Lunghi periodi di attesa per ottenere il visto, per avere una risposta dalle amministrazioni o per essere indirizzati all'ufficio giusto possono far perdere tempo prezioso e demoralizzare chi vuole espatriare. La burocrazia è un mondo a parte: ogni Paese ha le sue regole, le sue contraddizioni, la sua cultura e il suo modo di funzionare, che valgono sia per la gente del posto che per gli stranieri. L'eccessiva burocrazia può minare un progetto di trasferimento all'estero? In questo articolo proviamo a rispondere alla domanda.
Una burocrazia estremamente complessa
Tutti, prima o poi, ci siamo lamentati di una pratica amministrativa che si protrae nel tempo, troppo complessa, con troppi intermediari. Fascicoli persi, certificati da spedire per posta quando basterebbe un'e-mail... Documenti da inviare via fax (sì, esiste ancora). A volte capita perfino che l'e-mail si perda nello spam, o in qualche oscuro anfratto del web, e non si trova più. Per quanto i responsabili dell'immigrazione si impegnino, non trovano il tuo dossier. Oppure ti rimandano a un altro dipartimento, che ti reindirizza a un altro, che non capisce il tuo problema e ti rimbalza al centralino. Ovviamente perdi la pazienza, ma il problema è tuo o loro? Tu sei sicuro di aver seguito le procedure corrette, ma inizi a vacillare di fronte al muro amministrativo che impedisce alla tua pratica di avanzare.
Potremmo citare la burocrazia tedesca, maltese, italiana, francese, giapponese, coreana o brasiliana. Gli espatriati parlano spesso di sistemi "macchinosi", "lenti", "da andare fuori di testa"... Una questione di cultura? Non necessariamente. Anche molti nativi si lamentano delle amministrazioni del loro Paese. Ottenere una patente di guida brasiliana può essere un percorso a ostacoli, se non sai come muoverti. A Malta, gli espatriati sono stufi di riempire scartoffie, soprattutto perché ritengono che le autorità maltesi non siano sempre comprensive. A detta loro, una pratica semplice può trasformarsi in un campo di battaglia. Gli stranieri in Italia parlano di burocrazia obsoleta, macchinosa e incomprensibile. Inoltre, dicono che i servizi amministrativi, sia online che in ufficio, non sono sempre accessibili.
La barriera linguistica
"Accessibile", sì, ma in che lingua? Ovviamente è importante imparare a parlare la lingua del Paese di espatrio. Ma così come gli stranieri imparano e si adattano, la nazione ospitante dovrebbe fare altrettanto. La barriera linguistica interessa molte nazioni dove la burocrazia è troppo macchinosa. Se negli uffici comunali delle grandi città c'è personale che parla inglese, potrebbe non essere lo stesso nei piccoli centri.
Le capitali e le metropoli sono generalmente avvantaggiate, anche se non tutte le zone di Tokyo, Osaka o Kyoto sono sullo stesso piano. Lo stesso vale per Parigi, la capitale della moda, che quando si tratta di burocrazia è tutt'altro che glamour. I documenti amministrativi sono scritti in francese, e non sempre tradotti in inglese o in altre lingue. La cosa peggiore è che questo accade anche quando vengono intrapresi lavori di ristrutturazione o nel caso di nuove infrastrutture - nuove stazioni della metropolitana senza indicazioni in inglese (o disponibili solo sulle linee principali).
Ritardi burocratici
L'internet non è esente da lungaggini burocratiche. Faccia la pratica online - ti diranno - ma sarebbe importante riuscire ad accedere. Perché non usare il telefono? A volte ti sembra di essere in un labirinto o in una dimensione parallela. Per essere indirizzati al servizio giusto possono volerci giorni... con o senza esito positivo.
A volte, non sono solo i tempi di attesa a mettere a dura prova i nervi di chi vuole espatriare. Nei popolarissimi Stati Uniti, o in Canada, è necessaria anche una buona dose di pazienza. Ottenere il visto può essere (a seconda del tipo di visto che stai richiedendo) un percorso a ostacoli. La colpa è della crisi sanitaria, ma non solo. Le lungaggini sono dovute anche alla mancanza di personale amministrativo.
Burocrazia farraginosa: un ostacolo all'espatrio?
La complessità delle procedure amministrative può scoraggiare chi vuole andare a vivere all'estero? La risposta varia caso per caso. Aspettare troppo tempo per evadere una pratica può scoraggiare anche i più motivati. Se queste lungaggini sono insite nel sistema stesso, non c'è molto che tu possa fare.
È difficile rimanere a lungo nell'incertezza dato che l'espatrio è già di per sé un salto nel buio. Alcuni sono in attesa di un visto per studenti, altri di un permesso di lavoro... Molte risorse sono già state investite nel progetto (formazione per imparare la lingua, acquisire nuove competenze, conseguire un diploma, ecc.) ... e quando tarda a concretizzarsi a causa di ritardi burocratici, è normale demoralizzarsi.
A volte, però, questa burocrazia diventa un vero e proprio ostacolo, che costringe le persone a posticipare il loro progetto o a cambiare Paese di destinazione. Per alcuni, i ritardi causati dalle autorità hanno portato al mancato rinnovo del permesso di soggiorno. Da qui la decisione di tentare la sorte in una nazione diversa. In fin dei conti, dietro le barriere amministrative, c'è un futuro: il lavoro, l'università, l'avvio di un'attività, l'incontro con nuove persone, ecc... Tutte opportunità che vanno colte.