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Come scegliere la destinazione per lavorare a distanza dall'estero

travail a distance
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Scritto daAsaël Häzaqil 25 Luglio 2023

Il lavoro a distanza sta diventando sempre più popolare. Si parla molto dei nomadi digitali, liberi professionisti che lavorano all'estero grazie a visti dedicati. Ma in questo articolo vogliamo approfondire il caso dei lavoratori dipendenti che desiderano svolgere le loro mansioni operando dall'estero. Possono farlo? Quale visto serve, come gestire la fiscalità, le questioni amministrative e l'assicurazione sanitaria?

Lavorare a distanza: è una scelta del dipendente o dell'azienda?

Sogni di lavorare a distanza dall'estero? Prima di scegliere la destinazione, è fondamentale discuterne con il datore di lavoro, che deve avviare la procedura. Tieni presente che lavorare a distanza è una scelta, non un diritto, e l'azienda ha la facoltà di rifiutare la tua richiesta.

All'apparenza, lavorare a distanza dall'estero sembra semplice. Devi solo portare con te il tuo lavoro e continuare a svolgere l'attività, ma non tutte le professioni si prestano a questa modalità. Entrano in gioco anche questioni legali e fiscali, la responsabilità del datore di lavoro, l'assicurazione sanitaria, le procedure amministrative e i visti. Mentre sempre più aziende stanno passando al "lavoro remoto totale" (telelavoro al 100% in completa autonomia), altre non lo autorizzano, anche se le loro attività lo consentirebbero.

Il lavoro a distanza dall'estero può essere definitivo (senza ritorno in patria) o temporaneo (pochi mesi all'anno). Indipendentemente dalla tua scelta, come dipendente rimani in un rapporto di subordinazione con il datore di lavoro. Spetta a te organizzarti per svolgere i compiti richiesti. Naturalmente, si presuppone che tu e l'azienda abbiate un accordo. Se il lavoro a distanza offre già di per sè una maggiore autonomia, quello svolto dall'estero garantisce una flessibilità ancora più ampia. Gli orari di lavoro potrebbero essere diversi dai tuoi colleghi, e l'organizzazione del lavoro sarà più elastica. A patto di portare a termine i compiti assegnati.

Come scegliere la destinazione adatta per lavorare a distanza?

Prima di intraprendere una nuova avventura come lavoratore a distanza, devi prendere in considerazione alcune questioni fondamentali. Cosa prevede la legge sul lavoro nel Paese straniero? Hai diritto all'assistenza sanitaria? L'azienda copre le spese relative alla tua attività professionale? Che visto ti serve e hai i requisiti per ottenerlo?

Contratto di lavoro

E' buona norma stipulare un contratto di lavoro (o aggiornarlo) per stabilire le condizioni che regolano la tua attività a distanza. A quale legge è soggetto? Per i cittadini europei che lavorano a distanza all'interno dell'UE, l'articolo 8 del Regolamento (CE) n. 593/2008 del 17 giugno 2008 prevede che, in assenza di norme stabilite, la legge che si applica è quella del Paese in cui il lavoratore svolge "abitualmente" il proprio lavoro. Il contratto deve inoltre specificare gli accordi relativi all'orario di lavoro e agli obblighi del dipendente (partecipazione alle riunioni, frequenza, ecc.).

Visto

Mentre i nomadi digitali hanno a disposizione visti dedicati, per i lavoratori a distanza non è così. I lavoratori a distanza che operano all'estero vengono spesso confusi con i nomadi digitali. Anche se questi ultimi possono essere dipendenti, la maggior parte di loro sono liberi professionisti. Infatti, alcuni dei Paesi che offrono visti per nomadi digitali impongono questo requisito.

C'è però una buona notizia per i lavoratori europei: possono spostarsi all'interno dell'Unione Europea senza limitazioni, a patto di informare preventivamente il datore di lavoro. Per chi invece arriva da Paesi terzi, è necessario un visto d'ingresso e un permesso di lavoro e/o di soggiorno. Assicurati di rispettare queste regole per non violare le norme sull'immigrazione.

La scelta del luogo e del visto da richiedere deve essere valutata in base alle possibilità dell'azienda e ai tuoi piani. Hai intenzione di lavorare da remoto solo per alcuni mesi all'anno? Vuoi soggiornare all'estero in modo permanente?

Copertura delle spese da lavoro

In quanto lavoratore a distanza all'estero, puoi utilizzare il tuo PC, telefono, stampante, connessione a internet, scrivania, ecc. Potresti però aver bisogno di acquistare altro materiale per operare in condizioni ottimali. L'azienda copre i costi per l'acquisto dell'attrezzatura, salvo accordi diversi. In Paesi come la Francia, ad esempio, i datori di lavoro hanno l'obbligo legale (Accordo Nazionale Interprofessionale del 26 novembre 2020) di rimborsare tutte le spese sostenute durante il periodo di lavoro all'estero. L'azienda non può detrarre queste spese dal tuo stipendio.

Controlla la legislazione del tuo Paese di origine per quanto riguarda gli obblighi del datore di lavoro in caso di impiego a distanza dall'estero. Tale disposizione dovrebbe essere inclusa nel tuo contratto. Se non viene menzionata, chiedi che il contratto venga modificato per includerla. In caso di problemi (ad esempio se il datore di lavoro si rifiuta di rimborsare le spese), sarai tutelato e potrai far valere i tuoi diritti.

Copertura sanitaria

La copertura dipende dal periodo di permanenza all'estero. E' la nazione d'origine che stabilisce la soglia temporale oltre la quale smette di coprirti e sarai quindi in carico al sistema sanitario della nazione di trasferimento. Attenzione: se il sistema di previdenza sociale del Paese ospitante fornisce solo una copertura sanitaria minima, spetta al datore di lavoro provvedere al resto (in caso di necessità). Questo perché l'azienda è comunque tenuta a versare i contributi previdenziali, in conformità con la legislazione dello Stato ospitante.

Verifica se esistono accordi bilaterali tra il tuo Paese e quello ospitante. Se sei un cittadino europeo e operi in telelavoro all'interno dell'UE, puoi beneficiare del regolamento CE 593/2008 del 17 giugno 2008. In base a questo regolamento, sei affiliato al sistema di previdenza sociale del Paese europeo ospitante se trascorri lì più del 25% del tuo periodo lavorativo

I Paesi migliori per lavorare da remoto

Spagna, Malta, Portogallo, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Sudafrica, Islanda, Israele, Costa Rica, Giappone, Panama, Messico, Emirati Arabi Uniti... Queste sono solo alcune delle nazioni migliori per lavorare da remoto. Tra queste ci sono mete molto amate dagli espatriati e altre che stanno guadagnando popolarità. Non ti resta che valutare la fattibilità del progetto.

Prima di pensare a spiagge, montagne o vaste praterie, considera il fuso orario. Alcuni lavoratori a distanza optano per un soggiorno di qualche mese in uno Stato confinante, o all'interno dello stesso continente. Altri scelgono destinazioni più lontane e concordano gli orari di lavoro con il loro superiore (in merito a riunioni, scadenze ecc.).

Attenzione alle tasse. Lavorare a distanza può avere un impatto sia sulla tua situazione fiscale che su quella dell'azienda. Se quest'ultima avesse già una filiale nel posto dove vuoi trasferirti, allora avrà dimestichezza con le regole in vigore. Nell'eventualità in cui il Paese ospitante considerasse il tuo lavoro da remoto come una forma di attività commerciale, allora l'azienda potrebbe essere soggetta alla doppia tassazione.

E' normale che le aziende procedano con cautela, perchè devono essere sicure di rispettare tutte le normative fiscali del Paese estero in questione. Di solito, colossi come Microsoft, Johnson & Johnson, Meta, Dell, Indeed, Philips, IBM, Shopify, Chanel e L'Oréal, sono più propensi a concedere opportunità di lavoro a distanza perché hanno familiarità con questa pratica lavorativa.

Lavoro
A proposito di

Ho una laurea magistrale in Giurisprudenza - Scienze Politiche e un diploma del Japanese Language Proficiency Test (JLPT) N2. Ho lavorato come addetta alla comunicazione. Ho oltre 10 anni di esperienza come web copywriter.

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