L'incremento della mobilità studentesca è il risultato della crisi inflazionistica? L'aumento dei prezzi in molti Paesi sta mettendo a dura prova le tasche degli studenti. In tanti hanno già subito le conseguenze della crisi sanitaria, con l'impossibilità di mantenere un lavoretto e, quindi, di risparmiare. Dato il costo sempre più elevato dell'istruzione, conviene trasferirsi all'estero per studiare? Può essere più economico? Come fare per bilanciare costi e qualità della vita?
Quando l'inflazione fa salire il costo dell'istruzione
Al pari di molte altre persone, anche gli studenti non sono risparmiati dall'aumento dell'inflazione. La crisi, (in parte) dovuta a fattori geopolitici, ha fatto salire anche i costi dell'istruzione. Le conseguenze della pandemia continuano a gravare sui governi, anche se in misura diversa. La guerra in Ucraina pesa sulle economie, a cominciare, ovviamente, da quella ucraina.
A luglio, l'inflazione su base annua è stata del 2,05% negli Emirati Arabi Uniti, del 3,2% negli Stati Uniti, del 3,3% in Canada, Israele e Giappone, del 4,3% in Francia e del 4,5% a Singapore. L'inflazione continua a indebolire le economie di Kenya (+7,3%), Germania (+6,17%) e Svezia (+9,3%). In Algeria, il tasso di inflazione è prossimo al 10%, in Ungheria al 20%, in Turchia al 50%.
Abituata a convivere con un'inflazione vertiginosa, l'Argentina ha un tasso del 113%. Il Libano sta sprofondando a causa un'inflazione record del +252%. Molti altre nazioni subiscono il peso dell'inflazione, in maniera più o meno accentuata. Il mondo sta andando a rotoli e i governi cercano di restare a galla.
Gli effetti dell'inflazione si fanno sentire al supermercato, dal benzinaio, al momento di pagare le bollette o di prendere i mezzi pubblici. Gli studenti, il cui potere d'acquisto è spesso inferiore a quello di altri cittadini, sono particolarmente colpiti da questa crisi prolungata.
Costi dell'istruzione: dove trasferirsi per studiare?
E se l'inflazione fosse un criterio per scegliere una scuola o un'università all'estero? Un recente studio di Neobank N26 ha classificato gli Stati Uniti come la destinazione più cara per gli studenti. Un anno accademico costa in media 27.091 euro, con grandi variazioni a seconda dell'università, del grado e del campo di studio. Gli Emirati Arabi Uniti si piazzano al secondo posto (costo medio di un anno di università: 12.535 euro). L'Inghilterra è al terzo posto (11.405 euro circa). Il Canada, altra destinazione popolare tra gli studenti internazionali, è al settimo posto (9.176 euro). La Germania, anch'essa tra le mete preferite, ha un costo medio molto più competitivo (in media 499 euro - 39° posto).
Studiare in un Paese con un costo della vita più basso è conveniente?
Prima di decidere se studiare all'estero o meno, diamo un'occhiata più da vicino ai costi da sostenere. Va specificato che la classifica di N26 prende in considerazione solo le tasse universitarie per gli studenti locali, la qualità delle università, il livello di convenienza e gli stipendi che i giovani laureati possono aspettarsi di guadagnare, ma non valuta il costo dell'affitto, dei trasporti, dell'assistenza sanitaria, dei generi alimentari e così via.
Tasse universitarie in aumento
Anche le tasse universitarie sono in aumento e lo sono ancora di più per gli studenti internazionali (che pagano tasse molto più alte dei locali). Questi aumenti sono dovuti sia all'inflazione che alle politiche governative. In Australia, ad esempio, le tasse universitarie per gli studenti internazionali continuano ad aumentare (tra il 2% e il 4%, a seconda dell'università).
Gli studenti internazionali sono una vera e propria risorsa per i governi. Tra il 2021 e il 2022, il 21% delle entrate delle università britanniche è stato generato dalle tasse degli studenti stranieri. Anche la Cina sta aumentando le tasse pur restando competitiva rispetto ad altre nazioni. Stessa cosa per la Francia che, oltre a far pagare più tasse universitarie, da una parte ha tagliato le borse di studio per le famiglie francesi all'estero e dall'altra dice che aumenterà le sovvenzioni in Francia per gli studenti stranieri più svantaggiati.
La Francia giustifica l'aumento delle tasse universitarie come necessario per "migliorare l'integrazione" dei giovani stranieri.
Costo e qualità della vita
E la qualità della vita? Diventa un lusso quando il motivo principale per cui ci si trasferisce all'estero è quello di studiare a basso costo? Secondo lo studio di N26, Praga, Tokyo e Amsterdam sono le tre città studentesche con la migliore qualità di vita. Lo studio ha confrontato il costo dell'affitto, del cibo, dei trasporti e di altre spese sostenute dagli studenti. Ha inoltre preso in considerazione la sicurezza, la vita notturna e l'offerta culturale. Madrid si è classificata al quarto posto, davanti a Reykjavik, Berlino ed Edimburgo. Va specificato però che la classifica di N26 sulla qualità della vita non ha nulla a che vedere con il costo degli studi. Le città europee si posizionano in cima alla lista con Singapore al 15° posto come prima destinazione extraeuropea. New York è al 29° posto.
Gli studenti internazionali più privilegiati continueranno a frequentare le scuole che hanno scelto. Altri si indebiteranno più di prima per perseguire i loro obiettivi. Altri ancora saranno costretti ad accantonare il progetto per mancanza di fondi. E' ovvio che la crisi economica globale stia colpendo soprattutto i giovani con meno risorse.
Anche altri criteri non quantificabili influenzano la scelta del Paese dove studiare. Ha senso restare in un posto poco adatto alle esigenze personali solo perchè studiare costa meno? L'espatrio è un'esperienza arricchente solo quando ci si trova bene nel luogo che ci ospita. La lingua, la cultrua locale e l'ambiente giocano un ruolo importante nella qualità della vita degli espatriati, studenti compresi.