Salve Gabriele, vivi all'estero già da molti anni. Cosa ti spinse 16 anni fa a lasciare l'Italia?
La seconda Repubblica nata sulle ceneri della precedente portava in se il dna del compromesso, del mettere la spazzatura sotto il tappeto, stile di vita riprodotto a modello nella quotidianità del cittadino dove il denaro ed il successo (macchinone, vacanza vip, vestitino griffato e tutta quella serie di orpelli consumistici) devono essere raggiunti a costo di qualsiasi cosa, passando sopra a valori come etica, senso comune etc. Non mi ci sono ritrovato, ho preferito cercare ''porti'' più autentici ed eccomi qua.
Hai vissuto sempre e solo in Costa Rica oppure hai esperienze anche in altri Paesi?
Una breve permanenza in Argentina.
Vivi a Guanacaste e sei nell'immobiliare, hai un tuo business? Questo settore in Costa Rica funziona bene?
Funzionava a meraviglia, non dimentichiamo che Costa Rica è praticamente colonizzata da turisti Usa, i famosi "gringos", come sono chiamati nel mondo latino americano, che hanno lo stesso feeling con il Paese che gli Europei per le Canarie: vicinanza, sicurezza, eccellente clima e natura nelle migliori espressioni, vulcani, montagne, lago, spiagge. La terribile crisi planetaria ha colpito duro anche da queste parti ed attualmente la flessione è importante.
Ci sono molti Italiani in Costa Rica? In che settore sono impiegati principalmente?
Molti sono nella ristorazione (con alterne fortune), gelaterie, importazioni di prodotti italiani, investimenti immobiliari, hotels...altri si sono dati alla bella vita ma dopo qualche tempo misteriosamente spariscono. Comunque è una comunità abbastanza sostenuta.
Quali sono gli aspetti che ti affascinano di più di questo Paese e quali invece quelli ai quali hai fatto fatica ad abituarti?
Il clima aiuta molto, anche a "digerire" una giornata nata male o con i soliti problemi di quotidianità; sempre, se non per contatti formali, in polo e bermudas, la vicinanza del mare che letteralmente ricarica costantemente le batterie, la forma di essere del costarricense così semplice che talvolta sconfina nell'irresponsabilità, un costo della vita che, nonostante il Paese sia il più caro della regione, è ancora abbastanza abbordabile. Insomma, soprattutto in Guanacaste, si vive quell'aria da eterna vacanza, anche se si lavora, che rende la giornata più serena. Controindicazioni, che dire? La mentalità è indubbiamente molto differente, la forma di essere spensierati e di vivere esclusivamente "alla giornata" comporta una scarsa affidabilità, i tempi non sono mai certi, la parola data ha un larghissimo margine di variabili, il costarricense e' incapace di dire NO, quindi dice SI sapendo che invece è NO e prende un impegno che non rispetterà mai...e già lo sa. Questa idiosincrasia del "tico" è fonte di simpatici aneddoti quando si visita il Paese da turisti ma diventa un incubo nelle attività quotidiane e di lavoro. Bisogna farci il callo, sapere come reagire, anticipare i tempi e disinnescare sto vizietto cercando di essere sempre in debito e mai in credito.
Le problemiche principali del Costa Rica, ti va ti parlarcene un po'?
Apparte i problemi generati dalla crisi, il mostro che deve battere questo Paese, insieme a tutti quelli dell'istmo (centroamericano) è il narcotraffico internazionale che abbatte i valori locali (tendenzialmente sani principi contadini), erode la stessa credibilità, mina l'economia: i tentacoli della piovra sono qua ed usano questi Paesi, fino a pochi anni fa' totalmente impreparati ad affrontare la delinquenza organizzata, come area di stoccaggio (la merce viene dal Sudamerica, si appoggia qui, va' verso Usa ed Europa), lavaggio di denaro (investimenti faraonici in hoteles, centri commerciali all'americana,investimenti immobiliari di lusso). Grazie all'appoggio dell'amministrazione Usa si sono fatti passi da gigante in organizzazione, preparazione del personale, equipaggiamento, pulizia all'interno della classe politica; insomma, il Costa Rica è all'avanguardia nella lotta al narcotraffico, con importanti successi, ma non si può mai abbassare la guardia.
Ci descrivi una tua giornata tipo a Guanacaste?
Qui ci si sveglia presto (tipo 6 am) e generalmente vado in spiaggia (scordiamoci Rimini in agosto!!) per jogging, nuotata e giochi acquatici col cane, poi ritorno per colazione e doccia; ho una casa con giardino e piscina, quindi di rigore dedico qualche tempo a manutenzione varia, indi , se non c'è qualche ispezione di bene immobiliare e/o contatti con client (vendere, comprare) sto sul pc ed attualizzo le mie informazioni sul mondo ed altri temi di mio interesse: spesso ci si trova fra amici (qui e' un Paese dove tutti si conoscono) e si scambiano le famose quattro chiacchere, spesso con birretta.
Dopo il pranzo di rigore una siesta all'ombra, anche perchè il sole a picco diventa fastidioso e non invoglia all'attività. Nel pomeriggio capita spesso il viaggio alla cittadina più vicina per sistemare pendenze amministrative ed acquisto di prodotti che al paesello scarseggiano o hanno prezzi turistici.
Cosa ci puoi dire del costo della vita? Casa, cibo, trasporti...i prezzi sono commensurati agli stipendi?
Come detto sopra, il Costa Rica non è più un Paese molto economico, anche se rimane vantaggioso rapportato all'Europa e all'Italia. I risparmi maggiori si hanno nei benefici derivanti: dal buon clima (niente riscaldamento, abbigliamento pesante, sintomatologie da freddo ed umidità), da una scarsa propensione al consumismo sfrenato tipico del Belpaese ed anche dalla non necessità di apparire.
In tutti i tuoi anni vissuti all'estero, ti ha mai sfiorato l'idea di lasciare tutto e rientrare in Italia?
Certamente, il richiamo della foresta è sempre presente, guai se così non fosse, radici sono radici! Poi subentra la ragione, i legami stabiliti qui, e fra tutte la consapevolezza che l'Italia, ahimè , è messa come sappiamo...e non voglio dilungarmi perchè la constatazione è davvero dolorosa......
In conclusione, ti senti di dare un consiglio a chiunque fosse intenzionato a lasciare il Bel Paese per trasferirsi in Costa Rica?
Qui è il buon senso a dettare le regole. Consiglio innanzitutto di prendere decisioni con la mente per il 90%, lasciando il restante 10% al cuore..di capanna di paglia e canna da pesca di bambù non si vive da nessuna parte al mondo! Chi vuole lasciare l'Italia e sogna una nuova vita da queste parti (legittimamente) consideri a fondo quanto segue, frutto di parecchi anni a contatto con la realtà locale e comunque concetti validi in tutti i Paesi in via di sviluppo che sono attualmente oggetto del desiderio d'espatrio.
Partiamo dal fatto che i tempi dell'emigrante con valigia di cartone sono finiti, da tempo..i Paesi sopra indicati, fra cui uno dei più gettonati il Costa Rica, non hanno bisogno di lavoratori da fatica in quanto ne hanno a iosa e per di più costoro giocano in casa in quanto a lingua, parentela, tradizioni , abitudini, appoggio del Governo...insomma sono ovviamente in pole position . Chi non ha professionalità alcuna, capitale da investire (ma occhio!) tanta, ma tanta voglia di lavorare (lo dico perchè qui ne ho viste di tutti i colori parlando di connazionali) si troverà davanti una salita molto ripida.
Spesso in Italia si danno per scontate situazioni che altrove sono lussi: la protezione sanitaria pubblica esiste ma la definirei piuttosto scarsa con liste d'attesa in alcuni casi di anni, non mesi, mentre ci sono delle strutture private di primissimo ordine (il Costa Rica è famoso per il turismo medico soprattutto dagli Usa in quanto si ricevono gli stessi trattamenti a circa la metà) ma vi si accede con una assicurazione privata , altrimenti sono seri dolori al portafoglio. Idem per l'istruzione: ottimi collegi privati, cari, e meno che mediocre scuola pubblica quasi gratis.
Cosa voglio dire con quanto sopra? Che sbarcare nel Paese con zaino in spalla, tante belle speranze e un ego talmente fantasioso che fa' intravedere un roseo futuro solo per il fatto di essersi lasciato alle spalle l'Italia , non paga, al contrario rischia di tramutarsi in un incubo. Quindi il consiglio spassionato è quello di ponderare bene il dafarsi, pro e contro di quanto si lascia, forze su cui si puo contare, considerando almeno 1 anno (il minimo minimo) di stare sulle spese.
Soppesare vantaggi e svantaggi del Paese scelto e quindi delle spese fisse a cui si va incontro, contattare strutture consolari , seguire blogs vari da cui filtrare informazioni utili ma soprattutto dedicare almeno un mese in loco per rendersi conto, a spanne, se potrebbe veramente essere la terra promessa; parlare con tutti ma tenere una speciale ATTENZIONE con i compaesani che (salvo le ovvie debite eccezioni) daranno suggerimenti, consigli, paventeranno ottimi investimenti..etc. Prima di acquistare, dando la famosa caparra, il tanto agognato ristorantino sul mare o kiosko in spiaggia, pensarci molto, e poi pensarci ancora, e per ultimo tornare in Italia, digerire a freddo l'offerta (ricordate che il prendere o lasciare di questi tempi è solo una truffa) e quindi, eventualmente, procedere.
Un saluto tropicale dal Paese più felice al mondo: PURA VIDA!
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