Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), nel 2022 dovrebbe iniziare una significativa ripresa dell'occupazione dopo la crisi economica scatenata dalla pandemia del Covid-19. L'avanzare della tecnologia imporrà la creazione di nuove figure professionali.
Covid-19: lavoro in crisi
Le misure attuate per contrastare la pandemia, tra cui il blocco delle attività economiche, hanno pesantemente scosso il mercato del lavoro, a livello globale.Tra marzo e aprile 2020, quasi il 55% delle economie mondiali ha cessato tutte le attività tranne quelle essenziali. Un anno dopo, pochissimi paesi consentono alle aziende di operare come prima del Covid-19. Mentre scriviamo, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Canada sono in lockdown.
La crisi ha portato alla formazione di tre classi di lavoratori: lavoratori essenziali (tra cui operatori sanitari, produttori di apparecchiature mediche, agricoltori e personale dei supermercati); lavoratori a distanza; professionisti che hanno dovuto cambiare settore di impiego, spesso a condizioni svantaggiose (stipendio più basso, perdita di incentivi...). Quest'ultima categoria era impiegata nei settori più colpiti dal Covid-19 come il turismo, la ristorazione, i viaggi e la vendita al dettaglio.
Lavoro ibrido e da remoto
Con lo scoppio della pandemia, molti professionisti hanno dovuto stravolgere la loro routine iniziando a lavorare da remoto. Dall'oggi al domani, un angolo della loro casa si è trasformato in ufficio. Sprovvisti di supporto, si sono trovati a gestire contemporaneamente lavoro e famiglia, con ripercussioni pesanti sulla loro salute mentale. Per questo motivo, i datori di lavoro sono scettici sull'efficacia del lavoro a distanza sul lungo termine.
Secondo il World Economic Forum, il 44% dei professionisti nel mondo può lavorare da remoto, mentre il 24% non può svolgere il proprio ruolo se non è fisicamente presente sul posto lavoro. Nelle circostanze attuali, il trend del mercato del lavoro globale verte all'incremento di forza lavoro che sia produttiva da remoto. Questa tendenza troverà riscontro positivo nei paesi ad alto reddito ma le economie in via di sviluppo, ed i paesi con accesso limitato a Internet, non riusciranno a tenere il passo. Tra i settori più aperti al lavoro da remoto troviamo la finanzia e l'informazione. Quelli che soffrono di più sono l'ospitalità, la vendita al dettaglio, l'edilizia e i trasporti. I lavoratori impiegati in questi settori corrono un maggior rischio di licenziamento.
Il supporto dei governi
Nell'ultimo anno, i governi si sono attivati per impedire che la crisi a livello lavorativo sfociasse in una crisi a livello sociale. La Germania, ad esempio, ha attuato un programma di mantenimento dei posti di lavoro non fissi, e delle misure di sostegno salariale per i dipendenti che non possono andare a lavorare a causa del lockdown. Sebbene queste misure abbiano lo scopo di contenere i livelli di disoccupazione, non possiamo dire con certezza come evolverà la situazione quando queste misure di assistenza saranno revocate.
Gli Stati Uniti hanno varato un piano di compensazione a breve termine per le imprese, ma la sua efficacia è controversa a causa di lungaggini amministrative e scarsi incentivi finanziari. Durante la pandemia, il tasso di disoccupazione negli USA è aumentato. Nella fattispecie una parte della popolazione femminile con figli si trova in una posizione difficile, costretta a lasciare il lavoro perchè non adeguatamente supportata dal sistema dell'assistenza all'infanzia. Il Giappone si è attivato per sostenere le aziende nazionali ed ha introdotto un sistema per aiutare i lavoratori casuali.
Apprendimento online
Secondo il World Economic Forum, le persone attualmente in impiego stanno dimostrando un forte interesse per i corsi online di sviluppo personale e benessere. Le persone disoccupate rivolgono invece l'attenzione su corsi tecnici come analisi dei dati ed informatica.
Per quanto riguarda la formazione del personale, le aziende si rivolgono a professionisti con esperienza che lavorano all'interno del gruppo oppure a piattaforme di apprendimento online.
Il futuro del mercato del lavoro
Le nuove tecnologie regolano l'andamento del mercato del lavoro. Secondo il World Economic Forum, sempre più aziende automatizzano i processi di produzione affidandosi all'intelligenza artificiale e alla robotica. Le mansioni svolte oggi da una parte della forza lavoro mondiale potrebbero andare via via scomparendo. Di contro, si creeranno anche tante nuove posizioni. Resta il fatto che i ruoli di gestione, le consulenze, e tutti i processi decisionali, non potranno mai essere ricoperti da macchine.
Le industrie che attualmente ricercano personale sono: e-commerce, energie rinnovabili, tecnofinanza, genetica, biologia e industria automobilistica. I candidati ideali devono avere spiccate doti di risoluzione dei problemi, devono saper lavorare in modo autonomo e sotto pressione, ed essere in grado di adattarsi ai cambiamenti.
La testimonianza di un espatriato olandese in Polonia
Abbiamo parlato con un espatriato olandese in Polonia, che preferisce rimanere anonimo. E' un dirigente che vive all'estero da quasi un anno con moglie e figli. Ci spiega che la sua azienda ha sfruttato questo periodo di crisi per ripartire da zero. Gli abbiamo chiesto cosa ne pensa del lavoro a distanza: “Credo che la ratio 60/40 (remoto/ufficio) costituisca un buon equilibrio. Lavorare da casa è una pratica abbastanza efficace ma difficile da attuare se si lavora a nuovi progetti o quando si vuole assumere nuovo personale. Inoltre, con il lavoro a distanza le relazioni tra colleghi e il networking diminuiscono notevolmente. Il senso di appartenenza all'azienda si assottiglia; i dipendenti cambiano impiego con più facilità, qualora se ne presentasse l'occasione. La gestione del personale sta subendo un processo di rimodellamento per garantire un buon lavoro di squadra e un rendimento soddisfacente".