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Nuove politiche sui visti nel mondo: i pro e i contro

jeune femme a l'aeroport
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Scritto daAsaël Häzaqil 31 Ottobre 2022

Alcuni governi stanno inasprendo sempre più le loro politiche migratorie, con la conseguenza che tanti settori economici si trovano senza manodopera. Queste carenze hanno raggiunto proporzioni globali e stanno minacciando la crescita economica, mettendo alcuni Paesi in ginocchio. Approccio diverso invece da parte di altre nazioni, che incoraggiano l'arrivo di stranieri qualificati, considerati un motore essenziale di crescita.

Più visti di lavoro per contrastare la carenza di manodopera?

Trasferirsi all'estero, sì, ma per svolgere un lavoro qualificato. Molti Paesi stanno affrontando una carenza di manodopera. Negli Stati Uniti ci sono oltre 10 milioni di posti di lavoro vacanti. L'Australia ne conta oltre 450.000, e l'Unione Europea (UE) supera i 6 milioni. In Germania, l'87% degli imprenditori dichiara di avere difficoltà a trovare personale specializzato. In Francia la percentuale è addirittura del 90%. Il problema tocca anche le nazioni con un alto tasso di disoccupazione. In Spagna, dove la percentuale dei disoccupati è del 12,4%, mancano lavoratori qualificati. La stessa condizione si verifica negli Stati che privilegiano la forza lavoro locale (come l'Arabia Saudita, malgrado la sauditizzazione dei posti di lavoro). 

Per porre rimedio a questa situazione, diversi Paesi stanno rivedendo le loro politiche sul rilascio dei visti. Il Portogallo ha allentato le leggi sull'immigrazione per attrarre talenti internazionali. Il piano di immigrazione canadese per il periodo 2022-2024 prevede circa 450.000 nuovi residenti permanenti all'anno. Al pari di altre nazioni, il Canada promuove l'immigrazione economica. È quanto raccomanda anche il Conseil d'analyse économique (CAE) alla Francia, che vede nell'immigrazione qualificata una chiave di crescita. 

Le politiche sui visti nel mondo

Lo scorso settembre, il Presidente Macron ha annunciato una nuova legge sull'immigrazione che entrerà in vigore nel 2023. La sua priorità: "integrare molto più rapidamente, e meglio, gli immigrati che hanno un permesso temporaneo dando loro un lavoro". Priorità all'immigrazione economica, quindi. Ma in Francia la questione resta delicata. Gli esponenti dell'estrema destra in Europa contestano la necessità di manodopera straniera, sostenendo che va a discapito della popolazione locale e rallenta la crescita. La Svezia e la Danimarca stanno inasprendo le loro politiche migratorie a favore di un'immigrazione altamente selettiva. Questi provvedimenti possono minare i tuoi progetti di espatrio?

In Giappone, la JICA (Japan International Cooperation Agency) sta lanciando l'allarme. In un documento pubblicato di recente, ha stimato che il Paese dovrà assumere 6,74 milioni di lavoratori stranieri entro il 2040, per sperare di raggiungere un tasso di crescita annuale dell'1,24% (il tasso stabilito dal governo). Si tratta del 300% di stranieri in più: oggi sono solo 1,72 milioni.

Considerando che il rilascio dei visti è strettamente legato alla politica sull'immigrazione di ogni singolo Paese, prima di espatriare è meglio che tu ti faccia queste domande: la destinazione dove voglio trasferirmi è aperta agli stranieri? Come sono considerati gli immigrati? Le leggi sull'ingresso degli stranieri sono permissive o restrittive?

Perché espatriare: cosa considerare

L'economia è fondamentale. Il Paese assume? In quali settori? Qual è il suo tasso di disoccupazione? Dall'inizio di quest'anno, la Svizzera ha accolto più di 75.000 lavoratori stranieri (soprattutto frontalieri). La nazione, che ha resistito bene al Covid, sta registrando una buona ripresa economica e un tasso di disoccupazione ai minimi storici. Gli immigrati in Svizzera dicono di sentirsi "bene" nel Paese che li ospita. L'Università di Ginevra conduce regolarmente sondaggi di opinione sull'argomento. Nel 2020, il 77% degli intervistati ha dichiarato che la Svizzera è "il posto giusto dove vivere". Apprezzano le prospettive di carriera (l'80% ritiene che la propria situazione professionale sia migliorata in Svizzera) e la qualità della vita.

Fai il punto della situazione

Svizzera, Canada, Australia, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti... Dove espatriare? Prima di tutto, devi valutare la tua situazione professionale e familiare. Ti trasferisci da solo o accompagnato? Quali sono i visti disponibili per i familiari a carico e quali prospettive hanno dopo l'espatrio? Il coniuge al seguito può andare incontro a varie difficoltà come la perdita del lavoro e del reddito, frustrazione...
Per quanto riguarda lo stipendio, devi chiederti se sarete in grado di vivere con una sola entrata e, in caso affermativo, per quanto tempo? La questione è ancora più importante se ti sposti con dei bambini. Riuscirai a provvedere a tutte le loro esigenze?

L'età è un altro fattore importante da considerare. Senza dubbio, le opportunità per i lavoratori giovani sono più numerose di quelle per i lavoratori più avanti con gli anni. Per un professionista che è fine carriera, non sarà facile ottenere un visto a meno che non sia un dirigente. 

Definisci le tue esigenze

Devi considerare attentamente le tue esigenze e aspirazioni personali e professionali. Anche in questo caso, mettiti in discussione rispondendo a qualche domanda. Per quanto riguarda la carriera, che obiettivi vuoi raggiungere trasferendoti all'estero? La tua attuale vita professionale è noiosa o poco gratificante? Sei alla ricerca di più responsabilità, nuovi stimoli, indipendenza? Sei soddisfatto della tua vita privata o c'è un vuoto? Trasferirti all'estero è l'unica soluzione possibile? È un sogno che hai da sempre, un progetto ben ponderato?

Visualizza i tuoi obiettivi

Contrariamente a certe idee preconcette, l'espatrio è indubbiamente un'avventura, ma un'avventura che va preparata con cura. Definire i propri obiettivi è un modo per interrogarsi sul motivo dell'espatrio: fare carriera all'estero, avviare un'attività, guadagnare di più o cambiare lavoro. Indipendentemente dal motivo del tuo trasferimento, datti delle scadenze altrimenti sarà difficile concretizzare il progetto. 

Valuta la durata del soggiorno

Spesso la durata dell'espatrio è determinata dal visto: un anno per il permesso di vacanza-lavoro o quello per studenti (spesso rinnovabile), da pochi mesi a diversi anni per il visto di lavoro o per nomadi digitali... 

Se alcuni hanno ben chiara la destinazione dove andare a vivere, altri invece brancolano nel buio. Il sogno di mettere radici in Canada, ad esempio, può avere vita breve se non è ben ponderato. Il clima rigido, la cultura diversa, tanti cambiamenti... non sempre le cose vanno come previsto. È difficile sapere in anticipo se ci si adatterà nel Paese straniero. La durata del soggiorno varia quindi in base a tutti questi aspetti.

Informati e preparati

La cultura locale, il clima, il ruolo delle donne nella società, il sistema politico, l'economia... Informarsi sulla nazione ospitante ti aiuterà a evitare (o a convivere con) lo shock culturale e altre sorprese. Parlare la lingua o impararla, conoscere usi e tradizioni, ti avvicina alla gente del posto e facilita l'integrazione.

Espatrio: valutare i pro e i contro

La situazione economica di un Paese non è l'unico fattore da considerare, così come non bisogna basare tutto su uno stipendio elevato. Sebbene il fattore economico influisca in modo considerevole, soprattutto in questo periodo di crisi, dobbiamo mettere al centro anche noi stessi e i nostri stati d'animo. Tra le cause della carenza di manodopera straniera, gli esperti parlano anche di problemi legati alla salute mentale, soprattutto dopo la pandemia. Le priorità di chi progetta un espatrio sono cambiate, il focus ora non è più solo sullo stipendio ma anche sul benessere personale. Partire, sì, ma per vivere bene e in un ambiente confortevole. 

A proposito di

Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza - Scienze Politiche e un diploma del Japanese Language Proficiency Test (JLPT) N2. Ho lavorato come addetta alla comunicazione. Ho oltre 10 anni di esperienza come web copywriter.

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