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Fare impresa negli Stati Uniti: cosa aspettarsi con la nuova amministrazione

entrepreneur aux USA
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Scritto daAsaël Häzaqil 28 Febbraio 2025
Tradotto daFrancesca

Con l'insediamento di Donald Trump il 20 gennaio 2025, gli espatriati, in particolare gli imprenditori, si aspettano nuove politiche sull'immigrazione. Riflettendo sul primo mandato di Trump, caratterizzato da rigidi controlli sull'immigrazione, molti si chiedono se la sua posizione “America First” persisterà per tutto il secondo mandato. Le opinioni della comunità di Expat.com evidenziano queste preoccupazioni.

Previsioni sull'immigrazione per gli imprenditori stranieri: affrontare nuove realtà

Anche se le norme specifiche non sono ancora state annunciate, gli imprenditori stranieri si stanno preparando a un ambiente operazionale diverso. Le imprese europee, in particolare, si aspettano regolamenti più rigidi. Il 2019 è ricordato come un periodo difficile per gli imprenditori stranieri, con tensioni diplomatiche che hanno portato a cambiamenti significativi nelle politiche dell'amministrazione Trump. Nello specifico, la durata del visto per imprenditori (E-1 per gli imprenditori, E-2 per gli investitori) è stata ridotta da cinque anni a 15 mesi. Successivi adeguamenti l'hanno estesa prima a 25 e poi a 48 mesi.

Ottenere un visto E-2 può richiedere da due settimane a cinque mesi, in base ai consolati. A marzo 2024, ad esempio, l'elevata richiesta di visti E-2 da parte dei francesi ha provocato un aumento dei tempi di elaborazione, da diverse settimane a oltre un anno. Fattori come la completezza della domanda e l'esperienza del richiedente giocano un ruolo cruciale nei tempi di elaborazione.

Con il ripristino delle norme di Trump, gli esperti esortano gli imprenditori stranieri ad occuparsi tempestivamente delle questioni relative ai visti. Per ridurre al minimo il rischio di rifiuto è fondamentale soddisfare il requisito principale del visto E-2, ovvero la creazione di posti di lavoro. Anche se gli imprenditori esperti possono avere un vantaggio, i nuovi arrivati, soprattutto quelli che operano in settori innovativi, possono compensare con proposte commerciali forti che promettono di rafforzare l'occupazione negli Stati Uniti.

Gli immigrati legali dovrebbero preoccuparsi?

Le opinioni tra gli espatriati della comunità Expat.com sono contrastanti riguardo all'impatto delle politiche di Trump. Alcuni, come Pescaraplace, sostengono che i cambiamenti interesseranno principalmente quelli che non rispettano le leggi statunitensi sull'immigrazione. “Non credo che l'amministrazione Trump cambierà nulla per i lettori di questo sito web, dato che siamo per lo più immigrati legali. Ma chi non rispetta le norme sull'immigrazione potrebbe avere dei problemi”. Al contrario, Parenga prevede regolamenti più severi che riguarderanno tutti: “Le politiche di Trump potrebbero imporre condizioni più rigide non solo agli immigrati illegali, ma probabilmente anche a quelli legali. Potremmo assistere a ritardi prolungati nell'ottenimento di un documento di autorizzazione al lavoro (EAD), a maggiori difficoltà nel prolungare i visti, a richieste più frequenti di prove (RFE) e a controlli più rigorosi”.

Durante la sua campagna, Trump ha incoraggiato i talenti stranieri a lavorare negli Stati Uniti, promettendo persino la Green Card ai laureati delle università americane. Tuttavia, Parenga suggerisce che la realtà potrebbe ricalcare le misure restrittive del primo mandato di Trump: “Dovremmo prepararci a un notevole rallentamento della gestione delle pratiche per l'immigrazione, che potrebbe creare numerose complicazioni”, osserva Parenga. “Tali ritardi e le complessità di questi processi rischiano di aumentare i costi, scoraggiando molti richiedenti”. Parenga cita alcuni amici che hanno ottenuto la cittadinanza americana solo due mesi dopo aver presentato la domanda, in contrasto con quanto ci si potrebbe aspettare ora: “Con Trump di nuovo al potere, i tempi di elaborazione potrebbero estendersi a minimo un anno o più, con maggiori ostacoli procedurali. Ciò potrebbe avere un impatto negativo soprattutto sugli imprenditori, complicando notevolmente il loro percorso”.

Le implicazioni di “America First” per le imprese negli Stati Uniti

La campagna per la rielezione di Trump era fortemente ancorata allo slogan “America First”, che non è solo servito come grido di battaglia politica, ma ha anche sottolineato il suo programma protezionistico. Il Presidente ha proposto forti aumenti delle tariffe sui beni importati, aumentando le aliquote dal 10% al 20% su tutta la linea. Sono previsti aumenti più specifici per i principali partner commerciali: il 25% per le merci provenienti dal Messico e dal Canada e un drastico aumento dal 35 al 60% per le importazioni dalla Cina. I dazi sulle auto elettriche prodotte da aziende cinesi in Messico potrebbero salire fino al 200%.

Pescaraplace critica queste misure, suggerendo che contraddicono l'essenza stessa di “America First”, destabilizzando relazioni internazionali indispensabili. “Se Trump aumenta le tasse sulle importazioni, andremo verso una grave recessione. Prendere di mira partner economici importanti come Canada e Messico non è solo sconsiderato, ma potrebbe rivelarsi estremamente costoso per gli Stati Uniti. Le ripercussioni potrebbero includere misure di ritorsione da parte di queste nazioni”, avverte.

Dopo l'annuncio di Trump, Pechino ha chiesto una maggiore cooperazione commerciale, mentre Canada e Messico hanno sottolineato che gli accordi di libero scambio esistenti con gli Stati Uniti potrebbero essere messi a repentaglio. Anche l'Unione Europea ha espresso preoccupazione per la nuova ondata di protezionismo che potrebbe mettere a dura prova le relazioni transatlantiche.

Preoccupazioni per l'inflazione sulla scia delle politiche di Trump

Il timore per l'inflazione non si limita alle aziende straniere, anche quelle americane sono in allerta. A partire da ottobre 2024, la Federal Reserve ha segnalato un leggero aumento dell'inflazione, una tendenza che potrebbe accelerare a causa delle nuove politiche economiche di Trump.

Nelson Domingues, un espatriato, prevede gravi ripercussioni, tra cui una potenziale “ondata di fallimenti tra gli agricoltori”, innescata dai piani di Trump di espellere in massa i lavoratori illegali dal settore agricolo. Questa riduzione della forza lavoro potrebbe alterare significativamente la produzione e portare a un aumento dei prezzi al consumo. Anche Pescaraplace prevede pressioni inflazionistiche, osservando che “la rimozione della manodopera agricola a basso costo causerà inevitabilmente un forte aumento dei prezzi di frutta e verdura nei supermercati”.

Gli economisti avvertono che sia gli Stati Uniti che la Cina potrebbero emergere come i principali perdenti in una guerra commerciale sempre più accesa, data la loro sostanziale interdipendenza come partner commerciali. Prevedono una riduzione delle entrate doganali statunitensi, nonostante l'aumento delle tariffe, e un calo dei salari americani, che potrebbe colpire i lavoratori qualificati con una perdita fino all'1,6%. Anche l'Unione Europea potrebbe subire perdite economiche.

Parenga delinea un nuovo panorama per gli imprenditori stranieri, prevedendo che “la mancanza di risorse potrebbe diventare una sfida importante nei prossimi anni, con costi in rapida ascesa a causa dei continui cambiamenti normativi”. Pur riconoscendo il potenziale di guadagni a breve termine sotto l'amministrazione Trump, Parenga lo contrappone ai progressi economici fatti sotto Biden, in particolare nel campo dell'energia verde. Sottolinea l'importanza di perseguire l'attività di esplorazione di gas e petrolio in modo responsabile, per evitare danni ambientali.

Considerazioni per fare impresa negli Stati Uniti in un contesto di nuove politiche

Fare impresa negli Stati Uniti va oltre le semplici transazioni finanziarie; richiede una profonda comprensione del panorama socio-economico in evoluzione. Aspetti chiave come gli stipendi, l'inflazione e gli alloggi sono destinati a cambiare con le politiche della nuova amministrazione, con impatti diversi a seconda dei livelli sociali. Parenga evidenzia queste disparità, osservando: “Per le famiglie benestanti come la nostra (grazie al ruolo manageriale della moglie, che permette loro di vivere comodamente), l'inflazione è in qualche modo gestibile. Tuttavia, per i miei colleghi e conoscenti della classe media, la situazione è nettamente diversa. Molti stanno subendo un calo del loro tenore di vita, intrappolati da costi in aumento che superano la crescita salariale”.

Per gli espatriati, specialmente quelli più agiati, gli Stati Uniti rimangono una destinazione interessante per fare impresa. La soglia di investimento per ottenere un visto E-2 parte da 100.000 dollari. E il visto O-1 è pensato per persone con abilità straordinarie nei loro campi, offrendo un'altra possibilità a chi vuole avviare un'attività negli Stati Uniti. Nonostante l'incertezza che circonda l'attuazione delle nuove politiche di Trump, gli Stati Uniti continuano a essere classificati tra i primi Paesi per opportunità di fare impresa, in attesa dell'effettiva attuazione di queste politiche per comprenderne appieno le implicazioni.

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A proposito di

Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza - Scienze Politiche e un diploma del Japanese Language Proficiency Test (JLPT) N2. Ho lavorato come addetta alla comunicazione. Ho oltre 10 anni di esperienza come web copywriter.

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