Le leggi sullo stipendio minimo nel mondo

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Scritto da Asaël Häzaq il 01 ottobre, 2024
Il contesto economico, i fattori sociopolitici, la lingua, la cultura, l'istruzione, la salute, la carenza di manodopera, i settori industriali più dinamici e le prospettive di carriera: tutti questi elementi tendono a influenzare i piani di trasferimento all'estero. Ma dove si colloca il salario minimo nella scelta della destinazione? Che ruolo gioca?

Cosa ci rivela di un Paese il suo salario minimo?

Di primo acchito, si potrebbe pensare che un salario minimo elevato indichi che un Paese è ricco. In effetti, le nazioni più ricche hanno spesso stipendi minimi più alti, ma non è sempre così. L'introduzione o meno di un salario minimo ha una forte valenza politica. Gli Stati Uniti, nazione liberale per eccellenza, hanno un salario minimo federale piuttosto basso (7,25 dollari all'ora) e ogni Stato lo può alzare a discrezione, vedi New York (15 dollari all'ora) o Washington (16,28 dollari all'ora). Questi due Stati hanno un costo della vita più alto rispetto a Kansas, Utah e Texas, che mantengono il salario minimo federale.

Il salario minimo segue generalmente la curva dell'inflazione, ma le recenti impennate inflazionistiche non si sono tradotte in altrettanti aumenti di stipendio. A New York, città notoriamente costosa, l'elevato costo della vita ha prosciugato i risparmi di molti espatriati. Anche chi ha un reddito elevato ha dovuto fare i conti con l'aumento dei costi, spingendo alcuni a trasferirsi in città più abbordabili.

Salario minimo e welfare

Il salario minimo è un barometro dell'intervento da parte dello Stato. Nonostante i dibattiti in corso sulla “crisi del welfare state” dopo la crisi economica generata dagli shock petroliferi, il coinvolgimento dello Stato nelle questioni sociali persiste. Nelle economie liberali, l'intervento dello Stato è tipicamente limitato al minimo indispensabile.

Dal sito web dell'Enciclopedia Treccani: Il termine inglese welfare indica l'insieme di interventi e di prestazioni erogati dalle istituzioni pubbliche e finanziati tramite entrate fiscali (welfare State), destinati a tutelare i cittadini dalle condizioni di bisogno, a coprirli da determinati rischi (Stato assistenziale o Stato sociale), migliorarne la qualità della vita e il benessere, garantire istruzione, cure sanitarie, assistenza, previdenza pensionistica, formazione professionale, ricerca universitaria, sostegno al lavoro e all'imprenditorialità, promozione della famiglia ecc. e un tenore di vita minimo in attuazione dei diritti di cittadinanza.

Il welfare state interviene su aree critiche come occupazione, alloggio, sostegno alla famiglia, assistenza sanitaria, assistenza agli anziani e riduzione della povertà. Il salario minimo è un elemento chiave di questo quadro, volto a prevenire l'esclusione sociale e la povertà, a mantenere i livelli di occupazione e a stimolare i consumi. In una società in cui l'occupazione è uno status symbol, la mancanza di lavoro può portare all'invisibilità sociale. Un salario minimo garantisce che gli individui rimangano integrati nella società e contribuiscano economicamente.
Ciononostante, il sistema è oggetto di critiche. Sebbene sia stato concepito come strumento di riduzione della povertà, si dice spesso che il salario minimo perpetui la precarietà tra i lavoratori. I critici sottolineano le continue crisi economiche e l'aumento dei tassi di inflazione. La crisi più recente, esacerbata da un'emergenza sanitaria globale, ha costretto molti cittadini locali ed espatriati a vivere in condizioni precarie. Gli aiuti statali durante la crisi sanitaria sono stati temporanei, lasciando molti espatriati in difficoltà dopo la loro cessazione.

In risposta, le opinioni sono discordanti: alcuni propendono per l'aumento del salario minimo, citando ad esempio l'Unione Europea, dove Paesi come Lussemburgo, Irlanda, Paesi Bassi, Germania, Belgio e Francia offrono salari minimi relativamente generosi (da 1.766 € in Francia a 2.570 € in Lussemburgo al mese). Al contrario, Paesi come Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia e Bulgaria hanno salari minimi molto più bassi, inferiori a 800 euro al mese. 

Considerare il salario minimo del Paese d'espatrio

È raro che si controlli se il Paese d'espatrio ha un salario minimo, ma è una considerazione importante. Mentre i lavoratori stranieri con stipendi elevati potrebbero trascurare questo dettaglio, le recenti sfide affrontate dagli espatriati negli Stati Uniti dell'industria tecnologica, che hanno subito licenziamenti improvvisi, ne hanno evidenziato la rilevanza. I licenziamenti massicci di quest'anno hanno spinto molti espatriati a esaminare più attentamente i loro contratti e permessi di lavoro.

Conoscere il salario minimo del Paese ospitante permette di capire l'economia locale e la propria posizione nel mercato del lavoro o nel settore professionale di riferimento. Il salario minimo della nazione di trasferimento è più alto o più basso di quello del Paese d'origine? Saperlo aiuta a pianificare le finanze, in particolare a valutare se il salario minimo può coprire i costi di vita nella nuova località. Il salario minimo, inoltre, può variare all'interno dello stesso territorio: spesso è più alto nella capitale perché il costo della vita va di conseguenza. Trasferirsi in una capitale con un salario minimo leggermente più alto è una strategia valida per far fronte al costo della vita in una grande città? Si tratta di una questione cruciale per chi vuole andare a lavorare all'estero.

Trasferirsi all'estero per lavoro: punti chiave da considerare sul salario minimo

Per i professionisti di tutto il mondo, il termine "salario minimo" può assumere due significati diversi. Da un lato, lo Stato stabilisce un salario minimo standard che si applica a tutti i lavoratori. Dall'altro, potrebbe esserci un salario minimo specifico richiesto per ottenere un permesso di lavoro. Un esempio è la riforma attuata a Singapore.

Aumento delle soglie salariali minime per i permessi di lavoro

Lo scorso marzo, il Ministero del Lavoro ha annunciato un aumento della soglia salariale minima per i lavoratori stranieri a partire dal 1° gennaio 2025. Per ottenere un visto di lavoro (Employment Pass), i lavoratori stranieri a Singapore dovranno guadagnare almeno 5.600 SGD al mese (circa 3.860 euro), un aumento di 600 SGD rispetto alla soglia attuale, che varia in base al settore e all'età; i lavoratori del settore finanziario dovranno guadagnare almeno 6.200 SGD al mese (circa 4.280 euro), mentre gli over 40 dovranno guadagnare 10.700 SGD (circa 7.380 euro), che salgono a 11.800 SGD (circa 8.150 euro) nel settore finanziario.

Anche Paesi come Regno Unito, Australia, Svezia, Austria, Belgio, Danimarca e Nuova Zelanda hanno aumentato i requisiti salariali minimi per ottenere il permesso di lavoro.

I salari minimi sono un ostacolo per le assunzioni internazionali?

Le aziende britanniche sono entrate in azione subito dopo l'annuncio dell'ex governo Sunak. Anticipando l'aumento delle soglie salariali previsto per l'aprile 2024, hanno accelerato le assunzioni di lavoratori stranieri. Di fronte alla politica governativa di dare priorità ai lavoratori britannici, le aziende sostengono che l'innalzamento della soglia salariale minima impedisce la crescita. Sostengono che l'attuale carenza di manodopera richiede un'azione immediata, senza aspettare che la futura forza lavoro britannica diventi operativa.

La situazione del Regno Unito si estende a livello globale: i datori di lavoro si oppongono alle riforme restrittive in materia di immigrazione e chiedono una maggiore flessibilità. Alcuni suggeriscono di non limitarsi a un salario minimo stabilito dallo Stato, ma di passare a un concetto di "salario equo" o "salario dignitoso" che tenga conto delle necessità della vita quotidiana - cibo, affitto, trasporti, energia, salute e abbigliamento - per garantire un tenore di vita "dignitoso".

Quest'idea si fa strada ad ogni crisi economica, ma incontra delle difficoltà pratiche. Definire cosa sia "giusto" e determinare i bisogni essenziali rispetto a quelli non essenziali è una questione complessa. Mentre gli stipendi americani possono essere più alti di quelli francesi, quelli francesi includono anche ampie tutele sociali. 
Il salario minimo, da solo, non influenza i piani di espatrio, ma può avere un impatto significativo, soprattutto quando lo Stato impone delle regole per ottenere i permessi di lavoro o di studio.