L'Australia rivede la politica dei visti: quali conseguenze per gli espatriati?

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Scritto da Asaël Häzaq il 16 maggio, 2023 - Modificato 17 maggio, 2023
In vista della chiusura del bilancio federale, il Ministro degli Affari Interni, Clare O'NeilI, ha annunciato una revisione nella politica dei visti. Le modifiche dovrebbero entrare in vigore il 1° luglio, data di inizio dell'anno finanziario australiano. La revisione mira a contrastare lo sfruttamento dei lavoratori temporanei. Secondo il governo, il sistema attuale è difettoso e non riflette più la realtà del mercato. Che impatto avranno questi cambiamenti sugli espatriati?

Attirare e trattenere più talenti internazionali

L'Australia sta cercando attivamente talenti stranieri e prevede di accogliere circa 400.000 immigrati quest'anno e 315.000 l'anno prossimo. L'obiettivo non è solo quello di colmare la voragine causata dall'esodo degli espatriati durante la pandemia, ma anche di offrire nuove prospettive per attrarre e trattenere più talenti internazionali. Il Ministro degli Interni ha dichiarato che la politica del governo non è quella di "far entrare più stranieri possibile", ma di attrarre più professionisti. In quest'ottica, il governo sta rivedendo la sua politica dei visti.

In Australia mancano lavoratori stranieri qualificati e altamente qualificati, le aziende sono alla costante ricerca di questa tipologia di professionisti. Attualmente, una grande fetta della forza lavoro straniera svolge mansioni poco qualificate, con contratti a tempo determinato. Il governo ritiene che questa percentuale sia troppo elevata, con il rischio di legittimare una classe di lavoratori che opera solo su base temporanea. La soluzione è cambiare la politica dei visti per riequilibrare il sistema.

Immigrazione su tre livelli

Il governo australiano vuole semplificare il processo di richiesta dei visti, che attualmente conta 100 tipologie diverse. L'obiettivo è ridurre il numero di visti eliminando quelli che non rispecchiano la realtà del mercato o che non sono mai stati utilizzati. La proposta prevede un sistema di immigrazione a tre livelli, per snellire le procedure. Il primo livello si rivolge a professionisti ad alto reddito; per loro, le procedure d'ingresso saranno semplificate. Il secondo livello interessa stranieri con reddito medio. Il terzo livello è riservato ai lavoratori a basso reddito e i criteri d'ingresso saranno stabiliti in base alle esigenze del mercato. Potrebbe essere introdotto anche un sistema di visti a punti. 

Stipendi più alti per i lavoratori stranieri

Il governo, conscio del fatto che lo stipendio minimo dei lavoratori stranieri, che ammonta a 53.000 dollari all'anno, è troppo basso. La cifra, rimasta invariata negli ultimi dieci anni, non riflette l'evoluzione delle circostanze economiche e sociali del Paese. Per risolvere questo problema, le autorità prevedono di aumentare la soglia a 70.000 dollari, dimostrando di riconoscere l'importanza dei talenti stranieri per l'Australia.

Lavoratori qualificati verso la residenza permanente

Come altri Paesi, anche l'Australia sta rivedendo la sua politica dei visti per attirare un maggior numero di lavoratori qualificati. Il governo ha recentemente annunciato che i lavoratori stranieri potranno richiedere la residenza permanente a partire dalla fine di quest'anno. Si tratta del secondo importante annuncio del governo australiano, dopo l'aumento del salario minimo. Secondo Abul Rizvi, ex sottosegretario del Dipartimento dell'Immigrazione australiano, il blocco degli stipendi ha avuto un impatto negativo sull'immigrazione di talenti stranieri. Aumentando i salari e snellendo il procedimento per ottenere la residenza permanente, l'Australia mira non solo ad acquisire ma anche a fidelizzare i talenti stranieri.

Nuove regole per i visti studenteschi in Australia

In passato, per sopperire alla carenza di manodopera, l'Australia aveva consentito agli studenti internazionali di lavorare più di 40 ore a settimana. Dal 1° luglio, tuttavia, sarà ripristinato il limite di 48 ore settimanali. La decisione arriva dopo che è stato registrato un uso improprio di questo tipo di visto, con tanti giovani che davano la precedenza al lavoro sullo studio. 

Il governo sta lavorando a nuove strategie per gestire in modo più efficace il flusso degli studenti e per dare più supporto ai laureati. Allo scopo è stata prevista l'estensione del visto temporaneo (sottoclasse 485) dedicato ai laureati e ai titolari di un master o di un dottorato. I titolari di laurea triennale possono ora soggiornare in Australia per quattro anni dopo la laurea, invece che due. Chi ha un master può fermarsi per cinque anni e chi ha un dottorato può restare per sei anni.  

Quali sono le novità per il Working Holiday Maker?

Cambi in vista anche per il programma Working Holiday Maker (WHM). Durante la pandemia di Covid, le normative che regolavano il WHM erano state allentate per ovviare alla carenza di manodopera. I titolari di WHM potevano lavorare per più di 6 mesi senza chiedere un permesso dedicato. A partire dal 1° luglio, le cose torneranno alla normalità. Gli stranieri potranno lavorare per lo stesso datore di lavoro per un periodo massimo di 6 mesi (una misura volta a prevenire lo sfruttamento della manodopera). Si ricorda che il WHM non è un visto di lavoro ma un visto di viaggio che consente di lavorare per un certo periodo di tempo, per finanziare il soggiorno in Australia. Ciò detto, chiunque inizi a lavorare prima del 1° luglio, non sarà soggetto a restrizioni. 

Un nuovo visto per i migranti del Pacifico

Il Pacific Engagement Visa (PEV) è stato aggiunto di recente al programma di visti australiano, con l'obiettivo di rafforzare i legami con i paesi del Pacifico e con Timor Est. Il visto prevede 3.000 posti, assegnati attraverso un sistema a votazione. I candidati selezionati avranno la possibilità di richiedere la residenza permanente. Le domande per il PEV saranno disponibili online a partire da luglio.

Facilitare l'accesso alla cittadinanza australiana per i neozelandesi

A partire dal 1° luglio, i neozelandesi che hanno vissuto in Australia per almeno quattro anni potranno ottenere la cittadinanza australiana senza bisogno di chiedere un visto di residenza permanente. Tuttavia, questo iter si applicherà solo ai titolari dello Special Category Visa (Sottoclasse 444) che sono arrivati in Australia dopo il 26 febbraio 2001.

Con l'attuazione di queste politiche, l'Australia punta sugli immigrati per colmare la carenza di manodopera. A partire da quest'anno, il governo vuole alzare del 25% la percentuale di professionisti stranieri sul territorio, puntando su quelli che hanno una laurea, proponendo degli incentivi che li convincano a restare per un lungo periodo.
 

A proposito di Asaël Häzaq

Mikki è un'espatriata che vive in Giappone. Scrive contenuti per Expat.com ed è una blogger appassionata di lifestyle e cultura pop.