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Il visto che permette di trasferirsi e lavorare da remoto

nomade digital
Andrea Piacquadio / Pexels
Scritto daVeedushi Bil 17 Marzo 2021

Il Sudafrica è la destinazione di punta per chi lavora a distanza ma ci sono anche tanti altri Paesi nel mondo che offrono dei visti ad hoc per i remote worker. Quali sono i pro e i contro di questi visti?

Città del Capo è stata di recente designata come destinazione di viaggio sicura dal World Travel and Tourism Council (WTTC) nonostante le attuali restrizioni di viaggio e l'allarmante situazione sanitaria che affligge il Sud Africa. E' inoltre considerata tra le migliori città al mondo per il lavoro a distanza. Siamo tutti d'accordo che Città del Capo abbia molti assi nella manica. Oltre che a godere di infrastrutture moderne, servizi di qualità internazionale ed un'eccellente rete di telecomunicazioni, vanta un'immensa ricchezza naturale ed offre una miriade di attività per il tempo libero. Non sorprende quindi che sia la meta prediletta dei nomadi digitali e di coloro che hanno iniziato a lavorare da remoto dopo lo scoppio della crisi sanitaria globale.

È interessante notare come sempre più paesi nel mondo stiano promuovendo una tipologia di visto dedicata ai professionisti che lavorano da remoto (remote work visa). Il significativo aumento del tasso di disoccupazione a livello globale ha impattato negativamente sull'economia della maggior parte delle nazioni. Per questo motivo, i governi stanno esplorando nuove strade per coinvolgere gli stranieri nel loro rilancio.

Come scegliere la prossima destinazione

Oggi, le isole dei Caraibi si distinguono dal resto del mondo per i bassi tassi di infezione da COVID-19. Quindi offrire visti per il lavoro a distanza appare una conseguenza naturale. Dopo Barbados, Aruba e Antigua e Barbuda, Montserrat sta introducendo questa tipologia di visto valida per un anno. Per averne diritto, il richiedente deve provare di avere un impiego nel suo paese di origine e percepire uno stipendio minimo. A suo carico le spese di elaborazione del visto, e la stipula di un'assicurazione sanitaria che includa la copertura COVID-19. In arrivo, deve autoisolarsi per 14 giorni e fornire un test PCR negativo entro 5 giorni.

Anche Mauritius ha lanciato un visto simile (premium visa) che è destinato a professionisti stranieri che lavorano per aziende estere ed è valido per un anno. Per essere ammesso, il candidato deve percepire un reddito mensile, soddisfare requisiti salariali prestabiliti, stipulare un'assicurazione sanitaria e prenotare un alloggio prima della partenza. Ad oggi sono state approvate più di 200 domande, mentre una quarantina di richieste sono al vaglio delle autorità competenti. Al momento dell'arrivo sull'isola, il titolare del visto premium deve trascorrere 14 giorni in quarantena presso un hotel designato, a proprie spese. Facciamo presente che in data 10 marzo, i confini di Mauritius sono stati temporaneamente chiusi a causa di una seconda ondata di coronavirus. 

Per coloro che non vogliono fare la quarantena, la Georgia potrebbe rappresentare un valido compromesso. Situata tra Europa e Asia, ha recentemente lanciato un programma per visitatori a lungo termine rivolto principalmente ai lavoratori a distanza e agli imprenditori stranieri. Per fare domanda, il candidato deve essere vaccinato contro il COVID-19 e soddisfare i criteri salariali richiesti. 

Le persone che fanno domanda devono guadagnare almeno 2.000$ al mese per potersi permettere di pagare le tasse sul reddito. A differenza delle Isole Cayman, che esentano il lavoratore straniero dalle imposte per due anni, in Georgia è obbligatorio adempiere agli obblighi fiscali. Per trasferirti alle Cayman devi percepire minimo 100.000 all'anno$, se sei in coppia o in famiglia la cifra richiesta va da 150.000 a 180.000$. Non dimenticare la quota non rimborsabile di 1.469$ a persona, da pagare l'ottenimento del visto. Se preferisci Dubai, il tuo stipendio deve raggiungere almeno 5.000$ al mese, la buona notizia è che sono esentasse!

L'Islanda ha deciso di estendere il suo programma “Work in Iceland” dedicato ai nomadi digitali. Le condizioni per fare domanda sono purtroppo restrittive infatti il candidato deve lavorare per una società straniera, o essere un lavoratore autonomo, guadagnare almeno 88.000$ all'anno ed avere un'assicurazione sanitaria. A partire dal 1° maggio 2021, i viaggiatori che sono vaccinati contro il COVID-19 sono esenti dalla quarantena in arrivo.

Non è ancora finita! Hai sentito parlare del programma "Movers and Shakas" delle Hawaii? Si basa su un concetto abbastanza semplice secondo cui, i primi 50 che si candidano per l'Hawaii Remote Work Permit, ricevono un biglietto di andata e ritorno gratuito per Honolulu! Hanno inoltre diritto a sconti sull'alloggio e sugli spazi di coworking. Da parte loro, devono impegnarsi presso un'organizzazione locale senza scopo di lucro.

Una cosa è certa, il lavoro a distanza è diventato la nuova normalità in molti paesi, inclusi gli Stati Uniti. L'Indiana, ad esempio, offre una sovvenzione ai remote worker che accettano di trasferirsi lì per un anno. I lavoratori a distanza che guadagnano 100.000$ all'anno hanno diritto ad un indennizzo di 5.000$ per coprire le spese e le tasse di trasferimento. Chi guadagna più di 100.000$ all'anno ha diritto a 8.500$ di rimborso. Altri Stati, come Ohio, Iowa, Arkansas e Oklahoma, ecc., stanno lavorando a programmi simili.

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Assistente editoriale e scrittrice di contenuti per Expat.com, Veedushi nutre un profondo interesse per le culture e le tradizioni straniere.

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