Ciao Antonio, grazie per dedicarci un po' del tuo tempo! Ti va di parlarci un po' di te e delle ragioni che ti hanno portato in Belgio?
Ciao, sono nato a Catania 31 anni fa. Per poter spiegare le ragioni per le quali mi trovo adesso in Belgio, occorre fare alcune precisazioni. Cerco di essere conciso: dunque, come dicevo prima, sono siciliano ma all'età di 22 anni ho deciso di lasciare la facoltà di lingue e letterature straniere, alla quale ero iscritto da più di 3 anni e con pochi esami al termine, per iscrivermi al DAMS di Bologna, ricominciando quasi da zero. A distanza di pochi mesi, incontro una ragazza lituana, la quale faceva l'Erasmus a Bologna, di cui mi innamoro. Senza entrare nei dettagli riesco con molti sacrifici a laurearmi al DAMS facendo avanti e indietro dalla Lituania per più di un anno. Nel 2009 la mia ragazza decide di trasferirsi a Bologna, si iscrive alla magistrale d'ingegneria ambientale ed io in quella di scienze della comunicazione. In breve, dopo 2 anni, portiamo a termine gli studi definitivamente. E' il 2011, la crisi comincia a farsi sentire, ma abitando al Nord, io siciliano, non potevo per nulla immaginare che la crisi si risentisse cosi'tanto, soprattutto, in regioni ricche come l'Emilia Romagna. Pensavo che tali regioni ne fossero immuni. Ma purtroppo mi sbagliavo cosi' la mia ricerca si allarga in tutto il Nord Italia, ma senza successo. Un giorno, ricevo una chiamata da un mio amico, catanese come me, ma che aveva vissuto tanti anni in Belgio, il quale mi propone di lavorare nel suo ristorante, vicino Namur. Mi prendo diversi giorni per pensare, mi sento un macigno addosso, dato che dalla mia scelta dipende la vita futura di due persone, quella mia e della mia ragazza. Non trovo altre strade e cosi' accetto con molta paura.
Da quanto tempo vivi a Namur? Quali sono le caratteristiche della città che più ti piacciono?
Sono quasi 3 anni che vivo a Namur; cio' che mi piace della città é il suo essere a misura d'uomo, non essendo una grande metropoli, la prima cosa che si nota é il suo lato umano, la cortesia e la disponibilità degli abitanti. Non si avverte molto la criminalità, quindi, camminare la sera nelle strade non incute lo stesso timore che se fossimo ad esempio a Brussels. Infine, la natura, gli spazi verdi e il rispetto verso gli animali. Non di rado é possibile vedere nelle zone di campagna animali selvatici come volpi, cerbiatti o cinghiali attraversare la strada. Adoro questo connubio, uomo/natura. Ovviamente, ci sono altri aspetti, che amo meno. Il suo essere piccola, è anche un difetto. Non ci sono molte cose da fare, i negozi chiudono alle 18h00 e la domenica la maggior parte delle attività commerciali resta chiuse eccetto i cinema e alcuni ristoranti. In poche parole, a volte soffro la noia abituato a delle realtà molto lontane da quella attuale.
A livello lavorativo, com'è la situazione in Belgio? Quali settori potrebbero secondo te offrire opportunità ad un Italiano che volesse cercare lavoro li?
Partendo dal presupposto che la crisi é ben presente anche in Belgio e che un clima di austerità si é imposto purtroppo in quasi tutta l'Europa, sicuramente trovare un lavoro non é cosi' semplice come una volta. Sempre di più le aziende fanno affidamento alle agenzie interinali. Di conseguenza il CDI, cioé il contratto a tempo indeterminato, comincia a diventare un miraggio. Ovviamente dipende dai settori d'impiego. Sicuramente, nel mio caso, avendo conseguito degli studi umanistici, lavorare nel mio campo é un po' più complicato. Io, al momento, non ci sono riusciuto. Nella ricerca del lavoro spesso richiedono la conoscenza del francese, dell'olandese e dell'inglese. L'olandese, a volte, é più importante dell'inglese. Per questi motivi, e forse altri, adesso lavoro in una nota gelateria della regione e faccio il marchand en glace ambulant ( ovvero il gelataio ambulante, in francese suona meglio ). Preciso nel dire, di essere l'unico straniero, quindi lavoro in un ambiente composto completamente da Belgi, importante per integrarsi e migliorare la conoscenza del francese.
Ci sono certi lavori altamente ricercati che offrono interessanti opportunità professionali ed economiche. In Belgio c'è una penuria ad esempio di radiologi e infermieri. Infatti, un consiglio che darei a chiunque intenda trasferirsi in questo paese, é quello di far riconoscere il proprio titolo di studi ( sia il diploma che la laurea ) appena arrivati. In breve, in base alle mie conoscenze, l'Horeca ovvero hotel, ristoranti e café, le strutture ospedaliere, il settore dei trasporti e della logistica, sono gli ambiti che offrono più opportunità.
Ci potresti consigliare dei siti on-line dedicati all'impiego?
Certamente. In primis, direi il Forem, il sito della regione Wallone dedicato alla formazione e alla ricerca del lavoro (forem.be) poi ci sarebbero le classiche agenzie. Gli indirizzi on line sono: adecco.be, startpeople.be, daoust.be, unique.be, actief.be, randstad.be, konvert.be, tempo-team.be.
Hai riscontrato delle diversità tra il mondo del lavoro italiano e quello belga?
In ambito lavorativo certamente esistono delle differenze. Credo che in Belgio esista una maggiore consapevolezza professionale rispetto all'Italia verso il lavoratore. Nella concezione italiana, ovviamente generalizzando, il datore di lavoro non crede che gratificare l'operato dei propri dipendenti sia importante, parte dal presupposto che essendo retribuiti (a maggior ragione adesso che lavorare é equiparato ad un terno al lotto) puoi impartire ordini non badando, spesso, alla forma. Io ho la fortuna di lavorare in un ambiente sereno dove vengo apprezzato per il lavoro che svolgo. Ovviamente si fanno degli sbagli ma posso assicurare che il modo in cui vengono fatti certi "rimproveri" sono ben lontani dall'immaginario italiano.
I Belgi fanno molto attenzione alla forma, "per favore", "grazie", banalmente, sono un must della politesse. E' evidente, che il lavoratore debba, dal canto suo, meritarsi il rispetto e la stima da parte dei colleghi e dal datore di lavoro.
Puntualità, impegno e volontà, sono elementi ben apprezzati, credo dappertutto.
Che livello di conoscenza della lingua locale bisogna avere per poter trovare lavoro e destreggiarsi nella vita di tutti i giorni?
La conoscenza del francese se abiti nella regione Wallone o dell'olandese se abiti nelle Fiandre, é fondamentale sia nella vita di tutti i giorni sia nel lavoro. Per questo, un consiglio che vorrei dare, é quello di iscriversi a corsi di lingua per stranieri: sono abbordabili economicamente e sono disponibili sia la mattina che la sera. Quando sono arrivato in Belgio, il mio francese era ad un livello scolastico ma lavorando e frequentando i corsi, con molta pazienza e volontà, riesco ad esprimermi più o meno correttamente, a parte per il mio accento italiano che non ha intenzione di sparire.
Qual'è il modo migliore per cercare alloggio a Namur: consultare siti immobiliari on-line, annunci sui quotidiani oppure agenzie immobiliari?
Per la ricerca di un alloggio consiglierei di fare un giro per le vie della città cercando tutti gli annunci di affitto e contattare, preferibilmente, i privati: le agenzie non ti prendono neppure in considerazione se non rispecchi certe condizioni. Un sito on line che conosco é immoweb.be.
Cosa mi puoi dire del costo della vita a Namur? È commensurato agli stipendi?
Si, direi proprio di si. Il costo della vita credo che sia commisurato agli stipendi. Fare la spesa costa più o meno come in Italia, ovviamente certi prodotti sono molto più cari ma facendo una spesa intelligente, e un occhio attento alle promozioni, é possibile acquistare prodotti di qualità a prezzi ragionevoli. Cio' che trovo un po' caro sono i prezzi degli affitti, ovviamente dipende dove abiti. Questa considerazione vale sia in Italia che in Belgio.
Per concludere ti vorrei chiedere sotto quali aspetti è migliore la tua nuova vita rispetto a quella che facevi in Italia? Ci sono, di contro, dei risvolti meno gradevoli?
Non so se la mia vita sia migliore rispetto a quella che conducevo prima. Mi sono trovato davanti ad un bivio: ho dovuto fare una scelta, non so se sia stata quella giusta. Potevo ancora pazientare in Italia, continuando la mia ricerca e magari trovare un lavoro più affine al mio percorso di studi e lasciare passare il treno che mi si era presentato. In ogni caso, mi sento felice perché ho un lavoro che mi garantisce l'indipendenza economica e abito in un posto tranquillo immerso nella natura. Certamente, mi mancano tante cose dell'Italia: in primis, gli affetti, e poi, molto banalmente, il caffé al bar, l'apero- spritz, l'arrotino che affila coltelli e vende pure ombrelli, che ti sveglia alle 8 del mattino, l'umorismo e quella voglia di vivere che respiri quando sei in Italia.
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