La Germania offre ai lavoratori un congedo formativo retribuito di un anno

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Scritto da Asaël Häzaq il 27 febbraio, 2023
Tornare a scuola per combattere la carenza di manodopera? È questa la scelta della Germania. Apprendistato, stage, formazione: il Paese vuole dare impulso alla formazione durante la carriera professionale, per conciliare al meglio la domanda e l'offerta di lavoro. Quali sono i contorni di questa nuova misura? Gli espatriati sono interessati da questo provvedimento?

Un anno di permesso retribuito per studiare 

Congedo retribuito per studiare? E' la soluzione proposta dalla Germania per far fronte alla carenza di manodopera e all'invecchiamento della popolazione. I lavoratori tedeschi avevano già la possibilità di usufruire di un congedo per studio della durata di 5-10 giorni all'anno, ma solo il 2% se ne avvaleva. Attualmente il governo tedesco sta lavorando per proporre una legge più ampia sulla formazione continua. Il nuovo congedo formativo ne farà parte.

Per Hubertus Heil, il Ministro del Lavoro responsabile del progetto (Partito Socialdemocratico), è importante incentivare la formazione durante la carriera professionale. Per rendere il programma più interessante, il Ministro propone di estendere il congedo formativo a un anno. Heil segue il modello austriaco, che consente ai dipendenti di studiare per uno o due anni (se studiano part-time) per completare la propria formazione. " Per l'attuazione di questo periodo di formazione in Germania, ci baseremo sul modello austriaco", ha dichiarato Heil alla Deutsche Presse-Agentur, una delle principali agenzie di stampa indipendenti del mondo. 

Durante il periodo di studio, i lavoratori in formazione riceveranno il 60% del loro stipendio, il 67% se hanno un figlio. Il governo tedesco prevede che la riforma costerà circa 770 milioni di euro (2023-2026), cifra che sarà sostenuta in gran parte dall'Agenzia Federale per il Lavoro. La cassa federale dovrebbe aggiungere 190 milioni di euro. Il governo conta anche sulle tasse generate dai nuovi posti di lavoro che saranno creati. La legge dovrebbe essere adottata dal gabinetto federale nelle prossime settimane.

Cosa significa questo provvedimento per gli espatriati in Germania?

Al momento, gli annunci di Heil non contengono nulla che interessi nello specifico gli espatriati. Non è stato fatto alcun riferimento ai titolari di visto o alle possibili ripercussioni sul soggiorno degli stranieri. Ma tutto lascia pensare che anche loro possano usufruire del congedo per motivi di studio. La legge infatti si rivolge a tutti i lavoratori in Germania.

Il problema principale per gli espatriati non europei è la durata del visto. I titolari di un visto di lungo durata potrebbero in linea di massima usufruire di questo permesso. Le prossime settimane faranno sicuramente luce sulla questione.

Va ricordato che solo i cittadini europei possono soggiornare in Germania senza visto, in conformità con la legge del 1° gennaio 2005 sulla libera circolazione dei cittadini dell'Unione Europea (UE). I cittadini dei Paesi dell'UE, dello Spazio Economico Europeo (SEE) e della Svizzera possono lavorare in Germania senza visto. Tutti gli altri, se intendono fermarsi per più di tre mesi, devono farne richiesta.

Incoraggiare l'immigrazione per ripristinare la crescita

Nel 2021, in Germania vivevano circa 10,9 milioni di stranieri. Il Paese è orgoglioso di essere una delle destinazioni più popolari tra gli immigrati, e vuole attrarre più manodopera qualificata. Attualmente la Germania deve fare i conti sia con una crescente carenza di forza lavoro che con l'invecchiamento della popolazione. Achim Dercks, Presidente della Camera di Commercio e dell'Industria tedesca (DIHK), fa sapere: "I posti di lavoro vacanti sono 2 milioni (...), che si traducono in una perdita di 100 miliardi di euro in termini di creazione di valore. Si tratta di un record di cui la Germania vorrebbe fare a meno, soprattutto perché queste carenze riguardano settori chiave tra cui sanità, edilizia, industria, alberghi e ristorazione.".

Si registra soprattutto una carenza di manodopera qualificata. Il DIHK accoglie con favore la proposta del governo, ritenendo che si debba investire nella formazione dei lavoratori. Ogni anno, 45.000 persone lasciano la scuola senza aver ottenuto un diploma. Due milioni e mezzo di giovani tra i 20 e i 34 anni non hanno qualifiche professionali. Per rilanciare la crescita, il DIHK chiede anche di facilitare l'immigrazione, di promuovere il lavoro e la tutela degli impiegati anziani e di offrire un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Carriera e formazione per gli espatriati: cosa offrono gli altri Paesi?

Anche in Francia gli stranieri possono beneficiare di una formazione. I criteri di ammissibilità dipendono dal visto. Gli immigrati che desiderano vivere nel paese in modo permanente possono usufruire di un programma messo a disposizione dall'Ufficio Francese per l'Immigrazione e l'Integrazione.

Il Canada adotta misure simili, mettendo l'accento sui settori in cui c'è carenza di personale. Il programma Québec métier d'avenir, ad esempio, aiuta gli studenti stranieri nella ricerca di una formazione professionale. Questi corsi di formazione consentono di ottenere un diploma e sono aperti ai minori, a partire dal terzo anno di scuola superiore (14 anni), e agli adulti. Anche l'Australia, la Nuova Zelanda e il Belgio, tra gli altri Paesi, offrono programmi di formazione professionale agli stranieri.  

A proposito di Asaël Häzaq

Mikki è un'espatriata che vive in Giappone. Scrive contenuti per Expat.com ed è una blogger appassionata di lifestyle e cultura pop.