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Professionisti LGBTI all'estero, tra sfide e pregiudizi

Scritto daJavier Olivas Alguacilil 07 Settembre 2020

Lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) costituiscono un gruppo in costante crescita nel contesto della mobilità internazionale. Quali sono gli ostacoli con cui si scontrano e che devono superare quando espatriano? In questo articolo analizziamo le sfide, i pregiudizi, ma anche il grande potenziale della comunità LGBTI all'estero. 

 

ll processo di riconoscimento dei diritti della comunità LGTBI non è lo stesso in tutti i paesi del mondo. In Canada e Spagna, ad esempio, la comunità gode di uno status giuridico e sociale pari a quello del resto della popolazione. In Africa e in Medio Oriente, di contro, l'orientamento sessuale è ancora un tabù e l'omosessualità costituisce un crimine.

Anche nei paesi di ampie vedute non mancano delle ostruzioni per quel che riguarda l'avanzamento di carriera di gay e lesbiche, sia a livello professionale che pubblico. I meccanismi che regolano queste dinamiche sono sottaciuti e quindi complessi da denunciare e smantellare. 

Uno studio pubblicato sull'International Journal of Human Resource Management ("Lesbian, gay, bisexual and transgender (LGBTI) expatriates: An intersectionality perspective") rileva come la comunità LGBTI rappresenti una riserva di talenti a cui vari settori possono attingere. L'articolo sottolinea inoltre che il loro status di minoranza può essere percepito sia come fattore invalidante sia come un facilitatore dell'espatrio. Grazie a caratteristiche uniche e ad un'ampia rete sociale, questi gruppi vantano qualità peculiari.

Altamente qualificati e con maggiore libertà di movimento

Nel suo articolo "Lesbian and gay expatriates use of social media to aid acculturation", Ruth McPhail sottolinea che buona parte delle persone omosessuali è altamente qualificata ed ha esperienze di lavoro a livello internazionale. La loro indipendenza finanziaria favorisce la libertà di spostamento. 

L'autrice pone anche l'accento sul dinamismo delle reti di supporto della comunità LGTBI. Associazioni, eventi e riunioni spesso fungono da catalizzatori sociali e consentono di trovare supporto e consigli per muovere i primi passi nel paese di espatrio. La solidarietà che di solito si manifesta tra i membri di minoranze discriminate agisce come un elemento di coesione tra individui. 

Tuttavia, questo non esclude atti discriminatori a livello aziendale ed istituzionale. La libertà di rivelare il proprio orientamento sessuale non è sempre un'opzione. Nel mondo esistono ancora molti paesi omofobi dove essere gay o lesbiche è illegale. 

Una tendenza verso il riconoscimento e la valorizzazione

In un altro articolo (“Lesbian and gay expatriation: Opportunities, barriers and challenges for global mobility”) Ruth McPhail sottolinea che i professionisti LGTBI potrebbero avere più opportunità di quanto si pensi nelle missioni internazionali. Di fatto, molti consulenti in mobilità internazionale stanno cominciando ad interessarsi a questi profili, rendendosi conto che rappresentano una miniera d'oro per questo tipo di lavori. 

L'autrice parla inoltre del contributo che negli ultimi decenni questo gruppo ha dato nei dibattiti sull'inclusione e sullo sviluppo di poliche non discriminatorie a livello imprenditoriale. All'orizzonte si prospettano maggiore visibilità e apprezzamento delle qualità che caratterizzano la comunità LGTBI.

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