L'ultimo bilancio stilato dalla Banca Mondiale sull'uguaglianza di genere evidenzia che c'è ancora molto da fare per quanto riguarda i diritti delle donne, sia in termini di diritto alla salute che all'istruzione e al lavoro. Sebbene la parità salariale sia un diritto internazionale, le donne subiscono ancora delle discriminazioni. La sfida si fa ancora più ardua quando devono dimostrare le proprie capacità lavorando all'estero. Come negoziare il contratto e lo stipendio? Qual è il momento migliore per chiedere un colloquio? Esistono delle regole da seguire? Leggi i nostri consigli.
L'arte della negoziazione
L'"arte" della negoziazione non si chiama così a caso. Negoziare il proprio contratto di lavoro e lo stipendio è qualcosa che bisogna imparare. Questo vale ancora di più durante un espatrio dove bisogna innanzitutto sapere come affrontare la questione del salario, è necessario conoscere come funzionano i rapporti gerarchici, familiarizzando con la cultura aziendale del Paese ospitante. La pressione può essere maggiore per le donne espatriate che sono ancora troppo spesso messe a confronto con la controparte maschile. A volte temono che la loro ambizione, per quanto legittima, venga scambiata per avversione nei confronti della politica aziendale della nazione di espatrio. Questo è ancora più vero nei Paesi in cui i diritti delle donne vengono costantemente calpestati.
Disequilibrio nelle opportunità lavorative
Secondo la Banca Mondiale, "le donne hanno meno opportunità di lavoro degli uomini". In India, sono spesso relegate al settore dell'istruzione, dei servizi di pulizia o nelle aziende di tabacco, a differenza degli uomini, che lavorano in settori ad alto valore aggiunto. Nel 2022, il Giappone si è classificato al 116° posto (su 156) nella classifica del World Economic Forum (WEF) sull'uguaglianza di genere, molto indietro rispetto a Canada (25°), Germania (10°), Ruanda (6°) e Islanda (1°).
Come presentarsi alla direzione?
Il Covid ha esacerbato le disuguaglianze. Alcuni reclutatori lo usano come scusa per giustificare contratti e retribuzioni meno vantaggiosi per le donne. Eppure la Banca Mondiale sottolinea che se le donne guadagnassero quanto gli uomini nel corso della loro carriera, "la ricchezza globale potrebbe aumentare di 172.000 miliardi di dollari [...]". Non sarebbe quindi il caso di farlo presente ai vertici dell'azienda?
Forse bisognerebbe far luce sulle disuguaglianze di genere all'interno della propria azienda, ma le donne espatriate avvertono: "La discriminazione che subiamo è nota a tutti. Portare avanti questa battaglia, non sempre dà i risultati sperati".
Quando una donna rinegozia il contratto, o chiede un aumento, deve giocarsi le sue carte in modo estremamente sapiente, deve dare risalto alle sue competenze ed esperienza professionale e deve provare di avere un ruolo cruciale all'interno dell'azienda. Per un uomo, la questione è più semplice, deve battagliare meno.
La tua proposta deve essere un'opportunità, una situazione vantaggiosa per tutti. Dimostra al datore di lavoro che sta commettendo un errore se non accetta la tua richiesta. Una revisione dello stipendio non è un regalo o un favore offerto al lavoratore, ma la mossa corretta da fare quando si instaura una nuova collaborazione professionale.
Negozia la revisione dello stipendio
È opinione comune che le donne osino meno degli uomini quando si tratta di negoziare la revisione dello stipendio. Si ritiene che siano meno spietate. Ma è sbagliato farne una questione di genere. Definisci i tuoi obiettivi di carriera, e ricordati che non stai chiedendo un favore, ma l'applicazione di un tuo diritto.
Valuta la tua posizione in azienda
Prendi in mano il tuo contratto di lavoro e rileggilo. Rispetto a quando lo hai firmato, hai più responsabilità? La retribuzione corrisponde alle mansioni svolte? Verifica che il tuo stipendio si allinei alla fascia salariale del Paese di espatrio. Guadagni meno di quanto dovresti? Da quanto tempo lavori per l'azienda? Prepara un dossier con tutti gli attestati che certificano le tue competenze e raccogli tutti gli elementi che possano giustificare l'aumento di stipendio o un bonus di fine anno. Quando ti senti pronta, procedi con la richiesta di revisione del contratto.
Rileggi il contratto ed accertati di essere retribuita in modo congruo
Controlla e rileggi tutti i documenti in tuo possesso, dal contratto di lavoro alla busta paga. Analizza il tuo profilo lavorativo: posizione, mansioni, retribuzione e benefit. Verifica che la busta paga sia in ordine. Approfondisci la politica salariale dell'azienda. Confronta la tua retribuzione con quella di altri colleghi, uomini e donne, espatriati o meno. La negoziazione è un gioco di potere. Pretendi quello che ti è dovuto. Non peccare di troppa modestia e non aver paura di osare. Prima di agire assicurati di conoscere in modo approfondito la politica salariale dell'azienda.
Raggiungere un accordo
Preparati alla domanda: "Perché dovremmo aumentare il tuo stipendio e/o rivedere il tuo contratto?". Fatti trovare pronta in caso di obiezioni. Il tuo manager potrebbe essere abituato a contestare questo tipo di richieste, soprattutto se provenienti da impiegate donne. Non aver paura di sostenere la tua causa, anche quando ti dicono che guadagni abbastanza o parlano di crisi finanziaria. Metti dei paletti e difendi i tuoi diritti: alcuni dirigenti potrebbero usare la tua vita privata (come una gravidanza) per giustificare un salario basso: si tratta di pura discriminazione.
Agisci al momento giusto
Aspettare il colloquio di lavoro annuale per sottoporre la tua richiesta, potrebbe essere uno sbaglio. In fondo questo colloquio ha la scopo di fare un bilancio sui tuoi risultati professionali, non di parlare dello stipendio. Approfitta di un tuo successo sul lavoro per chiedere un colloquio: sei in una posizione di forza e puoi negoziare più facilmente. Nel contempo valuta anche i codici del Paese di espatrio: puoi rivolgerti direttamente alla direzione o devi passare attraverso un superiore?
Colloquio di lavoro: saper negoziare
Al momento del colloquio, si tende ad accettare il contratto offerto. Ci si sente quasi obbligate a farlo per paura di non essere assunte. Ma non deve per forza essere così. Puoi, ad esempio, provare a negoziare sugli orari, sul luogo (lavoro da casa o in ufficio, trasferte più o meno frequenti), sull'insieme delle mansioni da svolgere, sui benefit (assicurazione sanitaria, bonus...).
Fatti aiutare da un professionista
Considera la possibilità di avvalerti del supporto di un coach che ti prepari al colloquio. La discriminazione delle donne sul lavoro esiste da sempre, che siano straniere o meno. Il tuo datore di lavoro potrebbe avallare gli stereotipi senza nemmeno esserne consapevole. Sii tenace e pronta a reagire. Non sei arrivata dove sei per caso. Hai già dimostrato il tuo valore. Riconosci le tue qualità e non esitare a chiedere un aumento o condizioni migliori.
E se fosse un no?
Se il datore di lavoro, il superiore o il responsabile del personale è poco flessibile, dimostragli che tu, al contrario, lo sei. Non intendi rinunciare ai tuoi diritti ma sei disponibile ad adeguare le tue richieste. Chiedi magari un aumento progressivo o una revisione del contratto nei sei mesi a venire. Se la risposta non cambia, non farlo nemmeno tu, non modificare le argomentazioni né la postura. Non mostrare segni di delusione, aggressività o scoraggiamento. Al contrario, sii tenace. Chiedi spiegazioni sul motivo del rifiuto. Chiedi un nuovo colloquio a distanza di qualche mese. Questo è un modo per dimostrare all'azienda che non sei disposta ad arrenderti. Sii determinata. Ma se i rifiuti continuassero, prendi atto della situazione. Questa azienda non dà il giusto valore alle tue capacità. Forse è arrivato il momento di proseguire l'avventura all'estero presso un altro datore di lavoro.