza in un paese straniero.
La mobilità internazionale durante il Covid
Durante il picco del Covid, i giovani non si sono potuti spostare per andare all'estero. In Australia ne sono arrivati il 63% in meno e negli Stati Uniti il 43%. In Svizzera la situazione è stata leggermente migliore ma, nel complesso, il calo è stato generale. Il progetto di migliaia di studenti ha subito una battuta d'arresto. Il loro stage all'estero è stato cancellato, posticipato o lo hanno fatto a distanza. Una condizione traumatica per molti di loro, soprattutto per chi doveva fare questa esperienza prima di terminare un corso di specializzazione o per ottenere un diploma professionale.
Gli studenti che avevano fatto domanda per la Cina o per il Giappone sono stati i più penalizzati. I confini dei due Paesi sono ancora ufficialmente chiusi.
La Francia, invece, nel 2021 ha accolto 370.000 studenti stranieri, riposizionandosi ai livelli pre-Covid (dati Campus France). Ma il loro profilo è cambiato. Ci sono meno studenti asiatici e più studenti europei, africani e del Vicino Oriente. L'Europa è il continente che accoglie il maggior numero di studenti stranieri.
Quali sono le offerte di stage più popolari?
Prima della pandemia di Covid, e solo negli Stati Uniti, gli studenti che facevano uno stage erano circa 300.000 ogni anno. I settori che offrivano più aperture erano marketing, e-commerce, ingegneria, IT e finanza.
La digitalizzazione ha un forte impatto su tutte le sfere dell'economia e coinvolge anche gli studenti, vista la necessità di professioni legate allo sviluppo sostenibile. L'industria high-tech, il commercio, le professioni digitali, la finanza e l'ecologia, sono i settori che più necessitano di stagisti.
Purtroppo, gli stage spesso non sono retribuiti. Secondo la CNBC, oltre il 40% degli stage negli Stati Uniti non è pagato, anche se gli interessati lavorano a tempo pieno. Durante la pandemia sono stati segnalati molti abusi, tra cui la mancanza di supervisione e un carico eccessivo di lavoro. Gli stage, in quel periodo, avevano tutte le caratteristiche di un impiego in piena regola, svolto gratuitamente. Ma questa non è una novità dato che le associazioni studentesche e gli esperti denunciano queste pratiche da molti anni. Questo è uno dei motivi per cui, nell'ottobre del 2020, l'Unione Europea ha introdotto una norma che garantisce una retribuzione a tutti gli studenti che fanno uno stage, un tirocinio o che seguono un percorso di formazione.
Suggerimenti per trovare uno stage all'estero
La chiave che apre tutte le porte è il networking. Molte università forniscono supporto per la ricerca di stage all'estero. Dai un'occhiata ai profili e al percorso degli ex studenti e non esitare a chiedere consigli. In tempi di pandemia, il networking è uno strumento potente.
Partecipa a fiere e saloni dello studente organizzati dalla tua università. Fai una ricerca sul web per vedere se, vicino a te, si terranno degli eventi di orientamento per i giovani che vogliono andare a fare uno stage all'estero.
Nel frattempo, migliora il tuo livello di inglese, ma inizia a imparare anche la lingua della nazione dove vorresti trasferirti. Ad esempio, se ti interessa fare un tirocinio in Corea del Sud, conoscere il coreano potrebbe tornare utile durante il processo di selezione. Quando entri a far parte di un'azienda internazionale è probabile che i tuoi colleghi parlino inglese, ma sapere la lingua del posto favorirà la tua integrazione. Da notare che parlare la lingua locale a volte non è più solo un vantaggio, in molti Paesi è un requisito.