Le multinazionali licenziano il personale per tagliare i costi
L'anno 2024 è iniziato con una nuova ondata di licenziamenti che non accenna a fermarsi: Amazon, Meta, Discord, Duolingo, Google, IBM, Microsoft, Dropbox, eBay, ecc. Ma i giganti della tecnologia non sono gli unici a ridurre la loro forza lavoro. Anche altre multinazionali, grandi aziende e startup stanno tagliando il personale: Nike, Citigroup (banche), BlackRock (gestione degli investimenti), OpenClassrooms (specialista dell'e-learning), ManoMano (rivenditore online specializzato in articoli per la casa e il giardinaggio) e così via.
Perché ci sono così tanti licenziamenti? Le multinazionali cercano di tranquillizzare. Il numero di aziende e di lavoratori colpiti può essere considerevole, ma secondo loro fa parte della "normale amministrazione" di ogni grande azienda. Sottolineano che questi licenziamenti non bloccano le assunzioni, anzi. Infatti, varie multinazionali stanno eliminando parte della loro forza lavoro per posizionarsi meglio sul mercato del lavoro internazionale e aumentare la loro competitività. Matthew Friend, direttore finanziario di Nike, spiega ai media mondiali che l'azienda sta riducendo la sua forza lavoro in risposta a un "comportamento più cauto dei consumatori" a livello globale. L'inflazione continua a pesare sia sulla domanda internazionale che sui costi aziendali. Tuttavia, non è l'unica ragione di quest'ultima ondata di licenziamenti.
L'impatto dell'IA sul reclutamento internazionale
Gli ingegneri e gli scienziati più ottimisti hanno visto il grande debutto di ChatGPT come un segnale positivo per i professionisti stranieri. Per loro, le multinazionali necessitano di un numero sempre maggiore di talenti per gestire i nuovi strumenti tecnologici. Nuovi strumenti che, a loro modo, favoriscono la costruzione di un mondo "senza confini" dove conteranno solo le competenze dei lavoratori. Gli scettici, invece, intravedono dei rischi per le professioni dell'alta tecnologia, e non solo.
Aziende come IBM, Dropbox e Google concordano sul fatto che i loro licenziamenti sono in parte dovuti all'IA. Questi grandi gruppi, e molti altri, preferiscono l'intelligenza artificiale ai lavoratori internazionali, gli stessi che favoriscono lo sviluppo e/o il controllo dell'IA. Nel marzo 2023, Microsoft, che aveva investito miliardi in OpenAI (creatore del famoso ChatGPT), ha licenziato il team responsabile dell'etica dell'IA. Sono stati licenziati più di 10.000 lavoratori.
Due mesi dopo, IBM ha scosso il mondo del lavoro internazionale: il suo investimento nell'IA avrebbe messo a rischio quasi 10.000 posti di lavoro. All'epoca, il CEO di IBM, Arvind Krishna, aveva previsto che "circa il 30%" dei posti di lavoro non a contatto con i clienti sarebbero stati "facilmente rimpiazzati dall'IA e dall'automazione nel giro di 5 anni". Arvind Krishna è uno dei primi dirigenti di una multinazionale a ipotizzare un piano che favorisca l'IA rispetto alle assunzioni internazionali. La stessa franchezza arriva da Larry Fink, fondatore e CEO di BlackRock, che vede l'IA come un buon modo per aumentare la produttività. A gennaio, la multinazionale ha annunciato il licenziamento del 3% della sua forza lavoro in tutto il mondo.
Gli aspiranti espatriati dovrebbero preoccuparsi?
Potrebbe essere un indicatore di sofferenza per il mercato del lavoro internazionale? Gli osservatori si dicono ottimisti. Nonostante il rapporto di Goldman Sachs avesse previsto che quasi 300 milioni di posti di lavoro sarebbero stati minacciati dall'IA entro il 2023, non c'è motivo di farsi prendere dal panico.
Per prima cosa, gli esperti sottolineano che le multinazionali stanno continuando ad assumere a livello internazionale. I licenziamenti non stanno ostacolando le assunzioni e i talenti stranieri sono ancora molto richiesti in vari settori, soprattutto quelli dove c'è carenza di competenze. Le politiche nazionali sull'immigrazione si allineano a questa tendenza, dando priorità all'immigrazione economica e all'assunzione di lavoratori altamente qualificati. Se da un lato l'intelligenza artificiale sta distruggendo posti di lavoro, dall'altro ne sta creando, soprattutto nei settori high-tech.
I Paesi hanno bisogno di lavoratori stranieri anche nei settori non interessati dall'IA. Il declino demografico non risparmia nessuno e influenza le politiche di immigrazione. Ne consegue che i professionisti possono ancora fare carriera all'estero.
Altri osservatori, invece, chiedono una maggiore regolamentazione da parte dei governi. Questo è anche ciò che auspicano le multinazionali... che contemporaneamente stanno portando avanti la loro ricerca sull'IA. Per gli esperti più cauti, l'ultima parola spetta ai governi. Fanno notare che il contesto (il mercato del lavoro internazionale) richiede la collaborazione dei governi.