Crollo dell'economia, crisi inflazionistica, conflitti politici, guerre, riforme dell'immigrazione, restrizioni sui visti per studenti... Ad una prima occhiata, il 2024 non sembra peggiore degli anni precedenti, ma abbiamo visto di meglio. Questo significa che dobbiamo abbandonare i nostri piani di studio all'estero?
Studenti internazionali colpiti dalla congiuntura economica
Chi sta per espatriare in Canada, Australia o Regno Unito ha visto giorni migliori. In Francia, la riforma della legge sull'immigrazione ha fatto sudare freddo gli studenti stranieri. Da quando è stata promulgata, lo scorso 26 gennaio, possono tirare un respiro di sollievo: sono scampati alle misure restrittive. Ma per quanto tempo? Gli studenti stranieri restano in guardia, come dimostrano gli esempi di Canada, Australia, Regno Unito e Paesi Bassi.
Il 2024 segnerà una battuta d'arresto per la mobilità studentesca internazionale? Si potrebbe pensare di sì, visto il giro di vite attuato dai Paesi che, per antonomasia, sono i preferiti dagli studenti internazionali, Canada in testa. Sebbene il governo canadese giustifichi la misura, affermando che abbia lo scopo di migliorare le condizioni degli studenti sul territorio, è un boccone difficile da ingoiare. Quest'anno il Canada prevede di rilasciare 364.000 permessi di studio, il 35% in meno rispetto al 2023.
Le misure restrittive adottate dai governi hanno un impatto sui progetti di chi vuole espatriare? Secondo l'indagine condotta da IDP Education, a gennaio 2024, su 2.500 studenti provenienti da 67 paesi, la risposta è affermativa. La maggior parte degli studenti intervistati sta rivedendo i piani. Regno Unito, Australia e Canada stanno perdendo molti punti. Rispettivamente, il 49%, il 47% e il 43% degli intervistati è riluttante a trasferirsi in queste nazioni.
Gli studenti internazionali seguono con attenzione quello che sta succedendo a livello internazionale. Per gli autori dello studio, le riforme sull'immigrazione e il clima politico stanno avendo un impatto sulla migrazione degli studenti internazionali.
Focus sui Paesi Bassi
All'inizio del 2023, i Paesi Bassi hanno annunciato l'intenzione di ridurre il numero di studenti stranieri. Sebbene rappresentassero solo il 15% delle iscrizioni universitarie (anno accademico 2022-2023), un progetto di legge del Ministero dell'Istruzione prevedeva già una riduzione. Nella proposta rientrava anche l'opzione di ridurre i corsi in inglese e imporre l'olandese come lingua accademica fino alla laurea. Nel 2021, il Ministro dell'Istruzione Robbert Dijkgraaf aveva già invitato le università a chiudere le iscrizioni per gli studenti stranieri. La vittoria dell'estrema destra alle elezioni parlamentari di novembre ha scosso profondamente le università.
Nel febbraio 2024, la proposta di legge di Dijkgraaf ha preso forma. La legge "Per un approccio equilibrato all'internazionalizzazione dell'istruzione superiore olandese" esorta le università a controllare il numero di studenti stranieri al fine di garantire l'accesso di quelli olandesi. Dijkgraaf riconosce comunque il "valore" degli studenti stranieri e vuole continuare ad attrarre talenti, "soprattutto nei settori in tensione".
Approfondimento sul Canada
Novità sul permesso di lavoro dopo la laurea (post-graduation work permit, PGWP). D'ora in avanti, gli studenti stranieri, diplomati presso un'istituzione educativa designata (designated learning institution - DEI), non hanno più accesso diretto a un permesso di lavoro (PGWP). Ricordiamo che le DEI sono istituzioni canadesi, autorizzate dal governo federale, o provinciale, ad ammettere studenti stranieri. In passato, uno studente che si laureava presso una DEI, riceveva automaticamente un PGWP (permesso di lavoro).
La riforma stabilisce un elenco di DIE autorizzati a offrire programmi idonei al rilascio del visto post laurea, nell'ottica di ridurre il numero di studenti stranieri sul territorio. Secondo il governo, l'obiettivo è quello di fornire un migliore supporto ai giovani laureati stranieri nel percorso verso l'occupazione e di mettere fine a pratiche scorrette in alcuni istituti.
Chiusura delle scuole di scarsa qualità
Il Ministro canadese per l'Immigrazione, Marc Miller, fa la voce grossa. In un discorso del 27 febbraio 2024, ha esortato le province ad agire, minacciando di chiudere le scuole nelle province recalcitranti. Miller ha sottolineato che il ruolo delle province è proprio quello di garantire il buon funzionamento dell'istruzione post secondaria. Diverse indagini, tra cui quelle condotte dalla Migrant Workers Alliance e da altri gruppi di difesa degli immigrati, hanno rivelato casi di sfruttamento degli studenti stranieri: scuole private in centri commerciali, tasse scolastiche troppo elevate per i corsi online, mancanza di insegnanti, scarsa qualità dei corsi, ecc.
La Columbia Britannica ha accolto il monito del governo. Seconda provincia per numero di studenti stranieri (175.000 iscritti in istituti pubblici e privati, il 54% privato) si è attivata per bloccare le scuole che svolgono male il loro lavoro. Selina Robinson, Ministro dell'Istruzione, ha deciso di sospendere l'iscrizione degli studenti stranieri per due anni, aggiungendo anche altre regole, tra cui i requisiti linguistici. Il Ministro ha riconosciuto che l'attuale sistema educativo "non funziona come dovrebbe".
Sostegno più adeguato ai laureati stranieri
Da un lato, il Canada è impegnato nella lotta contro gli istituti che sfruttano gli studenti stranieri. Dall'altro, vuole garantire che i laureati stranieri trovino la loro strada nel mercato del lavoro canadese. Dal 15 febbraio 2024, gli studenti stranieri iscritti a un master della durata di almeno 2 anni (minimo 8 mesi) possono ottenere un permesso di lavoro post universitario di 3 anni. I programmi di durata inferiore algi 8 mesi non sono idonei all'ottenimento di un permesso di lavoro. Il governo canadese specifica che la durata di questo visto di lavoro varia in base al programma di studio seguito, alla durata del programma stesso o alla data di scadenza del passaporto. Indica anche che l'ottenimento del visto è vincolato ad altri fattori, tra cui i diplomi ottenuti all'estero o in Canada.
Per Sarom Rho, coordinatore nazionale di Migrant Students United (membro della Migrant Workers Alliance), una scuola di scarsa qualità non dovrebbe essere autorizzata ad accettare studenti stranieri, né tantomeno ad applicare tasse universitarie elevate.
Riflettori puntati sull'Australia
Crollo del numero di studenti stranieri in Australia. A febbraio 2024 si è registrato il tasso di iscrizioni più basso degli ultimi vent'anni.
L'Australia ha avviato una profonda riforma del suo sistema di immigrazione e sta dando un giro di vite ai visti per studenti. I test per la conoscenza dell'inglese sono più difficili rispetto ai precedenti e per passarli bisogna ottenere un punteggio più alto. I candidati devono inoltre dimostrare di volersi trasferire solo ed esclusivamente per studiare (Genuine Student Test). Anche il limite di età dei richiedenti è stato abbassato, passando da 50 a 35 anni. L'Australia continua a cercare stranieri per sopperire alla carenza di manodopera, ma sta intensificando le misure per espellere gli studenti stranieri che soggiornano senza aver trovato un lavoro in un settore carente di manodopera.
Il governo australiano sta anche rivedendo il suo approccio ai permessi post studio. La normativa precedente consentiva agli studenti che avevano ottenuto una laurea, un master o un dottorato, di restare sul territorio da 4 a 6 anni, a seconda del percorso accademico. Alla fine di febbraio 2024, il Ministero dell'Istruzione ha ridotto i tempi di soggiorno portandoli a 2 o 3 anni. Inoltre, a partire da metà anno, gli studenti stranieri non potranno più richiedere un'estensione del permesso post studio. Il governo australiano spiega che questa misura ha lo scopo di migliorare la qualità dell'istruzione internazionale. Il Genuine Student Test (che sostituisce il Genuine Temporary Entrant) rientra in questa strategia.
La nuova politica del governo australiano segna un cambio di rotta: i laureati stranieri devono essere utilizzati principalmente per sopperire alla carenza di manodopera. L'obiettivo principale del permesso di studio non è quello di aprire la strada alla residenza permanente, ma di formare professionisti da impiegare nei settori in cui scarseggia la forza lavoro. L'Australia, già nota per la sua rigida politica migratoria, intende dimezzare la migrazione netta: 375.000 quest'anno e 250.000 nel 2025, ossia la cifra pre-Covid. Secondo il Dipartimento dell'Istruzione australiano, l'aumento del numero di immigrati (510.000 tra il giugno 2022 e il giugno 2023) è dovuto principalmente all'incremento del numero di studenti stranieri (768.000 iscritti nell'ottobre 2023). Di fronte all'invecchiamento della popolazione e alla grave carenza di manodopera, il governo australiano ha comunque aumentato (nel settembre 2023) la quota di lavoratori immigrati da 35.000 a 190.000 all'anno.
Per concludere
Dovremmo rimandare i nostri progetti di espatrio, in attesa di prospettive più favorevoli alla mobilità studentesca? Le restrizioni spaventano, ma gli studenti non demordono, tutt'al più si orientano verso destinazioni diverse. Chi prima puntava al Canada, ora va negli Stati Uniti. Anche gli Emirati Arabi Uniti, la Germania, la Corea del Sud e il Giappone sperano di attirare studenti stranieri. La maggior parte di questi Paesi sta affrontando problemi simili: declino demografico e carenza di manodopera. Per la mobilità studentesca, quindi, le prospettive sono ancora buone.
Link utili in francese e in inglese
Canada : permis de travail postdiplôme
US : international student visa
France : étudier en France - Campus France
Australia : support for international students