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COVID-19: la vita in Cina dopo l'isolamento

testing / Shutterstock.com
Scritto daVeedushi Bil 15 Aprile 2020

Mentre le autorità locali adottano misure rigorose per prevenire una seconda ondata di contagi da COVID-19, la vita sta gradualmente riprendendo in Cina. Quattro espatriati raccontano a Expat.com la loro esperienza durante il lockdown in Cina e le loro aspettative per le prossime settimane.

Ognuno ha vissuto la situazione in modo diverso. Nash, espatriato americano a Changchun, parla di 14 giorni agli arresti domiciliari. “Avevano installato una telecamera davanti alla mia porta di casa per assicurarsi che non lasciassi il mio appartamento per due settimane. Non mi sarei ad ogni modo azzardato ad uscire perché volevo rispettare gli ordini. L'isolamento è durato dal 6 al 20 Febbraio. Allo scadere di questa data siamo entrati in una fase di blocco parziale. Le cose ora stanno gradualmente tornando alla normalità. Il silenzio che aveva permeato il Paese per alcune settimana sta cedendo il passo al rumore che accompagna il riprendere delle attività”.

Espatriato canadese a Liao Ning, nel nord-est della Cina, anche Carmelo ha vissuto un'esperienza abbastanza frustrante, pur ammettendo che l'isolamento è stato meno pesante di quello che immaginava. Per lui, la parte più difficile è stata legata al fatto di vivere in una comunità rurale cinese con pochissimi espatriati, in assenza di una vera comunità e con la mancanza di risorse nelle prime fasi dell'emergenza. "Sono sposato e mio figlio aveva poco più di un anno quando è scattata l'emergenza. Ero stretto tra le incertezze causate da questo allarme sanitario e l'atteggiamento spensierato che percepivo in altri espatriati. Mi sono reso conto che l'opinione pubblica è abbastanza divisa sulla questione". La situazione è davvero allarmante o le persone stanno reagendo in modo eccessivo? Ammette mi far parte di quelli che hanno reagito in modo eccessivo ma aveva paura. "In quel momento nessuno sapeva cosa sarebbe successo a un bambino piccolo se si fosse ammalato. A poco a poco ho reperito le informazioni necessarie e mi sono tranquillizzato".

Le cose hanno preso una piega diversa a Suzhou dove il blocco non è stato totale come a Wuhan, ad esempio. "Qui non era vietato uscire ma ovviamente le autorità ci invitavano a rimanere il più possibile dentro casa limitando le uscite allo stretto necessario", dice Marta, espatriata spagnola. “Inizialmente queste restrizioni mi hanno dato fastidio perchè era il periodo del Capodanno cinese ed avevo programmato di vedermi con gli amici. Ho dovuto però accettare la situazione. A volte sarei voluta uscire per una passeggiata ma ovviavo cercando di tenermi il più possibile impegnata in casa!”. Per Laurent, un espatriato francese a Shanghai, la parte più difficile è stata la gestione dei figli durante la quarantena.

Le cose stanno lentamente tornando alla normalità. “La scuola per cui lavoro riapre il 15 aprile. Quest'anno non ci sarà il solito periodo di vacanza in Maggio per cui prevedo una ripresa totale e senza soste", dice Carmelo. Cosi non è per Nash, il cui futuro è incerto. "Sono un insegnante e non tornerò al lavoro fino alla riapertura di tutte le scuole pubbliche, ma nessuno è in grado di prevedere una data d'inizio. Non percepisco lo stipendio dal 6 di febbraio". Nash non programma di fare rientro negli Stati Uniti perchè anche li la situazione è critica

"I cittadini stranieri non hanno accesso al Paese. Di conseguenza, possiamo andarcene, ma non saremo in grado di tornare, afferma Carmelo. Per quanto riguarda Nash, fa sapere di essere pronto ad affrontare un ulteriore periodo di isolamento, se necessario. "È tutt'altro che piacevole ma dovremo accettarlo. Per ora, preferisco rimanere a casa limitando le uscite solo all'interno del mio quartiere. ”

Se tutti sperano che sia finita, non si esclude la possibilità di una seconda ondata. E se succedesse di nuovo? “Non avrei altra scelta che restare a casa e uscire solo per fare la spesa, ma mi auguro che non accada. Siamo già rimasti confinati per un mese e mezzo, è stata lunga", ammette Marta. Anche se alcune aziende hanno ripreso l'attività, la maggior parte delle città cinesi si sta rimettendo in marcia in modo graduale. 

La Cina sta adottando misure precauzionali per prevenire una seconda ondata di COVID-19. Carmelo ci fa sapere che gli spostamenti di ogni singolo cittadino sono monitorati dalle Autorità attraverso una app. "È una giusta precauzione ma suppongo che non sarà davvero efficace quando migliaia di studenti provenienti da diverse province cinesi riprenderanno a frequentare l'università (viaggiando in treno, aereo o auto) senza aver fatto due settimane in quarantena ".

Marta, da parte sua, sottolinea che la Cina rimane molto vigile. "Il problema qui è che ora abbiamo casi asintomatici. A Suzhou, sono stati creati molti centri in cui le persone possono essere testate se ritengono di essere state contagiate. Inoltre, la Cina ha chiuso le frontiere agli stranieri e limitTO i voli internazionali ad uno a settimana per compagnia aerea, riducendo il rischio di importazione dei casi ".

Per il momento, gli occhi di tutto il mondo rimangono puntati sulla Cina dato il rischio di una seconda ondata del virus. I cinesi e gli espatriati continuano a osservare le regole igieniche di base come indossare guanti, mascherine e lavarsi le mani regolarmente. Queste misure saranno sufficienti per aiutare la Cina ad uscire da questa emergenza sanitaria globale? Le settimane a venire saranno decisive.

Articolo tradotto da COVID-19: Life after lockdown in China

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Assistente editoriale e scrittrice di contenuti per Expat.com, Veedushi nutre un profondo interesse per le culture e le tradizioni straniere.

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