Cose da sapere prima di licenziarti quando lavori all'estero

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Scritto da Asaël Häzaq il 27 agosto, 2024
Le scene di dipendenti che abbandonano impulsivamente il lavoro sono perfette per le trame dei film, ma nel mondo reale è bene pensarci prima di lasciare un impiego all'estero. Ogni Paese ha le sue leggi che regolano i permessi di lavoro e di residenza. Dai contratti ai visti, passando per i sussidi di disoccupazione, ecco quello che devi sapere prima di lasciare il posto di lavoro quando sei un espatriato.

Si tratta di dimissioni o di fine contratto?

In quale contesto stai lasciando il tuo lavoro all'estero? Si tratta di dimissioni, della fine di un contratto a tempo determinato o indeterminato, oppure di un incarico temporaneo che volge al termine? La normativa varia non solo in base al Paese, ma anche a seconda del contratto. I lavoratori, spesso, si interessano alla questione solo quando devono lasciare l'impiego.

All'inizio di un contratto, in pochi considerano l'opzione di lasciare l'azienda. Spesso i contratti di lavoro vengono firmati senza essere letti interamente e/o compresi del tutto. Questo vale soprattutto se il contratto è redatto in una lingua che l'espatriato non conosce bene o se contiene termini legali difficili da comprendere.

Ad ogni modo, è fondamentale esaminare il contesto che spinge a lasciare il lavoro, per evitare passi falsi. Molti Paesi, ad esempio, non pagano l'indennità di disoccupazione, in caso di dimissioni. Ci sono però delle eccezioni, come in Canada, dove sono previste diverse casistiche di “dimissioni volontarie”. Una di queste stabilisce che, se il lavoratore è in grado di dimostrare che le dimissioni sono l'unica opzione "date le circostanze", può avere diritto all'indennità di disoccupazione. Anche la legge francese prevede casi di dimissioni giustificate. La legge belga specifica che un lavoratore che vuole dimettersi deve rispettare un periodo di preavviso in base alla permanenza in azienda.

Controlla le clausole del tuo contratto

Con quale “status” sei partito? Hai firmato un contratto di espatrio che prevedeva il tuo rientro in azienda? Oppure hai firmato direttamente il contratto con l'azienda locale? Se sei un espatriato in senso stretto (hai firmato un contratto di espatrio), probabilmente hai negoziato con il datore di lavoro le condizioni del tuo rientro in azienda. Il contratto di espatrio include diverse clausole, in particolare le disposizioni per il rimpatrio secondo cui, quando lasci l'impiego all'estero, torni a coprire la stessa posizione di prima (o equivalente, secondo le disposizioni del contratto) nel tuo Paese d'origine.

Se hai trovato un lavoro all'estero da solo, controlla le clausole del contratto di lavoro. Ogni nazione ha le sue norme in materia di contratti di lavoro, diritti e doveri del lavoratore e dell'azienda, e tutela dei lavoratori. Nel Regno Unito, ad esempio, il contratto di lavoro non è obbligatorio, ma l'azienda deve fornire una “dichiarazione scritta dei dati relativi all'impiego”( written statement of employment particulars).
Questo documento, composto da due parti, stabilisce i termini dell'impiego (prima parte, consegnata il giorno dell'assunzione), le condizioni del regime pensionistico, le eventuali sanzioni disciplinari, ecc. (seconda parte, che può essere consegnata due mesi dopo l'assunzione).

Un'altra problematica per i lavoratori stranieri è il contratto a zero ore. Ampiamente utilizzato, soprattutto nei settori dell'ospitalità, della ristorazione e delle consegne a domicilio, questo contratto lascia al datore di lavoro la libertà di offrire, o meno, impiego al dipendente. Parallelamente, il lavoratore è libero di rifiutare un incarico se lavora per altri datori di lavoro. A volte però, i lavoratori stranieri non conoscono i loro diritti. Alcuni contratti a zero ore includono una clausola che impedisce al dipendente di lasciare quel lavoro o di accettarne un altro. Queste clausole non sono legali.

Il tuo permesso di lavoro ti permette di dare le dimissioni senza rischi?

Le ondate di licenziamenti nel settore tecnologico hanno permesso a molti espatriati negli Stati Uniti di scoprire le notevoli limitazioni del visto H-1B. Molto diffuso, soprattutto nel settore delle nuove tecnologie, questo visto è legato al datore di lavoro. Se il contratto viene rescisso, l'espatriato ha un tempo limitato per trovare un altro impiego, con il rischio di dover lasciare il territorio. Il governo americano ha riformato il visto, per migliorarne il funzionamento ed evitare abusi da parte di alcune aziende. Ciononostante, l'esempio del visto H-1B illustra le difficoltà che gli espatriati possono incontrare quando lasciano il lavoro.

La questione del permesso di lavoro è fondamentale. Il tuo permesso è legato al datore di lavoro? Se così fosse, lasciare l'azienda metterà in discussione la validità del tuo visto. Dovrai trovare un lavoro nello stesso settore, entro un periodo di tempo limitato, o rischi di dovertene andare. Numerose associazioni in difesa dei lavoratori stranieri si oppongono ai permessi di lavoro legati all'azienda, considerati precari. In Giappone, il caso dei "tirocinanti nel settore tecnico" ha costretto il governo giapponese a intervenire. I casi di abuso erano in aumento: ai lavoratori stranieri veniva impedito di lasciare il lavoro, erano sottopagati e vittime di discriminazione. Il governo giapponese ha messo fine a questo programma di tirocini e promette un nuovo programma che tuteli maggiormente i lavoratori stranieri.

Conoscere i diritti legati al tuo permesso di lavoro è fondamentale per organizzare le tue dimissioni in modo sicuro e nel rispetto delle tempistiche contrattuali. In caso di disputa con il datore di lavoro, sarai nella posizione di far valere i tuoi diritti.

Quando lasciare il lavoro all'estero è l'unica soluzione

Nessuno decide di lasciare il proprio lavoro per un capriccio, soprattutto quando si lavora all'estero, dato che ottenere un permesso di lavoro è spesso difficile. I motivi che spingono a dare le dimissioni sono vari. I casi di abuso da parte del datore di lavoro sono certamente considerati motivi legittimi per le dimissioni.

Altre situazioni potrebbero generare la scelta di lasciare il tuo impiego: la voglia di cambiare carriera, le mancate opportunità di avanzamento (non offerte dall'azienda in questione) o il trasferimento in un'altra città o nazione. La prima domanda da porsi riguarda la tempistica: quando dare le dimissioni, puoi aspettare la fine del contratto per ottenere potenziali benefici (disoccupazione, liquidazione, ecc.)? Valuta i pro e i contro per fare la scelta migliore.

Lasciare il lavoro all'estero può essere motivo di stress. Per dare le dimissioni in tutta sicurezza, chiedi informazioni ai centri per l'impiego e ai sindacati del Paese che ti ospita.