Espatrio e contratti di lavoro restrittivi: come evitare gli abusi?

Vita quotidiana
  • infirmière subissant un burnout
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Scritto da Asaël Häzaq il 29 giugno, 2023
La pandemia di COVID-19 ha messo in crisi i sistemi sanitari di numerosi Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Francia. Ospedali, case di cura e altre strutture sanitarie hanno reclutato professionisti stranieri per fronteggiare l'urgenza. Spesso, però, gli espatriati si scontrano con condizioni di lavoro molto diverse rispetto alle loro controparti locali. Quali sono i fattori da considerare quando i contratti di lavoro contengono clausole restrittive? Quali sono le leggi in materia e a chi rivolgersi in questi casi?

La crisi occupazionale negli Stati Uniti

Nel settore sanitario, gli infermieri sono di vitale importanza, ma purtroppo non ce ne sono abbastanza. Secondo il National Council of State Boards of Nursing, dal 2020 a oggi, 100.000 infermieri hanno lasciato il loro posto di lavoro e oltre 600.000 stanno pensando di licenziarsi. Le ragioni alla base della scelta sono l'eccessiva pressione e l'aumento dello stress. Quelli che restano sono prossimi alla pensione. Alcuni Stati sono più colpiti dal fenomeno rispetto ad altri, come il Nuovo Messico e la California; quest'ultima, secondo le previsioni, registrerà una carenza di 45.000 infermieri entro il 2030, come riportato dal sindacato nazionale degli infermieri. Si stima che la mancanza di organico raggiungerà 16.000 unità in Texas, 11.000 in New Jersey, quasi 11.000 in South Carolina e 5.400 in Alaska. Di conseguenza, gli Stati Uniti avranno bisogno di 1 milione e duecentomila infermieri entro il 2030.

Per ovviare a questa situazione, gli ospedali americani e le case di cura stanno assumendo professionisti stranieri, in particolare dalle Filippine. I contratti di lavoro pluriennali offerti da alcune agenzie di reclutamento contengono spesso clausole molto restrittive. Un'inchiesta di NBC News, pubblicata il 4 giugno, ha fatto luce sulla problematica, rivelando che alcune agenzie esigono penali fino a 100.000 dollari dagli infermieri stranieri che si dimettono. I casi di questo tipo sono in aumento e le agenzie sfruttano le zone grigie della legge.

Clausole contrattuali scorrette

Gli espatriati sostengono di essere vittime di un sistema ingiusto. I datori di lavoro, come CommuniCare (una società con 18.000 dipendenti stranieri), WorldWide HealthStaff Solutions e Overseas Manpower Solutions, avrebbero promesso loro un impiego dignitoso con stipendi equivalenti a quelli dei lavoratori locali, in conformità con la legge. In realtà, però, gli infermieri stranieri sono pagati meno dei colleghi americani e devono affrontare carichi di lavoro e condizioni insostenibili. Queste circostanze li spingono a licenziarsi e, di conseguenza, le agenzie chiedono il pagamento di penali per violazione del contratto. Le agenzie forniscono a questi lavoratori un visto EB-3 (noto anche come Green Card). Sulla carta, questo documento non vincola gli infermieri al datore di lavoro, consentendo loro di cambiare azienda senza inficiare il loro status di immigrati.

In pratica, la situazione è molto diversa perchè le agenzie minacciano azioni legali, usando tattiche di intimidazione. Alcuni espatriati dicono di essere "intrappolati" dai loro datori di lavoro e obbligati a sostenere condizioni difficili. Le agenzie si difendono asserendo che i lavoratori stranieri devono semplicemente attenersi alle clausole del contratto, e pagare le penali se vogliono dimettersi. La questione è che queste penali superano di gran lunga i costi sostenuti dalle agenzie per ottenere le Green Card dei lavoratori. Alcuni hanno portato in tribunale i datori di lavoro, ottenendo in alcuni casi un esito positivo. Per molti altri, invece, la lotta persiste. Nel 2019, il gestore di una casa di cura di New York è stato multato per 25.000 dollari per violazione delle leggi sulla tratta di esseri umani. Purtroppo queste pratiche persistono e, a quanto pare, peggiorano con l'intensificarsi della carenza di personale infermieristico. I rappresentanti degli infermieri e dei lavoratori ritengono che il governo federale debba intervenire.

Clausole nei contratti di lavoro per dipendenti stranieri

Come deve comportarsi un lavoratore straniero se il contratto di lavoro prevede delle penali in caso di dimissioni? Innanzitutto, è fondamentale ricordare che non è obbligatorio firmare immediatamente il contratto. Alcuni datori di lavoro esercitano pressioni sugli stranieri per indurli a firmare il contratto appena lo ricevono, ma è una tattica subdola. Altro punto fondamentale: prima di cercare impiego, o di rivolgersi a un'agenzia di reclutamento, è consigliabile documentarsi sulle leggi del Paese di espatrio. Quali sono i requisiti per il rilascio del visto? Quali sono i vincoli che li legano al datore di lavoro? Ci sono tutele per i dipendenti stranieri? Alcuni visti consentono di dimettersi senza incidere sullo status di immigrato (come la Green Card), mentre altri sono più restrittivi.

Tuttavia, anche con i visti più restrittivi, i diritti umani devono essere rispettati. Alcune clausole contrattuali sono scorrette, mentre altre sono illegali. Una clausola scorretta favorisce il datore di lavoro a discapito del lavoratore, mentre quella illegale è vietata dal codice del lavoro del Paese straniero e potrebbe violare le leggi internazionali sul lavoro. Le clausole scorrette o illegali sono discriminatorie e violano le libertà individuali o le leggi sul lavoro, e spesso prevedono salari minimi inferiori a quelli previsti dalla legge

Dove cercare assistenza?

Se nel tuo contratto compaiono clausole di questo tipo, sii prudente. Individuarle può essere difficile, soprattutto se il contratto è redatto in una lingua diversa dalla tua lingua madre. Anche se uno straniero conosce bene la lingua del Paese di espatrio, la comprensione del gergo legale può essere complessa. Alcuni datori di lavoro sfruttano la scarsa dimestichezza dei lavoratori stranieri con la lingua per inserire clausole restrittive nei contratti, dando informazioni scorrette sulle condizioni d'impiego, lo stipendio ecc...

In caso di dubbi su un contratto di lavoro, è meglio farlo esaminare da un professionista prima di firmarlo. Se il contratto è già stato firmato e sorge un problema, bisogna rivolgersi agli enti preposti in grado di fornire supporto legale e morale.